Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 07.35

Un’Europa protagonista sul palcoscenico mondiale

Un’Europa protagonista sul palcoscenico mondiale

| Scritto da Redazione
Un’Europa protagonista sul palcoscenico mondiale

Il ruolo internazionale dell’Unione europea è in crisi. Solo un’azione decisa su obiettivi chiari e d’intesa con gli Stati Uniti può affrontare le tendenze che stanno cambiando il contesto internazionale. Prima tra tutti, la competizione strategica fra Stati Uniti e Cina che ormai ha raggiunto ogni settore. Poi l’indebolimento del sistema multilaterale, basato sulla cooperazione, favorito dal disimpegno americano, sta lasciando sempre più spazio alla competizione tra stati. Infine, la crisi economica causata dalla pandemia ha provocato un ulteriore aumento del divario sociale.

Questo scenario, sempre più conflittuale, mette in crisi il ruolo internazionale dell’Ue, che non può più affidarsi alle istituzioni multilaterali e non riesce ad esprimere un’azione decisa e compatta, perché vincolata alla coesione dei suoi Stati membri. Pertanto, sarebbe utile all’Ue allontanarsi da progetti con una forte caratterizzazione politica per rimettere al centro del dibattito i risultati che un’azione comune porterebbe. In tal modo si supererebbero le divisioni ideologiche e si garantirebbero benefici superiori all’azione dei singoli Stati.

Dai Balcani al Medio Oriente

Nel campo della politica estera sarebbe molto positivo se gli Stati membri si impegnassero a delineare una cornice condivisa, all’interno della quale impostare un’azione incisiva che realizzi gli obiettivi comuni, a partire dalla gestione delle periferie esterne del continente. Iniziando dai Balcani, un’area interamente circondata da Paesi membri, è necessario impegnarsi con uno sforzo importante. Infatti, la regione è un potenziale focolaio di instabilità, fonte di minacce alla sicurezza e terreno fertile di influenze da paesi come Russia, Cina e Turchia. Per risolvere queste sfide l’Ue deve garantire sviluppo, stabilità e sicurezza nella regione, assicurando una concreta prospettiva d’integrazione, non necessariamente come Paesi membri, senza escluderli dall’architettura europea.

Anche il Nord Africa e il Medio Oriente sono regioni dove è inevitabile un coinvolgimento attivo dell’Ue. Senza di esso, infatti, si rischia di subire passivamente gli effetti delle turbolente dinamiche regionali, caratterizzate da forte instabilità e serrata competizione geopolitica, come dimostra la spartizione militare della Libia tra turchi e russi. Di qui la comune necessità di perseguire la stabilità dei Paesi più fragili e dunque marginalizzare l’influenza di Russia, Turchia e Iran. Obiettivo, questo, unicamente raggiungibile se sia l’Ue che i singoli Stati membri si assumono maggiori responsabilità nel campo della sicurezza dove è necessario essere disposti ad un concreto uso della forza.

Il rapporto transatlantico

Le sinergie tra Ue e Stati Uniti possono essere rilanciate solo dopo aver preso coscienza dei cambiamenti strutturali in corso. Infatti, gli Usa stanno cambiando il loro assetto a livello internazionale per soddisfare due obiettivi: concentrarsi sulla rivalità strategica con la Cina e alleviare la crisi sociale interna. Ciò implica spostare le risorse, militari e non, dalle varie aree del mondo, Medio Oriente in primis, all’Indo-Pacifico. Tale trasferimento ha portato al proliferare di dinamiche competitive e atteggiamenti assertivi che gli Stati europei hanno subìto passivamente nelle loro aree d’interesse.

Gli Stati Uniti, nonostante tutto, sono ancora il pilastro principale del sistema multilaterale, grazie alla loro ineguagliabile potenza. Dunque, se l’Ue vuole rilanciare questo sistema e le relative istituzioni internazionali, non può più esserne un semplice beneficiario ma deve diventare un attore attivo la cui azione, per non risultare nulla, non può che essere allineata a quella americana. Per assumere un ruolo incisivo, il concetto di autonomia strategica è sicuramente positivo, soprattutto se non lo si pensa come uno strumento rivolto contro gli Usa. Al contrario dovrebbe puntare ad ampliare le possibilità di azione dell’Ue e a liberarla dai vincoli verso Paesi quali Russia e Cina, un rivale sistemico, che mettono in questione l’ordine multilaterale.

Protagonisti, non servi di scena

Questo è fondamentale nei teatri come Africa e Medio Oriente, dove i Paesi europei necessitano di svolgere un ruolo primario. Simile ruolo è unicamente realizzabile attraverso una partnership transatlantica, basata sul trasferimento di buona parte dell’impegno, anche militare, statunitense agli Stati europei, trasformandoli in attori affidabili.

In conclusione, il coordinamento transatlantico ha la possibilità di creare la spinta necessaria a ristabilire il funzionamento delle istituzioni internazionali e dunque un ordine favorevole agli interessi e ai valori occidentali. In ultima analisi, l’unica possibilità europea difronte a crescenti periodi d’incertezza è quella di assumere una caratura internazionale di primo piano, in grado di plasmare gli eventi con cui si deve confrontare.

Per tutto il mese di ottobre AffarInternazionali pubblica gli estratti dei saggi finalisti della quarta edizione del premio IAI.

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Il PremioIAI è stato realizzato con il contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ai sensi dell’art. 23- bis del DPR 18/1967

Le posizioni contenute nel presente report sono espressione esclusivamente degli autori e non rappresentano necessariamente le posizioni del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

 
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