Sabato, 04 maggio 2024 - ore 03.40

Un libro di Altreconomia sul grande Luigi Veronelli, enologo e anarchico

Diceva: «Sono anarchico, da che penso che l’anarchia sia assunzione individuale di responsabilità»

| Scritto da Redazione
Un libro di Altreconomia sul grande Luigi Veronelli, enologo e anarchico

Il Comune di Milano gli ha appena dedicato una via all’Isola, il quartiere dov’è nato nel 1926. Ma Luigi Veronelli merita una memoria civile ben più articolata, a partire dal suo pensiero politico. La sovversione necessaria. Battaglie civili e impegno politico in Luigi Veronelli (144 pagine, 13 euro, Altreconomia Edizioni) ne ripercorre il pensiero anarchico e “terragno” e il suo impegno a fianco dei “suoi” contadini e vignaioli. Perché la “sovversione necessaria” per Veronelli altro non era se non la riappropriazione della terra e dei saperi, come affermerà più volte.

Una preziosa raccolta di testi, lettere private, articoli, dichiarazioni, tratte soprattutto dall’Archivio di Casa Veronelli, che illuminano il Veronelli “politico”, a volte messo in ombra dalla sua figura di eccelso gastronomo: ma soprattutto un repertorio di proposte originali. A questo si aggiungono preziose interviste alle persone che sono state al suo fianco, collaboratori, giornalisti, studiosi, vignaioli, amici: Gian Arturo Rota, Gianni Mura, Gianni Camocardi, Alberto Capatti, Giuseppe Mazzocolin, Arianna Occhipinti, Massimo Angelini.

Negli ultimi anni della sua vita, dal 1999 al 2004, Gino inventa e sviluppa, insieme ai “giovani estremi” (così li chiamava) dei Centri Sociali, iniziative come Terra e Libertà/Critical Wine, proposte rivoluzionarie quali il prezzo sorgente per i prodotti agricoli, l’autocertificazione per i vini e altri prodotti, le Denominazioni Comunali, che permettono ai Sindaci di dare una “carta d’identità” ai prodotti e valorizzare la biodiversità locale e dà battaglia all’industria alimentare, denunciando le frodi dell’olio e le altre ingiustizie verso i contadini.

«Sono anarchico, da che penso che l’anarchia sia assunzione individuale di responsabilità. Mi sembra di avere bene agito nel campo del vino e di avere dato il benessere a molti vignaioli», ha scritto tra le migliaia di altre pagine Veronelli. La sua eredità non è solo l’ombra di un bicchiere, ma la piena luce di un pensiero politico che prende le mosse da una dichiarazione di anarchia e subito diventa una critica al sistema economico e sociale, e poi denuncia, ribellione, sovversione. Non c’è distanza tra Luigi Veronelli che “cammina la terra” nelle vigne più belle e quello che marcia per i diritti dei “suoi” vignaioli.

Un repertorio straordinario che spazia dagli articoli della rivista Ex Vinis a una rara intervista con Enrico Deaglio a L’Elmo di Scipio, dai dialoghi con Pablo Echaurren, alle lettere private, fino a preziose interviste con chi ne ha condiviso il cammino. E frammenti di poesia: «L’uomo ha dalla terra ciascuna delle sue reali possibilità. Avere rispetto per la terra, chiederle di darci l’acqua e il pane, l’olio d’oliva e il vino, quant’altro è necessario per una vita serena, è l’unica via». E ancora: «Saranno i frutti della terra a scardinare il sistema».

Per chi si fosse perso la mostra in Triennale a Milano, fino al 31 ottobre è ancora aperta, nel bellissimo scenario del Complesso monumentale di Astino (BG), Luigi Veronelli. Camminare la terra (www.camminarelaterra.it), la mostra organizzata dal Comitato Decennale Veronelli, nell’anno dedicato ai 10 anni dalla scomparsa di Gino (29 novembre 2004). Il sito è www.decennaleveronelli.it.

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