Martedì, 14 maggio 2024 - ore 17.17

Wasabi e benessere

Possiamo considerare il wasabi più una medicina che un condimento come accade per molte spezie o erbe. La wasabia japonica, come tutte le piante della famiglia delle brassicaceae o crocifere (brocoli, cavolo, senape), tra tutti gli ortaggi commestibili, sono probabilmente quelle che contengono la più grande varietà di molecole fitochimiche con proprietà antitumorali.

| Scritto da Redazione
Wasabi e benessere

La Wasabia japonica conosciuta comunemente come wasabi (山葵) o anche come ravanello giapponese, è una pianta di origine giapponese, della isola di Sakhalin, nel nord, ma è forse anche spontanea in Cina, appartenente alle Brassicaceae o Cruciferae, note in italiano come crocifere. Secondo alcuni una delle più rare e meno comprese piante perenni del pianeta. Le crucifere sono una grande famiglia di piante erbacee distribuite in tutti i continenti e in tutti i climi, comprese le regioni polari. Il nome della famiglia Brassicaceae, è stato proposto dal botanico italiano Teodoro Caruel (1830-1898), derivandolo dal celtico bresic ,"cavolo", da cui derivano probabilmente anche il berza e verza di spagnoli e portoghesi, e il varza romeno.

Il massimo centro di biodiversità per questa famiglia, in termini di numero di specie, è il bacino del Mediterraneo.

Molti generi sono utilizzati come alimenti per l'uomo. I più importanti per l'alimentazione umana sono:

Brassica (con molte cultivar riferibili a cavolo, rapa, cavolfiore, colza ecc.)

Sinapis (senape)

Raphanus (ravanello)

Eruca (rucola)

Alcune specie sono utilizzate come piante ornamentali: ad esempio Matthiola spp. e Cheiranthus spp. (violacciocche), Alyssum spp., Lunaria annua (monete del papa: si usano le silique per composizioni di fiori secchi), Iberis (con fiori zigomorfi per petali disuguali, comprende anche specie suffruticose).

Isatis tinctoria era usata nel passato per estrarre un colorante (indaco).

Arabidopsis thaliana è invece un importante organismo modello utilizzato negli studi di genetica.

Dal rizoma della Wasabia japonica si ottiene una pasta, di colore verde e dal sapore particolarmente piccante, usata nella cucina giapponese e conosciuta con lo stesso nome della pianta, wasabi (山葵). 

La pianta cresce spontaneamente in vicinanza dei fiumi in zone fredde del Giappone, come per esempio in montagna o nelle valli in quota. Può crescere su terreno o in acqua corrente, ma anche in terreno paludoso, in questo ultimo caso però contiene minori quantità di principi attivi per cui viene considerata di qualità inferiore La Wasabia japonica si coltiva per usi culinari e medicinali già da secoli considerandosi una pianta capace di apportare notevoli benefici alla salute e coadiuvare la lotta ad alcune patologie specifiche. Le due cultivar più diffuse sul mercato sono W. japonica var. Daruma e var. Mazuma ma ne sono coltivate molte altre. Inoltre possono venire usate nella preparazione del wasabi anche i rizomi di altre specie come W. koreana e W. tetsuigi. La coltivazione di wasabi di alta qualità oggi è sempre più difficile, viene portata avanti da poche famiglie in Giappone. Da un lato a causa del degrado delle condizioni di inquinamento ambientale, dall’altra per le poche risorse umane disponibili, sempre meno giovani, infatti, scelgono di vivere nell’inospitale ambiente delle montagne giapponesi.

WASABI, NUTRIZIONE E CUCINA 

Wasabi: contenuti in 100 grammi di radice

Calorie 109 Grassi 0,6 g Colesterolo 0 mg Sodio 17 mg Potassio 568 mg Carboidrati 24 g Fibra alimentare 8 g Proteina 4,8 g Vitamina A 35 IU Vitamina C 41,9 mg Calcio 128 mg Ferro 1 mg Vitamina D 0 IU Vitamina B6 0,3 mg Vitamina B12 0 µg Magnesio

La pasta wasabi viene spesso usata per accompagnare pesce crudo e, in particolare, il sushi e il sashimi, a volte sciolta nella salsa di soia. Nel sushi ne viene spalmata una piccola quantità tra il pesce e il riso; nel sashimi si scioglie nella salsa di soia, nella quale viene poi intinto il pesce crudo.

È anche soprannominato namida, ossia "lacrime", perché se usato in quantità eccessiva può far lacrimare. A differenza del peperoncino, il cui effetto agisce prevalentemente in bocca, il wasabi stimola fortemente la mucosa nasale, ed un boccone in cui ci sia una dose eccessiva di wasabi può provocare un discreto dolore. Si dice che abbia una funzione antibatterica e digestiva che lo renderebbe indispensabile quando si mangia il pesce crudo.

Sul mercato, il wasabi è reperibile sotto forma di pasta e di polvere. Il wasabi perde il proprio aroma quando essiccato.

Il wasabi, dato il suo alto costo, si presta spesso a falsificazioni. Sul mercato sono molto frequenti paste simili al wasabi: le più frequenti sono fatte con polvere di rafano colorato, spesso con la microalga Spirulina. Il rafano, insieme ad altre spezie, viene di norma aggiunto al vero wasabi per riprodurne l'odore tipico del prodotto fresco che si perde con l'essiccazione. In Giappone il vero wasabi è denominato hon-wasabi (本山葵) termine che significa "wasabi originale". Per ovviare questo problema, cioè riuscire a trovare il wasabi in radice fresca, l’industria alimentare giapponese oggi mette in commercio una polvere o addirittura una pasta composta da varie piante (Armoracia rusticana, o Armoracia Lapthifolia o Cholearia Arnoracia, semi di senape e coloranti approvati dal FDA). Questa è la pasta o polvere che possiamo trovare normalmente in commercio, nei negozi specializzati o nei supermercati, di colore verde chiaro. In altre parole rafano europeo, colorato e addizionato di semi di senape. Questo non possiede ovviamente le qualità terapeutiche della Wasabia Japonica, la cui variante più potente in senso medico è quella chiamata Sawa wasabi, cioè quella cresciuta in acqua corrente.

WASABI E SALUTE: i principi attivi

C’é molta ricerca scientifica in corso da un paio di decenni sulle qualità del sawa wasabi, poiche il suo uso regolare nella alimentazione potrebbe essere uno dei motivi della longevità della popolazione giapponese che lo considera un superalimento dalle molteplici qualità mediche. 

Secondo il lavoro di un gruppo di ricercatori della Facoltà di medicina dell'Università di Firenze, pubblicato dalla rivista statunitense Proceedings of the national academy of sciences (Pnas), il consumo regolare di wasabi sarebbe in grado di alzare la soglia di percezione del dolore, grazie all'effetto del wasabi receptor (Trpa1).

Le molecole che conferiscono al wasabi il suo inconfondibile aroma sono degli isotiocianati, nessuna altra brassicacea ne è così ricca, e soprattutto le altre mancano degli isotiacianati a catena lunga tra cui:

6-metiltioesil isotiocianato

7-metiltioeptil isotiocianato

8-metiltiottil isotiocianato.

Queste sostanze sono note per inibire la crescita microbica con evidente funzione battericida.

Possiamo considerare il wasabi più una medicina che un condimento come accade per molte spezie o erbe. La wasabia japonica, come tutte le piante della famiglia delle brassicaceae o crocifere (brocoli, cavolo, senape), tra tutti gli ortaggi commestibili, sono probabilmente quelle che contengono la più grande varietà di molecole fitochimiche con proprietà antitumorali. Oltre a numerosi polifenoli presenti anche in altri alimenti protettivi. Le crucifere contengono un’elevata concentrazione di sostanze chiamate glucosinolati. I glucosinolati durante la masticazione, entrano in contatto con un enzima chiamata mirosina che in presenza dell’acqua, trasforma i glucosinati in isotiocianati. Gli isotiocianati sono molecole che contengono nella loro struttura un atomo di zolfo, responsabile del caratteristico odore prodotto dalla cottura troppo prolungata del cavolo o delle lacrime quando mangiamo la senape o il wasabi. Molta della ricerca si è concentrata sullo stabilire quale degli isotiocianati fosse il più potente ed esercitasse gli effetti farmacologici più interessanti, ma allo stato attuale si è concluso che la associazione di quei circa 20 diversi contenuti nel sawa wasabi è il segreto della efficacia, e che anzi isolare una singola molecola potrebbe addirittura essere svantaggioso per l’organismo umano. 

Ci sono molti studi che hanno dimostrato il potere antitumorale ed antibatterico degli isotiocianati. Lo zolfo invece, accelera considerevolmente l’eliminazione dall’organismo delle sostanze tossiche potenzialmente in grado di far sviluppare il cancro. La wasabia japonica è anche ricca di proteine, vitamina B6, vitamina C, minerali come calcio, magnesio, potassio e manganese.

EFFETTO ANTIINFIAMMATORIO. 

Indicato per l’asma, allergie, riniti, eczema, malattia infiammatoria intestinale e morbo di crohn.

Gli isotiocianati sono eccellenti antiinfiammatori grazie alla loro rapida azione e sono efficaci in bassi dosaggi. Nella pratica medica popolare giapponese la pasta di wasabi è usata per il suo potere antiinfiammatorio, e da questo deriva il suo uso per curare e guarire ferite e piaghe. 

Il 6-MITC inibisce la lipoossigenasi, cycloossygenasi e le cAMP fosfodiesterasi conivolte nella infiammazione. Depree gia nel 1988 pubblica l’azione antiinfiammatoria della pianta e delle crucifere, mentre Dorsch nel 1984 ne aveva pubblicato il potere antiasmatico, gia noto nella medicina tradizionale giapponese, come anche l’efficacia nella cura dell’eczema atopico e delle allergie stagionali. In contemporanea venivano documentati l’effetto antiaggregante piastrinico, per cui se ne individuò La utilità nella terapia dell’infarto del miocardio e la rapida efficacia con uso di basse dosi di pianta. Si ipotizzò perfino l’uso della wasabia japonica nella terapia dello shock anafilattico. 

EFFETTO ANTIMICROBICO.

Gli isotiocianati della wasabia japonica, e perfino solo i suoi vapori, hanno un effetto inibitorio su diversi ceppi di batteri, lieviti e muffe. Si pensa infatti che la introduzione del wasabi nella dieta a base di pesce crudo trovi spiegazione in questo suo effetto. (Depree et al., 1998). Diversi studi scientifici (Ono et al., 1998; Shin e Lee, 1999) hanno dimostrato che il 6-MITC estratto dal Sawa wasabi ha grande efficacia contro lo Staphylococcus aureus, perfino i ceppi mutanti, e la Escherichia coli. E’ quindi indicato per combattere: Staphylococcus aureus, Escherichia coli, Streptococcus mutans, batterio del cavo orale responsabile di carie (Masuda et al 2000) per cui è presente in dentifrici e prodotti per la igiene orale e prevenzione. 

Lavori scientifici dimostrano che inibisce Helicobacter pylori (Masuda et al., 2001; Shin et al., 2004; Haristoy et al., 2005), batterio corresponsabile di ulcere gastriche e cancro allo stomaco. Si è visto che e’ efficace nel distruggere l’Helicobacter perfino se questo si è infiltrato nella mucosa dello stomaco.

Effetto antiaggregante piastrinico.

Inibire la formazione di coaguli di piastrine nel circolo sanguigno è importante per proteggere il cuore da infarti del miocardio ed ictus cerebrali.

Il 6-MITC del Sawa wasabi ha un effetto antiaggregante piastrinico come dimostrano gli studi di Kumagai e altri nel1994 e Morimitsu et altri nel 2000 e ancora nel 2002. I meccanismi del blocco di aggregazione avviene tramite diversi meccanismi incoluso la inibizione della lipoossigenasi, cicloossigenasi, cAMP fosfodiesterasi e la cGMP fosfodiesterasi.

PROPRIETA’ DISINTOSSICANTE E CONTROLLO DELLA ADIPOGENESI

IL wasabi nella medicina popolare giapponese è noto per essere un disintossicante naturale poiché aiuta il fegato ad espellere tossine e sostanze cancerogene. Stimola la espulsione di composti tossici conservati nel grasso epatico. Nel 2015 Kim YJ1 et al pubblicano su Plos one un lavoro fatto in laboratorio e poi sui ratti per studiare gli effetti degli isotiocianati sul metabolismo lipidico e giungono alla conclusione che vengono metabolizzati a livello epatico ed escreti per via renale, penetrando praticamente in tutti i tessuti dell’organismo, e che hanno probabilmente il potere di bloccare la lipo genesi o formazione del grasso avendo cosi proprietà anti obesità. Questo effetto gli conferisce la importanza di prevenire la formazione di grasso, che nel caso dei pazienti oncologici ha un ruolo fondamentale di tipo infiammatorio e trofico del tumore. 

Il wasabi è inoltre un alimento a basso contenuto calorico per cui viene considerato un ottimo alimento sostitutivo per coloro che devono controllare l’introito calorico in corso di diete. Inoltre il wasabi è ricco in fibre per cui nutre il microbiota intestinale e migliora la salute dell’intestino prevenendo infiammazione e patologie avendo anche un importante effetto nel migliorare e velocizzare il processo digerente.

AZIONE ANTITUMORALE 

Ci sono evidenze in letteratura, che datano già ad inizio anni novanta, che documentano la capacità degli isotiocianati del wasabi di distruggere cellule tumorali. Nella letteratura più recente vengono riportati i meccanismi di azione del wasabi che gli conferiscono proprietà ed effetti antitumorali. Nello specifico gli isotiocianati sono in grado di agire sugli enzimi che trasformano composti precancerogeni in veri composti cancerogeni e possono attivare enzimi disintossicanti o di fase due per depurare la cellula. (Yu et al., 1996; Hecht, 1999; Kirlin et al., 1999). Un esempio è la glutathione S-tranferasi ed enzimi similari (Morimitsu et al., 2000), e forse attraverso la stessa modulazione della espressione genica (Yu et al., 1996; Gao and Talalay, 2004), e attraverso la inibizione delle iniziazione delle crescita tumorale (Yano et al., 2000). 6-MITC ha perfino la capacità di bloccare il ciclo cellulare delle cellule cancerose (Hashimoto et al., 2004) e di poter colpire la sintesi proteica delle stesse cellule. (Hou et al., 2000). 

IL processo metastatico, un momento critico per la progressione e diffusione della patologia cancro, può essere bloccato attraverso gli isotiocianati ed in particolare dal 6-MITC. Fuke e la sua equipe nel 1997, 2000, 2006 e Manesh and Kuttan nel 2003 hanno dimostrato che il 6_MITC derivato dal wasabi ha bloccato la disseminazione o metastatizzazione di diverse linee cellulari cancerose. In numerosi casi si è potuto dimostrare che gli isotiocianati derivati dal wasabi hanno spinto le cellule cancerose alla apoptosi. Questo effetto è stato dimostrato in cellule di leucemia (Nakamura et al., 2001; Fimognari et al., 2004), cancro della mammella (Nomura et al., 2005), cancro del polmone (Kuang and Chen, 2004), cancro del colonretto (Lund et al., 2001) e vari altri tipi (Watanabe et al., 2003; Fimognari et al., 2005). Un aspetto di fondamentale importanza è che gli isotiocianati del wasabi danneggiano solo le cellule cancerose mentre non causano danni alle cellule sane, infatti non sono mai stati registrati effetti collaterali. 

In uno studio pubblicato nel marzo 2016, Hsuan SW1 e colleghi , dimostrano lavorando su cellule di cancro del colon, Co 205, esposte a diverse concentrazioni di estratto di wasabi, che è possibile indurre apoptosi ed autofagia delle cellule tumorali. I meccanismi di azione sono molteplici, come attivazione di TNFalpha, , Fas-L, caspasi, Bid troncato e citocromo C. L’autofagia viene indotta riducendo la fosforilazione di Akt ed mTOR e promuovendo la espressione di una catena proteica leggera 3-II associata ai microtubuli cellulari e la formazione di AVO. Nel vivo lo studio conferma una azione da parte dell’estratto di wasabi che si manifesta in un rallentamento della crescita tumorale. I risultati dello studio suggeriscono la importanza del wasabi come terapia complementare nel cancro del colonretto e del suo alimentare in senso di prevenzione antitumorale. 

Uno studio pubblicato nel 2014 evidenzia la efficacia del easabi nel cancro della mammella. 

I ricercatori lavorano su topi inoculati con cellule MDA-MB-231 o 453 e ricevono contemporaneamente il 6MITC, isotiocianato estratto dalla Wasabia japonica, per dodici giorni dopo la inoculazione. Sono stati riportati frammentazione del DNA, attivazione di caspasi, ed apoptosi dele cellule tumorali, Inoltre downregulation della espressione di NF-Kb, di AKT, e ridotta espressione di kBalpha, dose dipendenti.

La conclusione dello studio è che il 6MITC promuove l’apoptosi delle cellule di cancro della mammella, inibendo NF-Kb, e quindi togliendo il suo controllo dalla via PI3K/AKT.

Nel cancro del pancreas Chen YJ1 pubblicano nel 2014 uno studio su 6MITC ed altri isotiocianati di wasabi su linee cellulari di cancro al pancreas arrivando alla conclusione che non solo inducono apoptosi delle cellule cancerose ma che le bloccano nella fase G2/M arrestando la mitosi. Inoltre lo studio rivela che i due isotiocianati potrebbero essere in grado di arrestare le cellule staminali del cancro del pancreas. 

Korenori Y1 e colleghi confermano nel 2013 che il 6MITC mostra effetto citoprotettivo ed effetto di protezione in corso di chemioterapia antitumorale, come già pubblicato da Hou e colleghi già nel 2011.

Nel 2009 Nomura e colleghi pubblicano su Cancer Epidemiology che gli alchilisotiocianati del wasabi sopprimono la attività della chinasi dell’EGFR aumentando invece la attività della tirosina chinasi, il tutto con una modalità dose dipendente degli isotiocianati, e senza interferire con le chinasi non collegate al recettore come la Chinasi A, Chinasi C, tirosina chinasi, e la chinasi III calmodulina dipendente.

Nel 2006 Fuke e la sua equipe pubblicano un lavoro in cui dimostrano un effetto preventivo del 6MITC estratto da wasabi e di estratto di radice di wasabi sulle metastasi polmonari da melanoma in modelli animali. Lo studio mostra efficacia in entrambe i casi ma un dato interessante che emerge collateralmente alla osservazione della inibizione delle cellule tumorali è un effetto ancora maggiore negli animali pretrattati per due settimane prima della inoculazione delle cellule tumorali. Questo conferisce agli isotiocianati ed all’estratto di radice del wasabi un importante effetto protettivo antitumorale. 

Nel 2005 Nomura e colleghi pubblicano che estratti di wasabi possono bloccare la crescita ed indurre apoptosi in cellule di carcinoma della mammella e di melanoma. Nello specifico testarono diversi isotiocianati dimostrandone l’efficacia, attribuendo maggiore effetto alla 6MITC, e dimostrando un rallentamento della crescita cellulare fino alla soppressione ed apoptosi delle linee cellulari. 

ALTRI EFFETTI BENEFICI PER L’ORGANISMO

Oltre agli effetti antiallergici, antiinfiammatori, antiinfettivi ed antitumorali documentati sono stati rilevati altri specifici effetti benefici per la salute dell’uomo e della donna.

Il wasabi è un ottimo antidiarroico secondo quanto pubblicato da Nakayama nel 1998, ha funzioni nefroprotettive nel paziente diabetico (Fukuchi et al., 2004), ed un lavoro pubblicato nel 2012 dimostra che il 6MITC non solo ha effetti benefici per i pazienti affetti da diabete di tipo II, ma sembra addirittura che che possa essere utile in un numero di pazienti per eliminare la insulina dalla terapia. Ha effetti antiossidanti (Gao et al., 2001; Lee et al., n.d.), funge da immunomodulatore (Manesh and Kuttan, 2003), inibisci il cancro e riduce la tossicità dei trattamenti medici (Manesh and Kuttan, 2005), protegge inoltre l’ apparato cardiovascolare e le sue funzioni (Wu et al., 2004), e combatte la osteoporosi stimolando la ricalcificazione del tessuto osseo anche se somministrato in piccole quantità (Suzuki et al., 1997; Suzuki and Yamaguchi, 1999).

E’ quindi da considerarsi un buon alleato nella terapia di patologie croniche e infiammatorie ed infettive. Efficace come overlapping terapeutico in malattie che vanno dall’asma a allergie stagionali, reazioni allergiche, artrite, morbo di crohn, colon irritabile, intossicazioni alimentari, gengiviti e stomatiti, carie dentarie, infezioni da helicobacter pilorii (HP), gastriti ed ulcere HP correlate, prevenzione e trattamento di cardiopatie infiammatorie ed infarto miocardico, ictus, prevenzione e cura dei tumori con maggiore specificità nei casi di cancro della mammella, colon, polmone, prostata, vescica, pancreas, leucemia ed altri, gestione della tossicità da chemioterapia e radioterapia, e nella cura della osteoporosi e patologie in cui necessita ricalcificare lo scheletro.

http://www.erboristeriarcobaleno.com/micoterapia_e_supporto_oncologico.html

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