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Acqua bollente, acqua salina | Giuseppe Torchio

| Scritto da Redazione
Acqua bollente, acqua salina | Giuseppe Torchio

Le confidenze di un noto professionista, confermate da un valente avvocato, mi evidenziano come consuetudine consolidata la presenza di "mediazioni" più che lecite, che talvolta arrivano anche al 10% dell'ammontare complessivo del progetto o del piano che si va a definire.

 

Non voglio credere che anche il piano d'ambito dell'Ato, che si protrarrà per ventanni, fino al 2032 e con investimenti di oltre 370 milioni, possa far parte di tale paniere.

 

Oggi più che mai la gente chiede alla politica trasparenza. Quindi anche l'acqua deve essere come la "moglie di Cesare", al di fuori ed al di sopra di ogni più remota congettura o illazione e va fugato ogni sospetto, compreso quello della scarsa trasparenza, mosso, in particolare dal Comitato oer l'acqua pubblica, ma anche da diversi amministratori locali.

 

Le modalità di approccio alla tematica e le spiegazioni da fornire alla platea degli aventi titolo, in primis i sindaci ed i consiglieri provinciali, non possono contemplare solo il modello della "società mista" con il 40% ai privati, senza mai approfondire i contenuti dell'affidamento del servizio ad una società pubblica "in house", cancellata, in origine, perché bella e impossibile.

 

Soprattutto i presentatori delle proposte dovrebbero rimuovere le molteplici incompatibilità legate alle loro rappresentanze legali, consulenze e presenze amministrative.

 

In altre parole è eticamente insostenibile che le consulenze della Provincia e dell'Ato di Cremona siano le stesse che hanno operato le privatizzazioni dell'Ato di Arezzo per conto della multinazionale Gaz de France-Suez.

 

A tuttoggi sui siti compare, infatti, tale referenza a livello di consulenza e rappresentanza legale. Perciò è ancor più inquietante che da questo juke box venga sempre irradiata la sola canzone della privatizzazione.

 

E per questi motivi sono in molti, nei Comuni, ad affilare le armi per costituirsi dinanzi al Tar dopo essere stati espropriati delle competenze in materia idrica da parte di quella legge regionale che ha visto proprio Salini come proponente per conto dell'Unione Province Lombarde.

 

Alla saggezza dei sindaci, ormai ridotti a mero organo di consultazione perché, con la nuova legge, la materia è stata trasferita quale competenza provinciale, fa da pendant quella del consiglio provinciale nel respingere, all'unanimità, al mittente tale progetto.

 

Élementi di riflessione considerati dalla stessa Regione Lombardia che, in queste ore, raccomanda vivamente la ricerca di un'ampia condivisione attorno al futuro Piano d'Ambito. Acqua calda se si considera la saggezza antica di chi ha previsto nel vecchio statuto del Consorzio Acqua Potabile, ora Padania Acque, una maggioranza bulgara per tariffe e piani di investimento.

 

In altre parole non sarà possibile non tenere conto degli inviti alla prudenza e delle raccomandazioni delle quattro maggiori città della provincia, Soresina compresa, che si riferiscono al futuro delle aziende pubbliche da loro create, in qualche caso anche oltre un secolo fa.

 

Un piano d'ambito meno ambizioso, con minori capitalizzazioni ed un piano d'investimenti più consono alla stagione del rigore, può essere alla portata dei nostri Comuni e delle "sette sorelle" che non sono venute giù con la piena, in attesa di improbabili benefattori privati.

 

Peraltro i sindaci dovrebbero dare il là ad un'unica società pubblica a livello provinciale, con un solo consiglio di amministrazione in luogo delle attuali decine, secondo le "pesature" delle varie società attuali, in gestazione da quasi un decennio e mai definitivamte adottate.

 

Di fronte a questo sforzo di semplificazione, voluto da un'opinione pubblica sempre più attenta ed esigente, anche il necessario giro d'orizzonte con Cassa Depositi e Prestiti ed Istituti di Credito per la bancabilità del piano d'ambito sarà sicuramente agevolato dal momento che nella futura tariffa, mentre è esclusa dal quesito referendario la remunerazione del capitale prestato potrà, invece, essere compresa la remunerazione del tasso di interesse da corrispondere alle banche per il denaro investito.

 

E proprio per questo, a puro titolo informativo, nei prossimi 15 giorni, andrò personalmente a consultare, uno ad uno, i maggiori Istituti per verificare se sia proprio vero che vogliono negare lo sviluppo di un così cospicuo investimento, in un mercato "captive", quindi sicuro perchè garantito dalla tariffa.

 

Giuseppe Torchio

Consigliere Lista Civica Provinciale

 

Cremona, 6 gennaio 2012

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