Domenica, 19 maggio 2024 - ore 18.58

Arcigay Cremona lancia la campagna ‘100 Comuni contro l’Omofobia’

Nella foto, da sinistra, Ilaria Giani (Arcigay Cremona), Gabriele Piazzoni (Presidente Arcigay Cremona), Aurora Diotti (Arci Cremona, che sostiene la campagna)

| Scritto da Redazione
Arcigay Cremona lancia la campagna ‘100 Comuni contro l’Omofobia’

Arcigay Cremona lancia la campagna 100 Comuni contro l’Omofobia in occasione della Giornata Internazionale Contro L’Omofobia che si celebra ogni anno il 17 maggio, in virtù della decisione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, avvenuta il 17 maggio 1990, di cancellare l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali, ritenendola «una variante naturale del comportamento umano».

La Campagna è rivolta a tutte le Amministrazioni Comunali della provincia di Cremona, affinché aderiscano alla Rete RE.A.DY.- Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Nella nostra provincia hanno aderito alla rete solo i centri urbani maggiori, Cremona, Crema e Casalmaggiore, restano però i restanti 112 comuni della nostra provincia da coinvolgere nella lotta alle discriminazioni, con la condivisione di buone pratiche e promuovendo interventi di sensibilizzazione verso le rispettive comunità e nelle scuole.

A distanza di circa un anno dalla decisione dell’allora amministrazione provinciale, guidata da Massimiliano Salini, di uscire dalla Rete READY, unico caso in Italia, coinvolgere tutti i comuni della provincia sembra la migliore e più efficace azione possibile per rispondere a quel grave atto di discriminazione istituzionale, chiedendo direttamente ai Consiglieri Comunali e ai Sindaci di farsi carico della tutela dei propri cittadini.

In tutti i Comuni e a tutti i Consiglieri Comunali della provincia saranno diffusi una bozza di mozione con la quale chiedere che il comune aderisca alla Rete RE.A.DY. e promuova iniziative presso l’opinione pubblica, volte al contrasto delle discriminazioni. L’Adesione alla Rete non comporta alcuna spesa e alcun obbligo, ma permette al comune di sottolineare la propria volontà di impegnarsi in difesa dei propri cittadini omosessuali, di essere informato e coinvolto in merito alle buone pratiche di inclusione sociale che potrebbe mettere in campo, legandosi in un circuito virtuoso con gli altri enti pubblici coinvolti, mettendolo in grado di costruire azioni e progetti comuni.

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