Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 01.41

Calano le scorte di Parmigiano Reggiano, un segnale positivo per la redditività

La news giunge dall’Osservatorio Agri&Food di CremonaFiere

| Scritto da Redazione
Calano le scorte di Parmigiano Reggiano, un segnale positivo per la redditività

Dopo due anni di lievi ma costanti incrementi, le scorte di Parmigiano Reggiano mostrano la prima evidente flessione. Lo rende noto attraverso un comunicato il Consorzio di tutela che sottolinea come il riferimento, in particolare, riguardi il prodotto stagionato oltre 18 mesi per il quale, secondo l’elaborazione del Sistema informativo filiera Parmigiano Reggiano (Si-PR), si registra un calo dell’1,1%, andamento che non si verificava dal novembre del 2013, quando la flessione fu di un più misero 0,2%.

«Siamo di fronte a un dato positivo – è stato il commento del Presidente del Consorzio, Giuseppe Alai – chiaramente determinato da un aumento della richiesta che sta proseguendo e va a consolidare quei dati che a fine ottobre parlavano di un +2,3% delle vendite nella grande distribuzione organizzata (in netta controtendenza rispetto al calo del 2,9% della vendita di formaggi duri) e di un flusso di esportazioni che a fine agosto risultava in crescita del 7,2% per il prodotto in forme o porzionato e del 14,7% per il grattugiato. La flessione delle scorte – ha sottolineato Alai – è a maggior ragione significativa se si considera che si riferisce a un prodotto marchiato e stagionato oltre 18 mesi, sul quale aumentano complessivamente quegli acquisti che in questi anni si erano già fortemente innalzati per il formaggio a lunga stagionatura (30 mesi e oltre) determinando cambiamenti profondi nella struttura delle scorte». Alla crescita dei consumi e alla diminuzione del prodotto in stagionatura nei magazzini corrisponde anche un consolidamento della ripresa delle quotazioni all’origine, che già si era manifestata tra le metà di ottobre e la metà di novembre. «La cautela è ancora d’obbligo – ha rimarcato Alai – ma la Borsa comprensoriale, il 4 dicembre scorso, ha registrato un ulteriore incremento di 10 centesimi al chilo e i segnali che giungono dalle ancor più recenti sedute dei mercati delle province interessate sono confortanti. Siamo ancora al disotto di valori in grado di garantire reale redditività ai produttori, ma questo trend, ora accompagnato da una flessione delle scorte finalmente evidente, apre migliori prospettive di ritorno a livelli più soddisfacenti, soprattutto in vista di quelle festività che già lo scorso anno determinarono un sensibile rialzo delle vendite sul mercato interno: +7% rispetto al 2013».

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