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Carcere e giustizia | S.Ravelli

| Scritto da Redazione
Carcere e giustizia | S.Ravelli

Il rapporto di Antigone e i “numeri” del ministro Severino
Si viene afferrati da un senso di sgomento, nello sfogliare il IX rapporto sulle condizioni di detenzione in Italia elaborato da Antigone. Si documenta non solo la situazione di vera e propria tortura in cui è costretta a vivere la comunità penitenziaria. Sono i mezzucci per cercare di edulcorare questa realtà, a risultare maggiormente offensivi.
Secondo i dati ufficiali, al 31 ottobre 2012, la capienza regolamentare dei 206 istituti penitenziari è di 46.795 posti. "La notizia però incredibile - scrive Antigone nel rapporto - è che due mesi prima la capienza degli istituti era di 45.568 posti. A noi non risultano apertura di nuove carceri, né di nuovi padiglioni in vecchi istituti di pena. A che gioco giochiamo?".
Giochiamo, si potrebbe rispondere, al giochino degli annunci ad effetto, quel tipo di “gioco” in cui sono stati eccellenti maestri i predecessori del ministro Paola Severino, che per parte sua si dimostra una bravissima allieva. Giorni fa Severino, in visita al carcere veneziano della “Giudecca”, dopo aver promesso novemila posti in più ha aggiunto che ne erano stati già creati quattromila. Come e dove non lo ha chiesto nessuno, e lei non lo ha chiarito. Tutto però ha un che di magico: da agosto a ottobre 2012 vengono “creati” circa 1.200 nuovi posti. Nel mese di novembre eccone altri 2.800 nuovi. Il Genio della lampada o la bachetta del Mago Merlino? Semplicemente, sono stati inseriti i posti derivanti dai nuovi padiglioni costruiti all'interno delle vecchie strutture carcerarie ma che ancora non sono stati aperti, spesso a causa della carenza di agenti di polizia penitenziaria. Che vergogna! Il caso di Cremona è emblematico: da mesi all'interno della struttura di via Cà del Ferro è a disposizione un  nuovo padiglione, in grado di ospitare circa 200 detenuti, ma è ancora desolatamente vuoto!
In ogni caso l'Italia resta il Paese con le carceri più sovraffollate nell'Unione Europea: il nostro tasso di affollamento è oggi infatti del 142,5 per cento (oltre 140 detenuti ogni 100 posti). La media europea è del 99,6 per cento. I 66.685 detenuti nelle nostre carceri sono per lo più uomini. Le donne rappresentano solo il 4,2 per cento; gli stranieri (23.789) sono il 35,6 per cento. Le nazionalità più rappresentate: marocchina (19,4 per cento), romena (15,3 per cento), tunisina (12,7 per cento), albanese (11,9 per cento) e nigeriana (4,4 per cento).
Se è così (ed è così), questa conclamata, abituale, flagrante violazione della legalità va interrotta subito, con misure deflative capaci di ripristinare il numero dei reclusi entro livelli compatibili con gli obblighi prescritti dall’ordinamento. Questi elementi ci sono, la Costituzione li prevede e si chiamano amnistia e indulto. Due parole ormai bandite dal vocabolario della politica. Escludere pregiudizialmente il ricorso alla clemenza pagherà sul piano dei sondaggi d’opinione. Eppure le scelte di politica criminale dovrebbero rispondere ad un progetto di riforme razionali di cui amnistia e indulto rappresenterebbero l’indispensabile tassello iniziale.
Sottraendosi alle proprie responsabilità, la classe politica continuerà così a rendersi corresponsabile di un crimine seriale e di massa, indegno di un paese che voglia definirsi ancora civile.

Cremona, 20.11.2012
Sergio Ravelli
in sciopero della fame da lunedi 19 novembre


p.s.: sono oltre 28.000 le persone detenute che stanno partecipando ai 4 giorni di sciopero della fame e di battitura per un totale di 80 carceri d'Italia coinvolte nella lotta nonviolenta per chiedere Amnistia e Giustizia.
Per questo, giovedì 22 novembre ci recheremo davanti alle carceri dalle 19.30 fino alle 20.30. Durante questo sit in potremo accompagnare dall'esterno, per un quarto d'ora dalle 20 alle 20.15, la battitura che averrà all'interno da parte dei detenuti. Armiamoci allora di pentola, coperchio e cucchiaio.

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