L’amico Guido Vicario è tornato a lanciarsi nei commenti. Lo conosco da quasi un decennio (o forse più), fin dai tempi dell’officina intestata a Romano Prodi, proprio quando sconfisse per la prima volta il cavaliere. Si tratta di un’amicizia profonda , anche se non ci siamo mai incontrati di persona, rimanendo nel limbo del virtuale. E’ sempre stato così, sarcastico, referente, colto di suo e non indottrinato, né in dottrinabile, incontrarsi con i suoi commenti non è facile, perché lascia poco alla fantasia. Recita la sua parte che non potrebbe che essere la sua, esprimendo citazioni storiche senza vie d’uscita, per questo si legge con piacere e con attenzione, rimanendo stupiti nel non trovare argomenti per contrastarlo.
Da queste pagine lo ringrazio, anche a nome degli oltre 2.500 amici virtuali che oggi mi ritrovo.
Non si arrende al presente, amando guardare il futuro, tant’è che si ritrova impegnatissimo in un progetto ambizioso di un’auto elettrica, corredata da una organizzazione capillare per la sostituzione in tempo reale e ad un modestissimo costo, la batteria.
Se qualcuno volesse saperne di più non deve far altro che informarmi tramite maiul e provvederò a creare un contatto. Così trasmetto la sua ultima fatica letteraria dove ritroviamo tutti i leit motif di quest’ultimo secolo.
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C’era una volta… di Guido Vicario
Una volta era 'Dio, Patria e Famiglia' (il credo liberale) coniugata con ‘credere, obbedire, combattere’ (fascio), con ‘predica bene e razzola male’ (vaticano) e con ‘Franza o Spagna, pur che se magna’ (Uomo Qualunque), ‘Se avanzo, seguitemi, se indietreggio, uccidetemi’ (Dongo).
Successivamente è diventato ‘bunga-bunga’ ‘mi consenta’, ‘culo flaccido’, olgettina’, ‘culona inch…’, ‘farfallina, ‘patonza’, love of my life’, pdl - partito dell’amore.
Questo a riprova che i Italia c’era un deficit sessuale. Poi Sua Emittenza, una volta investiti i soldi dovuti, ha inventato ‘predellino’, ‘meno male che Silvio c'è’, otto milioni di barzellette, Apicellate. Nei lungi intervalli ‘Vladimir’, ‘Romolo & Remolo’, Gheddafi, la nipote di Mubarack si sono incrociati con: ‘grandi tende nel Parco a Roma’, ‘venite con le signore’, papi, bandana, briffare, lo stalliere, il capolavoro del legale magro:’utilizzatore finale’. E poi le celebri prove di amicizia: i Lele, i Bruno, gli Emilio, gli Umberti, tutte finite male.
Sono stati rivalutati anche i lenoni, gli sfruttatori e i parassiti. Come vedete è privo di fondamento la diceria che la destra non abbia più, come aveva nell’800, epigoni culturali, personaggi di grande levatura culturale, politico, morale: Ignazio, il Trota, il Fabrizio, il Clemente, il Beppe e uno stuolo di personaggi uno meglio dell’altro, sono lì a testimoniarlo.
Tuttavia, lasciato il faceto e tornando al serio, occorre ricordare che la Destra è indispensabile alla Democrazia, è la controparte della Sinistra, l’alternativa (dovrebbe essere), il contraltare, la forza critica, l’alternanza gestionale. Oggi il successo dei MAGNIFICI CINQUE ha anche una valenza sostitutiva della DESTRA tragicamente affondata. La figura di Bersani si pone con grande autorevolezza politica, solidità intellettuale e persino coraggio nell’affrontare le ‘non dovute’ primarie, Renzi nel suo insieme si pone come un ponte con un ceto medio spaventato più dalle nere prospettive che dal già nerissimo presente. Sembra che il ceto medio, la piccola e media imprenditoria, i professionisti, i commercianti abbiano capito che il fatto che tutte le spese dello Stato siano gravate del 20% di tangenti e di altrettanto di evasione fiscale sia un peso insopportabile per chi invece, e sono tanti, paga le tasse e rispetta la legge. E che la liquidità sia sparita (e vedremo perché).
E’ scritto in cielo che le prossime elezioni vedranno una autostrada aperta verso un futuro radioso se i suddetti cinque guideranno il paese e che in caso contrario dovremo tornare al ‘mala tempora currunt’ del ‘Dio stramaledica gli inglesi’.
