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Allevamenti avicoli di Confagricoltura Lombardia, scrive a Fava, assessore all’agricoltura

| Scritto da Redazione
Allevamenti avicoli di Confagricoltura Lombardia, scrive a Fava, assessore all’agricoltura

 

È del 19 febbraio la lettera che Gianni Comati, presidente della Federazione regionale allevamenti avicoli di Confagricoltura Lombardia, ha scritto all’assessore all’agricoltura della Regione Lombardia Gianni Fava per fare il punto sul settore avicolo e soprattutto per suggerire e favorire tutte quelle soluzioni che potrebbero aiutare quest’ultimo in un momento così delicato.

Quella avicola, infatti, è una filiera strategica all’interno del sistema agroalimentare italiano e lombardo in particolare. Secondo i dati dell’ultimo censimento generale dell’agricoltura (risalente al 2010), le aziende italiane impegnate nel settore sono 23.953, ovvero il 95% in meno rispetto al precedente censimento (quando se ne contavano quasi 478mila). Solo in Lombardia, viene allevato quasi il 16% di tutto l’avicolo nazionale per un soddisfacente valore di produzione che nel 2011 è stato di 447,7 milioni di euro, cui vanno aggiunti altri 198,2 milioni di euro per le uova.

Oltretutto il trend di consumo di carni bianche è in crescita e questo per la sempre maggiore richiesta di carne a un prezzo contenuto. Ciò nonostante, non si registra al contempo un proporzionale aumento di produttività e redditività degli allevamenti, che viene quindi compensato con una pericolosa impennata delle importazioni.

Proprio per discutere di queste tendenze, l’11 febbraio si è riunita la Federazione regionale avicola di Confagricoltura Lombardia, che chiede maggiore attenzione da parte delle istituzioni e l’attuazione di una serie di interventi urgenti quali l’etichettatura delle carni avicole, una burocrazia più snella, interventi strutturali per l’ammodernamento degli allevamenti, e la riduzione dei costi di produzione. A ciò si aggiungano l’introduzione di macchine timbratrici di uova in allevamento su scala nazionale e un’azione decisa sul fenomeno del “mancato rinnovo dei contratti di soccida”. Da parte delle istituzioni, ci si aspetta anche l’attuazione di tutte quelle soluzioni che possano rafforzare la filiera, come l’introduzione di interventi economici/finanziari utili per il processo di ristrutturazione e ammodernamento, e per i fermi produttivi conseguenti.

La Federazione confida nel fatto che il suo appello non cada nel vuoto ma anzi rappresenti lo spunto per una collaborazione con le istituzioni ancora più proficua.

Fonte: Confagricoltura

2014-02-25

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