Mercoledì, 08 maggio 2024 - ore 05.39

CREMA - FINITI AIUTI DEL COMUNE MOGLIE E MARITO AGGREDISCONO SERVIZI SOCIALI

Aggressioni ai Servizi sociali, operatori minacciati da marito e moglie

| Scritto da Redazione
CREMA - FINITI AIUTI DEL COMUNE MOGLIE E MARITO AGGREDISCONO SERVIZI SOCIALI

 «Continue e ripetute telefonate, incursioni negli uffici comunali, reiterate condotte di minacce, ingiurie e aggressioni verbali nei confronti degli operatori del servizio sociale. Il tutto ancora in corso».

Alla luce di questa situazione, ormai insostenibile, la giunta comunale è in campo a difesa dei dipendenti e affida all’avvocato Giuseppe De Carli di Crema l’incarico di intraprendere «ogni necessaria iniziativa e azione, giudiziale e stragiudiziale, al fine di tutelare gli interessi degli operatori e far cessare le condotte aggressive, minacciose ed ingiuriose poste in essere dai coniugi».

L’inizio di questa vicenda risale a cinque anni fa, precisamente al gennaio 2017, dunque si era negli ultimi mesi del primo mandato dell’attuale sindaco Stefania Bonaldi. Marito e moglie, di cui ovviamente non sono state diffuse generalità o informazioni che li rendano identificabili, si rivolgono al Comune per chiedere un aiuto economico. Non hanno i soldi per saldare le bollette. Gli uffici del Welfare, accertato che i due, a termini di legge, hanno diritto a questo contributo, definiscono un intervento economico in loro favore: «Viene prevista – si legge nella delibera della giunta Bonaldi che ha affidato l’incarico al legale – l’erogazione di un contributo annuale finalizzato all’acquisto di beni di prima necessità e al pagamento delle utenze nella misura massima 2.400 euro, come consentita dal relativo regolamento comunale».

I due però finiscono subito i soldi ricevuti dall’ente. Da qui cominciano le minacce. «La coppia – prosegue il documento – esaurito per intero detto beneficio già nel mese di gennaio, si rivolgeva con modalità intimidatorie e prevaricatrici al Servizio sociale per chiedere ulteriori contributi economici che, tuttavia, venivano negati, stante l’impossibilità di deroga del regolamento».

Passano i mesi e i due tornano alla carica. Nell’autunno dello stesso anno «nonostante il raggiungimento del limite annuale di contributo massimo erogabile, l’amministrazione, con provvedimento di giunta del 2 ottobre 2017, erogava un ulteriore piano di sostegno economico in favore del nucleo famigliare, subordinato all’attivazione di un percorso progettuale lavorativo per il marito». Niente da fare. I due non accettano. Cominciano le incursioni negli uffici le minacce, le ingiurie e le aggressioni verbali nei confronti degli operatori del servizio sociale. «Tutto documentato» spiegano in Comune. A febbraio del 2018 il comando di polizia locale segnala il caso alla procura, «in base ai reati di cui agli articoli 336, 339 e 340 del codice penale» dunque a cominciare dalle minacce a pubblico ufficiale. Da allora questi comportamenti aggressivi non sono venuti meno.

«La reiterazione – prosegue la delibera – ha determinato nei dipendenti e collaboratori dei Servizi sociali un perdurante e grave stato di ansia e di paura e generato in loro un fondato timore per la propria incolumità. Si è preso atto che le continue minacce ed aggressioni, oltre a generare ansia ed insicurezza nei dipendenti e collaboratori, impediscono il regolare svolgimento del servizio e la fruibilità dello stesso da parte degli altri utenti, spesso intimiditi dalle urla e dai comportamenti prevaricanti di cui i due coniugi si rendono protagonisti. Per questo abbiamo ritenuto opportuno tutelare gli interessi degli operatori e del Comune e affidare un incarico legale ad un professionista esperto».

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