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Cremona e le sue strade.Via Gaspare Aselli di Laura Bosio.

| Scritto da Redazione
Cremona e le sue strade.Via Gaspare Aselli di Laura Bosio.

GASPARE ASELLI, illustre medico e chirurgo
Una strada che dal cuore del centro storico si snoda in un lungo percorso. Stiamo parlando di via Aselli, che arriva a incrociare Largo Paolo Sarpi, e quindi al semaforo che dà su viale Trento Trieste. E' caratterizzata da diverse strutture importanti:  dalla casa di cura Le Ancelle al Vecchio Ospedale, alla struttura per anziani Casa Serena, alla sede di un prestigioso coro cremonese.

La storia di via Aselli è piuttosto complessa.
La sua attuale conformazione  di unica e lunga via risale solo al 1871. Prima era divisa in vari tratti, ciascuno con diverso nome. Nel 1531 il primo tratto, da corso Mazzini a vicolo dei Colonnetti, si chiamava Strada Beati Facij, forse dal nome dell’oratorio di San Facio, che all’epoca sorgeva all’angolo con corso Mazzini.
Lo stesso tratto nel 1751 era denominato Contrada di Sant’Eusebio (l’oratorio era stato affidato alla confraternita legata a questo santo). Passando al tratto successivo, tra vicolo dei Colonnetti e via San Siro, esso figurava nel 1590 con il nome di Contrada dell’Ospitale, in quanto l’Ospedale Vecchio aveva il suo ingresso proprio in quel tratto di strada. Lo slargo prospicente la chiesa di San Siro era invece chiamato Piazola de Santo Sepulchro, mentre il tratto seguente, fino a via Fogarole, dal 1604 veniva chiamato Strata di Santo Sepulchro. Infine l’ultimo tratto, quello che poi sbocca in viale Trento Trieste, nella mappa del 1751 aveva i nomi di Contrada di Santa Teresa e di Piazza di Santa Teresa.
Ma la storia della strada non finisce qui. Nel 1788, nella sua interezza, era denominata Contrada Cavallara, come l’omonima famiglia cremonese. Successivamente, il primo tratto, fino a via San Siro, tornò ad essere denominato Contrada dell’Ospitale. Infine, come già detto, nel 1871 arriva il nome definitivo.
Essendo composta da quello che era un insieme di differenti vie, la via Aselli presenta una molteplicità di volti: dal primo tratto, prettamente borghese, con qualche accenno di stile Liberty, per poi proseguire con una parte legata al mondo della cura: dalla casa di cura «Le Ancelle», al vecchio Ospedale. Dopo l’incrocio con via Gallarate e Pecorari, la strada cambia volto: ricorda una via da artisti, un po’ bohemienne. Dopo l’incrocio con via Robolotti, si arriva quindi ad un ulteriore caratterizzazione dei tempi passati,  legata ad una certa  dissolutezza.
Ma, grazie ad interventi di recupero ambientale ed edilizio, attualmente la strada è contraddistinta da decoro in tutta la sua estensione. Verso la fine, troviamo una vecchia chiesa ormai sconsacrata, che è sede della Camerata di Cremona.

La vita
Adesso parliamo di Gaspare Aselli, che oltre alla via dà il nome anche al liceo scientifico cittadino. Egli fu un medico cremonese di grandissima importanza per la medicina moderna, ed è ricordato per essere il primo scopritore dei vasi chiliferi (vasi linfatici del tubo intestinale che raccolgono il chilo - parte del materiale alimentare digerito e assorbito dall’epitelio intestinale – per convogliarlo nel sistema linfatico).
Aselli nacque a Cremona nel 1581. Egli compì gli studi classici, di lettere e filosofia, in città; poi, vista la sua propensione per le materie naturalistiche, venne avviato allo studio della medicina presso l’Ateneo di Pavia.
Una volta conseguita la laurea e divenuto un eccellente chirurgo, Aselli si trasferì a Milano, di cui divenne cittadino onorario e dove, in breve tempo, tra il 1612 e il 1620, venne elevato da Hutardo de Mendoza, governatore spagnolo in Milano, alla carica di Primo Chirurgo degli eserciti spagnoli in Italia.
Nel 1624, grazie alla fama che si era procurato e alle sue pubblicazioni, ottenne la cattedra dell’Università di Pavia, ma solo per pochi mesi. Infatti morì a Milano, a 44 anni, il 9 settembre 1625.
Venne sepolto nella chiesa di San Pietro Celestino, presso il ponte di Porta Orientale (l’attuale Porta Venezia).

Gli studi e le scoperte
Il 23 luglio 1622 Aselli sottopose a vivisezione un cane, alimentato da poco, con il proposito di mettere in evidenza i nervi ricorrenti ed i movimenti del diaframma. Mentre si adoperava a spostare la matassa intestinale per scoprire la fascia addominale del diaframma, venne attratto dalla presenza di numerosi filamenti bianchi nella zona dell’intestino. In un primo momento quei filamenti si sarebbero potuti considerare come nervi. Ma bastò inciderne uno tra i meno sottili, perché ne uscisse fuori un umore biancastro, simile al latte. Questo diede da pensare al medico, che iniziò uno studio sistematico di quelle formazioni. Arrivò così a correlare il gonfiore di tali filamenti e il pasto dell’animale. Tale constatazione sperimentale gli consentì di mettere in evidenza successivamente i clifideri in diverse specie animali, seguendone il decorso fino alle ghiandole mesenteriche. La scoperta e le indagini sperimentali dello studioso furono affidate all'opera, pubblicata postuma a cura degli amici, «De lactibus sive lacteis venis, quarto vasorum mesaraicorum genere novo invento dissertatio qua sententiae anatomicae multae, vel perperam receptaeconvelluntur, vel parum perceptae illunstrantur».
Il volume si apre con una prefazione. Le tavole illustrate, che precedono l'opera, meritano un discorso a parte. Artisticamente sono prive di pregio, ma la loro importanza risiede, oltre che nell'intrinseco valore anatomico, nella nuova metodica tecnica che viene adoperata: sono le prime illustrazioni anatomiche stampate a colori, con la tecnica della xilografia a 4 legni.

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Si ringrazia il giornale Il Piccolo di Cremona per l'autorizzazzione alla pubblicazione

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