Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 18.25

Cremona e le sue torri, donazione fotografica a Cremona Solidale

Appuntamento il 6 febbraio alle ore 16:30 presso Cremona Solidale

| Scritto da Redazione
Cremona e le sue torri, donazione fotografica a Cremona Solidale

Cremona e le sue torri: questo il titolo della giornata in programma il 6 febbraio alle ore 16:30 presso Cremona Solidale. Insieme alla donazione di Roberto Caccialanza, in ricordo della prof.ssa Elena Contucci Quintani, si terrà un’esibizione della violinista maestra Aurelia Macovei, che suonerà un violino Guarneri.



«Le 116 stampe fotografiche in bianco e nero (cm. 40x60) oggetto della donazione a Cremona Solidale fanno parte della mostra esposta fra il 6 dicembre 2008 e il 18 gennaio 2009 nelle sale del Museo Civico Ala Ponzone (oggi occupate dal Museo di Storia Naturale). La rassegna fu accompagnata dal relativo catalogo con testi di Mariella Morandi, Massimo Terzi e Luciano Roncai. Tra le dediche a inizio volume spiccava quella a Elena Contucci Quintani, che contribuì in vario modo alla realizzazione dell’intero progetto», spiega Caccialanza. «Le prime fotografie realizzate espressamente per il progetto Cremona e le sue torri risalgono però al settembre-ottobre 1994: tanto tempo servì per approfittare di occasioni straordinarie se non uniche come i lavori di rifacimento delle coperture della cupola del Foppone, dei restauri delle chiese di San Girolamo e San Carlo, così come quelli del nostro Torrazzo. A tal proposito, ho avuto la fortuna di essere uno dei pochi non addetti ai lavori che ha potuto salire (ben 7 volte sui quattro lati della torre) per ammirare e documentare ripetutamente da vicino i segreti della torre simbolo di Cremona, oltre a catturare scorci e vedute da posizioni prospettiche altrimenti non raggiungibili. Tuttavia la demolizione con esplosivo del serbatoio della ex Feltrinelli-Masonite sulla via Castelleone (che lasciò il posto al nuovo Ipercoop) è la vera preziosità di tutta la ricerca: ero il solo a trovarsi nella posizione più favorevole per registrare la sequenza del crollo, terminato con un tonfo che fece scuotere il suolo come un terremoto. Il lavoro di riprese fotografiche portò a raccogliere, mano a mano, centinaia di fotografie tra negativi in bianco e nero e a colori, diapositive, immagini digitali. La scelta di pubblicare le fotografie esclusivamente in bianco e nero fu deliberata e consapevole perché si legava con straordinaria efficacia all’argomento trattato. Fra tutti gli scatti vennero selezionati quelli più significativi sotto l’aspetto artistico e/o documentaristico».



«L’elenco definitivo delle torri contava 40 campanili di chiese e 43 torri e torrette di palazzi storici del centro cittadino, ciminiere e camini di vecchie industrie (manifatturiere laterizie, tessili e vetrarie) o moderne, cascine», aggiunge Caccialanza. «Spiccano, facilmente visibili, la torre della ex filanda Bertarelli di via Cistello (chiamata più comunemente “il Minareto”), le due torrette che sovrastano la Galleria 25 Aprile, i camini delle ex Ceramiche Eredi Frazzi al quartiere Po, la trentina di ciminiere e torri di raffinazione della Tamoil, il torrione di piazza Castello, la torretta della cascina Roncacesina sulla via Sesto... Vi sono poi costruzioni non individuabili dall’esterno perché circondate da mura che ne occultano la vista o inglobate in altri edifici, come la ciminiera della ex filanda in via Garibotti e quella del primo stabilimento Vergani fra le vie Tofane e Decia, immortalata nel breve periodo intercorso fra la demolizione di vecchi edifici e la costruzione di una nuova palazzina residenziale. Un altro sventramento, in via Larga, ha aperto uno scorcio eccezionale sulla torre Pretoria del palazzo Comunale. A Bagnara (Ca’ Basse) resiste ancora oggi all’abbandono e alle intemperie il camino della ex fornace Pagliari; a San Savino le campane rintoccavano il mezzogiorno mentre mi apprestavo a fotografare il campanile della chiesa omonima... Un viaggio settembrino in mongolfiera da piazzale Azzurri d’Italia a Casanova del Morbasco ha regalato tante emozioni: il sorvolo della città fino a una quota di oltre quattrocento metri dal suolo è stato utile per ritrarre panorami e punti di vista ovviamente straordinari ed esclusivi. Tra tutti, quello sulla chiesa di San Bartolomeo a Picenengo».

2034 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria