Domenica, 12 maggio 2024 - ore 11.31

Da Archimede a Nikola Tesla.RAR

Dagli specchi ustori al raggio della morte

| Scritto da Redazione
Da Archimede a Nikola Tesla.RAR

L’ipotesi da me lanciata in uno dei miei precedenti articoli, ha destato commenti e critiche, ma anche accuse di “fantapolitica”. Evidentemente sfugge ai più l’evoluzione della scienza, che, ancora  oggi, conosce ben poco dell’universo che ci circonda.

Faccio un esempio molto semplice e di comune nozione: i raggi del Sole esistono da sempre; sono i raggi che per molte combinazioni, non tutte ben conosciute, hanno permesso e permettono la vita sulla Terra.

Ciò significa che tutto ciò che esiste in natura è indirizzato al “bene comune”, tranne quando interviene la mano dell’uomo che cerca di sfruttare le medesime risorse per servire  il “male comune” tradendo gli scopi prioritari della Creazione.

Ci volle il genio di Archimede per cambiare le carte in tavola.

Considerato come uno dei più grandi scienziati e matematici della storia, i contributi di Archimede spaziano dalla geometria all'idrostatica, dall'ottica alla meccanica. Fu in grado di calcolare la superficie e il volume della sfera e intuì le leggi che regolano il galleggiamento dei corpi. In campo ingegneristico, Archimede scoprì e sfruttò i principi di funzionamento delle leve e il suo stesso nome è associato a numerose macchine e dispositivi, come la vite di Archimede, a dimostrazione della sua capacità inventiva. Circondate ancora da un alone di mistero sono le macchine da guerra che Archimede avrebbe preparato per difendere Siracusa dall'assedio romano.  (da Wikipedia).

Ma ciò che diete maggiore fama allo scienziato siracusano fu ben altro.

La cronaca di quell’epoca riporta che durante l'assedio romano di Siracusa (circa 214-212 a.C.), Archimede distrusse le navi nemiche con il fuoco. Si menzionarono delle "lenti con il fuoco" come armi progettate da Archimede. Lo strumento, chiamato "specchi ustori di Archimede", fu progettato con lo scopo di concentrare il calore dei raggi solari sulle navi che si avvicinavano, causando loro incendi.

Anche allora venne utilizzato il termine “raggio della morte”, come lo fu, più recentemente, per gli studi di Nikola Tesla, agli inizi degli anni  ’40, quindi secretati dagli USA, per essere ripresi nei nostri giorni, grazie allo sviluppo dell’elettromagnetismo e delle comunicazioni tramite satelliti in orbita.

L’ipotesi avanzata nel mio precedente scritto, tratta da un lunga relazione inviatami da un giornalista scientifico, tratta di concentrazioni di particelle (protoni, neutrini etc.etc.) esistenti da sempre, dotati di immensa e inesauribile energia, realizzati grazie allo sviluppo della scienza in campo elettromagnetico, in grado di scaricare la loro energia  su bersagli ben identificati (come le navi romane che assediavano Siracusa ai tempi di Archimede).

Quindi niente di nuovo, ma solamente uno sfruttamento di ciò che esiste in natura, dimostrando che l’uomo non inventa nulla, ma si limita a scoprire.

Penso che gli studi siano appena agli inizi, per fortuna, perché la via intrapresa non coinvolge il “bene comune”, bensì l’utilizzo in campo distruttivo, mentre quella forma di energia, se sfruttata diversamente, potrebbe fornire un sostegno alla vita stessa del pianeta, non pianificando la sua stessa distruzione.

Rosario Amico Roxas

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