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DDL svuota Province: nel “pasticcio all’italiana” ci sono anche buone cose | G. Trespidi

| Scritto da Redazione
DDL svuota Province: nel “pasticcio all’italiana” ci sono anche buone cose | G. Trespidi

Forza Italia, Lega e 5stelle non partecipano alla votazione finale alla Camera sul DDL Delrio meglio conosciuto come “svuota province”. È il preludio a nuove alleanze cosiddette variabili? Non penso sia ipotizzabile. – dichiara il Segretario provinciale dell’UDC Giuseppe Trespidi – Però al di la dei giudizi che si possono avere sull’utilità o meno delle Province non si può prescindere dalla richiesta di semplificazione dei Cittadini nell’individuare finalmente “chi fa che cosa” e quindi sul superamento dei processi burocratici sempre più ingarbugliati nei quali incappano nel momento in cui entrano in rapporto con la Pubblica amministrazione. Del superamento delle Province si cominciò a parlarne all’inizio degli anni ’70 quando furono istituite le Regioni. Sono passati circa 40 anni ma nulla di serio e di coordinato da allora si è fatto. Adesso anziché fare un discorso serio, organico e di reale cambiamento istituzionale – continua Trespidi – si ha l’impressione che si fanno le cose all’italiana dove si vogliono rincorrere stati d’animo piuttosto che visioni strategiche. Ora che per il Governo non più delle larghe intese sembrano venute meno le condizioni per una seria Riforma costituzionale delle Istituzioni, nessuna esclusa, si ricorre ad un provvedimento “tampone” augurandoci che il rimedio non sia peggiore del “male” che si vorrebbe curare.

Se sul versante del superamento delle Province qualche perplessità può esserci così non è riguardo alle norme che riguardano i piccoli Comuni, le Unioni di Comuni e la fusione tra Comuni. – prosegue Trespidi – Nel disegno di legge Delrio, tra tante buone norme già inserite in commissione a sostegno di Unioni e Fusioni di Comuni, in aula alla Camera si è provveduto al ripristino di una dimensione sensata dei Consigli e delle Giunte dei Piccoli Comuni. Finalmente si inverte la tendenza dopo anni di tagli alla democrazia spacciati per tagli ai costi della politica. Nei Comuni fino a 3.000 abitanti si torna da 6 a 10 consiglieri, con due assessori. Tra i 3.000 ed i 10.000 abitanti si torna da 7 a 12 consiglieri e fino a 4 assessori. Il tutto senza aumento dei pur esigui costi della democrazia. Un riconoscimento al volontariato ed alla partecipazione civile e democratica dei Consiglieri dei Piccoli Comuni. A meno che Calderoli, che è al Senato, non tenti di ripetersi, visto che i tagli sono venuti da lui e da Tremonti e dai sostenitori del governo Berlusconi ai quali ora si sono affiancati i 5stelle, contrari al disegno di legge approvato alla Camera non tentino di affossare questa operazione di buon senso.

I Cittadini italiani si aspettano un miglioramento delle loro condizioni di vita, di rapporto con la Pubblica Amministrazione e gli Enti locali e dei servizi che da questi vengono erogati. – conclude il Segretario provinciale UDC – Invertiamo il modo di ragionare e di impostare i bilanci dei vari enti locali: facciamo come nelle famiglie. Anziché partire dalle spese dell’anno prima partiamo dalle risorse di cui disponiamo e definiamo le vere priorità: quali sono i servizi essenziali da mantenere e che qualità va garantita ai Cittadini. Molto probabilmente ci accorgeremmo che per fare ciò non sempre è necessario ricorrere a degli aumenti di tasse o altro.

Cremona 22 dicembre 2013

Giuseppe Trespidi

Segretario Provinciale UDC Cremona

Cell. 335/8306343 - E-mail g.trespidi@gmail.com

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