Signor direttore, il senatore sottosegretario Pizzetti rivendica di aver difeso la città con l’accordo che, prima della attuale sentenza di condanna per disastro ambientale, dichiarava la Tamoil estranea al finalmente (già allora) accertato inquinamento da idrocarburi nella falda sotto le canottieri, appena oltre il muro di cinta della raffineria. L’assurdità dell’ammissione da parte di persone i cui ruoli non erano certo per sprovveduti ci ha fatto subito capire che la città si trovava ancora una volta sotto il solito ricatto: salute contro occupazione. Si sono versati fiumi di inchiostro per l’occupazione e pochissimo per la salute. Nulla di nuovo, concedo all’allora onorevole Pizzetti di essersi mosso nello schema di sempre credendo di fare del suo meglio. Mi riservo altra occasione per entrare nel merito della questione. Ora però il problema occupazionale è stato risolto, purtroppo in coerenza con il crollo del mercato della raffinazione in Italia. Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, finalmente è tempo che, sull’esempio di Gino Ruggeri, ci occupiamo della nostra salute e del disastro che la sentenza di condanna rileva a danno di noi tutti cittadini di Cremona, anche ex dipendenti Tamoil, da parte di comportamenti dolosi e colposi dentro l’azienda. Il nuovo sindaco difenda realmente la città e lei sottosegretario lasci che sia Tamoil a difendersi come può esibendo anche, se ci riesce, qualche suo merito.
Ermanno de Rosa (cittadino del quartiere Po, socio Bissolati, iscritto al Partito radicale, Cremona)