Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 22.16

Ecco perché faccio il segretario PD di Casalmaggiore di Mario Daina

Signor direttore, chiedo ospitalità al giornale, per cercare di rispondere a chi, in questi giorni, mi ha chiesto: che cosa ti ha spinto ad assumere una rogna come quella di diventare segretario del circolo Pd di Casalmaggiore? Sarò un tardo idealista, sarò un visionario, ma continuo a credere all’insostituibilità della politica.

| Scritto da Redazione
Ecco perché faccio il segretario PD di Casalmaggiore di Mario Daina

Solo una politica all’altezza esprime quella cultura in grado di guardare al bene comune e di accompagnare il progresso di una comunità. Ma per potersi compiutamente esprimere, la politica ha bisogno di uno strumento che ne concretizzi le scelte e questo strumento, anche se gode di poca salute, è la forma partito che non va confusa con i movimenti, che nati senza fondamenta, lavorano per interessi particolari e contingenti.

Dopodiché è ovvio che il Pd per come oggi è organizzato non è all’altezza della speranza che ha evocato nel Paese. C’è bisogno di cambiamento, il tema non è renzismo o rottamazione, ma far crescere amministratori capaci e un Pd che sappia innovare se stesso e la classe dirigente che esprime.

Quando un partito perde il rapporto con la sua gente e guarda al proprio ombelico, crescono i fenomeni di cesarismo e auto referenzialità, per cui una politica senza partiti che a livello locale funziona poco o male, diventa una politica senza capo né coda.

Ma la risposta, e lo dico a molti amici e compagni che conosco e stimo, non è sentenziando e criticando dal sofà che se ne esce, ma aiutandoci a sperimentare forme di organizzazione e partecipazione nuove, forti di quella storia e di quelle radici da cui il Pd trae origine, storia che molti, oggi silenziosi, hanno contribuito a scrivere. Allora, anche se mediamente più poveri ed ignoranti, c’era una visione valoriale concreta e sicura che dava un senso al tuo impegno politico: a Casalmaggiore è nata la prima esperienza di compromesso storico, a Casalmaggiore (erano i tempi dell’isolotto di Firenze), pur in presenza di resistenze drammatiche, fummo tra i primi a respirare l’aria nuova portata dal Concilio Vaticano secondo, qui con don Paolo è nata la

prima casa dell’accoglienza che ci ha insegnato sul campo cosa vuol dire accogliere ed includere, qui riuscimmo ad uscire dall’essere una delle zone più depresse per eccellenza, grazie alla visione lungimirante di due politici di razza come Rotelli e Baroni, l’Oglio Po ne è la testimonianza ancora viva. (...)

Voglio che il Pd torni a discutere di idee e progetti partendo dalle disuguaglianze e dalle periferie, voglio un Pd che nel suo povero bilancio compaiano le voci suole delle scarpe e volantini, per far conoscere come la pensa e cosa intende fare, come voglio un Pd (questo fuori bilancio) non astemio ma che frequenti i bar che sono le antenne vere della città e sono i luoghi della vecchia e nuova socialità (...).

Mario Daina (Casalmaggiore)

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