Sabato, 27 aprile 2024 - ore 07.03

GAS: I PROGRESSISTI EUROPEI SONO DIVISI SULLO SHALE

| Scritto da Redazione
GAS: I PROGRESSISTI EUROPEI SONO DIVISI SULLO SHALE

La Romania avvia lo sfruttamento di shale per garantire sicurezza energetica ed equità sociale. La Germania dice no al gas non convenzionale, e mette a serio repentaglio i piani UE per la diversificazione delle forniture

 

Lungimirante e attenta alla sicurezza energetica dell'Unione Europea in Romania,  intransigente - e anti-europea - in Germania. Così appare il campo dei progressisti europei in seguito alle recenti decisioni prese dai vertici del partito Social-Democratico romeno e dalla SPD tedesca sullo shale: gas non convenzionale estratto in rocce porose, ubicate in bassa profondità, mediante sofisticate tecniche di fracking, ad oggi adoperate con regolarità solo in Nordamerica.

 

Come riportato dall'agenzia AFP, venerdì, Primo di Febbraio, il Consiglio Regionale della Regione di Vaslui, nella Romania Orientale, ha concesso il via libera al colosso statunitense Chevron per la ricerca e lo sfruttamento dello shale.

 

La decisione dell'ente locale è stata motivata dalla posizione in favore dello shale espressa dal Primo Ministro romeno Victor Ponta, che, dopo un'iniziale scetticismo, ha definito l'oro blu non convenzionale come una forma di energia importante, nei confronti della quale Bucarest deve rapportarsi in maniera seria e strategica.

 

Leader di un'ampia collazione di governo rosso-gialla, composta dal Partito Social-Democratico e da quello Liberale, Ponta ha anche applicato alla lettera la legge UE, che prevede la liberalizzazione del mercato del gas in tutti i Paesi dell'Unione.

 

Insieme con la liberalizzazione, il Primo Ministro romeno ha anche approvato un meccanismo di tassazione per il surplus di profitto realizzato dalle compagnie energetiche nella vendita del gas estratto in Romania, con la finalità di erogare contributi che permettano alle persone meno abbienti di pagare le bollette per elettricità e gas.

 

Come riportato da Natural Gas Europe, la Romania possiede ingenti quantità di gas shale che, se sfruttato, garantirebbe a Bucarest l'indipendenza energetica per dieci anni, ed aiuterebbe l'Unione Europea a diminuire la dipendenza dalle forniture di oro di blu di Russia ed Algeria.

 

Differente è la posizione dei socialdemocratici tedeschi che, sempre venerdì, Primo di Febbraio, al Bundesrat hanno imposto una moratoria sul progetto di sfruttamento del gas shale approntato dal cancelliere cristiano-democratico, Angela Merkel.

 

Come riportato da Gazeta Wyborcza, la coalizione di SPD e verdi, che domina la Camera Alta del Parlamento tedesco, ha impegnato la Merkel a verificare gli effettivi impatti ambientali, e ad avviare una consultazione pubblica con le popolazioni locali interessate dal piano di sfruttamento del gas shale.

 

La coalizione rosso-verde, che lamenta la scarsa sicurezza e l'alto pericolo di inquinamento e dissesto idrogeologico derivato delle tecniche di fracking, ha de facto opposto le linee guida della Commissione Europea.

 

Pochi giorni prima del voto del Bundesrat, il Commissario UE all'Energia, Gunther Oettinger, ha chiesto alla Camera Alta tedesca un voto a favore della diminuzione della dipendenza energetica del Vecchio Continente dall'estero.

 

Come riporta l'Economist, in Europa, oltre che dalla Romania, lo sfruttamento dello shale è stato approvato da Polonia, Gran Bretagna, Ucraina, Ungheria, Estonia, Svezia, Grecia e Spagna, ed anche da Slovacchia, Lituania, Slovenia, Danimarca e Portogallo, dove il Governo è retto da coalizioni di centrosinistra.

 

A porre una moratoria allo sfruttamento dello shale è stata invece in Francia l'Amministrazione del Presidente socialista Francois Hollande che, malgrado fratture interne al suo stesso Partito, ha seguito l'esempio di Bulgaria, Olanda, Lussemburgo: gli unici Paesi in Europa contrari all'oro blu non convenzionale.

 

Obama con lo shale fa crescere gli Stati uniti d'America

 

Chi invece grazie allo shale sta incrementando il proprio peso nella politica energetica internazionale sono gli Stati Uniti d'America, grazie alla decisione dell'Amministrazione del Presidente democratico, Barack Obama, di avviare lo sfruttamento di gas non convenzionale.

 

Ricchi di gas shale, sopratutto in Texas, Pennsylvania, Georgia e North Dakota, gli USA hanno incrementato esponenzialmente le esportazioni di oro blu non convenzionale liquefatto in Asia, e si sono affermati come i principali partner energetici di Corea del Sud, India, Singapore ed Indonesia.

 

Concorde con la minoranza repubblicana, e sostenuta dal ritardo con cui l'Unione Europea sta sfruttando le proprie riserve di shale, l'Amministrazione Obama ha anche ipotizzato l'avvio dell'esportazione di oro blu non convenzionale liquefatto anche in Europa per garantire all'UE di diversificare le proprie fonti di approvvigionamento e, nel contempo, garantire la sicurezza nazionale dei Paesi membri.

 

Inoltre, Washington intende insediare, anche in Europa, il monopolio energetico di Russia e Algeria: Paesi che si avvalgono del gas per realizzare scopi di natura geopolitica.

 

La Russia di Putin in particolare contrasta i piani di sfruttamento dello shale in Europa, e si oppone a qualsiasi altra iniziativa volta alla diversificazione degli approvvigionamenti da parte di Bruxelles per mantenere il controllo sul mercato UE, ed impedire la creazione di un'Unione Europea forte, unita e davvero indipendente.

 

Matteo Cazzulani

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