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GAS: LA RUSSIA AGISCE SU DUE FRONTI PARALLELI

| Scritto da Redazione
GAS: LA RUSSIA AGISCE SU DUE FRONTI PARALLELI

Il Ministro dell'Energia russo, Alexandr Novak, presenta il piano di espansione di Mosca in Asia mediante l'oro blu liquefatto. in Europa, il Cremlino punta sul controllo dei gasdotti

 

Cambiano gli equilibri mondiali e con essi anche la strategia energetica della Russia, che guarda ora ad Est con il gas liquefatto, e ad Ovest con i gasdotti. Nella giornata di lunedì, 18 Marzo, il Ministro dell'Energia russo, Alexandr Novak, ha dichiarato la volontà da parte della Russia di implementare l'esportazione di gas liquefatto verso l'Asia: continente divenuto centrale nella politica economica globale, ad oggi sprovvisto di gasdotti che permettono l'esportazione di carburante dalla federazione Russa.

 

Il Ministro Novak ha inoltre aggiunto che l'implementazione delle esportazioni di gas liquefatto prevede la liberalizzazione del settore, ad oggi controllato dal monopolista statale dell'oro blu, Gazprom.

 

Oltre alla seconda compagnia del gas russa, Novatek, in corsa per la conquista del mercato asiatico c'è anche il monopolista statale del greggio, Rosneft: prima Oil Company che, di recente, ha avviato una stretta cooperazione con enti sudcoreani e giapponesi.

 

Ad oggi, la Russia ha relazioni difficili con i Paesi del Continente asiatico. Oltre alla partnership con il Giappone, e a rapporti stretti con il Vietnam, Mosca sta cercando di avviare una collaborazione con la Cina mediante la firma di un accordo già preparato per incrementare le esportazioni di oro blu siberiano in territorio cinese.

 

L'attenzione rivolta dalla Russia all'Asia è dettata dal crescente ruolo ottenuto nel Continente dagli Stati Uniti d'America che, con l'avvio dello sfruttamento dei giacimenti domestici di shale - gas presente in rocce porose poste a bassa profondità mediante sofisticate tecniche di fracking ad oggi adoperate solo in Nordamerica- hanno rafforzato la presenza in India, Corea del Sud, Singapore, ed Indonesia.

 

Differentemente che ad Est, ad Ovest la Russia si avvale dei gasdotti per contrastare un altro concorrente di Mosca nel mercato globale: l'Unione Europea.

 

Come riportato al Baltic Course dal Ministro degli Esteri britannico, William Hague, all'ordine del giorno dell'incontro tra i capi della diplomazia ed i titolari dei dicasteri della difesa di Gran Bretagna e Russia è in programma il prolungamento in Inghilterra del Nordstream.

 

Questo gasdotto è stato realizzato dalla Russia sul fondale del Mar Baltico per veicolare 55 Miliardi di metri cubi di gas all'anno dalle coste russe direttamente alla Germania, e, così, bypassare Polonia, Paesi Baltici e il resto degli Stati dell'Europa Centrale.

 

Offensiva russa all'Ucraina

 

Di recente, il giornale russo Kommersant'' ha riportato un'indiscrezione secondo cui la Russia sarebbe anche pronta a rilevare il controllo dei gasdotti dell'Ucraina mediante la creazione di un consorzio per la gestione delle condutture ucraine gestito al 50% da Mosca e Kyiv, ma de facto controllato al Cremlino.

 

L'operazione è una soluzione che la Russia ha proposto all'Ucraina in cambio di uno sconto sulle tariffe per il gas, che, ad oggi, impegnano Kyiv a pagare a Mosca 260 Dollari per mille metri cubi di oro blu.

 

Il controllo del Cremlino sui gasdotti ucraini, quasi certo in virtù dell'estrema necessità di Kyiv di ridurre le tariffe per il 90% del gas importato, ha conseguenze serie per l'Unione Europea, in quanto Mosca potrebbe controllare l'intero sistema di distribuzione del gas senza più la presenza di Stati indipendenti tra Russia e UE.

 

Lo scenario comporterebbe ad un'Unione Europea ancora priva di una comune politica energetica ed estera, e dipendente dal gas russo per il 40% del suo fabbisogno, l'esposizione diretta alle condizioni dettate dalla Russia, senza potere più contare su Stati intermediari obbligati, per contratto, a garantire il flusso di oro blu in Europa, come finora è stata l'Ucraina.

 

Matteo Cazzulani

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