Sabato, 27 aprile 2024 - ore 01.11

GIALLO DEI SABBIONI: E' OMICIDIO

SI RIAPRE IL CASO

| Scritto da Redazione
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Il giudice riapre il caso di Mauro Pamiro: l'insegnante di informatica e appassionato di musica trovato cadavere a 44 anni la mattina del 29 giugno del 2020 in un cantiere dei Sabbioni di Crema, si riaprono le indagini dopo 6 mesi.
 
Il corpo dell'uomo era stato rinvenuto poco distante dalla villa con giardino di Crema in cui viveva con Debora Stella, grafica pubblicitaria di quattro anni più giovane- all'epoca indagata l'omicidio come atto dovuto.
 
Il gip di Cremona, dopo una lunga camera di consiglio che era iniziata il 21 luglio, ha rigettato la richiesta di archiviazione proposta dalla Procura e invitato gli inquirenti a compiere accertamenti su alcuni aspetti evidenziati dall'avvocato Gian Luigi Tizzoni che assiste Franco Pamiro, il papà del professore amato dai suoi allievi.
 
Nel provvedimento - il gip chiede approfondimenti sulla 'confessione' della donna che poi aveva ritrattato ma non era stata ritenuta attendibile. "Alla luce delle spontanee dichiarazioni rese nell'immediatezza del rinvenimento del cadavere del marito - scrive - e al fine di valutare compiutamente lo stato psichico dell'indagata definita più volte dagli operanti come instabile e con comportamenti denotanti una problematica psichiatrica appare opportuno acquisire il video registrato dagli operanti della Squadra Mobile di Cremona nell'abitazione della Stella avente a oggetto le dichiarazioni di quest'ultima e altresì acquisire i tabulati telefonici dei coniugi".
 
Nuove verifiche vengono chieste anche sulla ricostruzione della caduta. "Pamiro aveva un foro nel centro della testa, una lesione non mortale ma importante per capire cos'è successo - è la tesi di Tizzoni -. Intanto, ci sembra molto difficile che il professore, affetto da una forma di distrofia muscolare, si sia potuto arrampicare così agevolmente. Poi c'è un'incompatibilità dell'ipotesi del suicidio con la tegola ritrovata accanto al corpo di Mauro sulla quale ci sono delle tracce di sangue."
 
Per questo sarebbero utili "nuovi prelievi per verificare la presenza di persone estranee che abbiano potuto maneggiare la tegola per colpirlo".
 
Il giudice accoglie in pieno la richiesta e chiede "accertamenti tecnici volti ad escludere eventuali tracce biologiche di terzi:
si dovranno riesaminare la tegola contro la quale il capo di Pamiro ha battuto cadendo dall'alto della casa in costruzione,la notte del 29 giugno 2020, dove è stato trovato cadavere- si ri-esamineranno i capi di vestiario che Pamiro aveva indosso al momento del ritrovamento;
si esaminerà l'abitazione della coppia con il luminol alla ricerca di eventuali tracce di sangue e verrà RI-esaminata anche l'autovettura della coppia, sempre con il luminol.
 
Indagini da terminare in sei mesi.
 
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