"In occasione della Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili, l’Italia conferma il suo forte impegno per la lotta ad ogni forma di violenza contro le donne e le bambine". Come sottolinea la Farnesina oggi in una nota, "si tratta di una delle priorità del nostro attuale mandato in Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite (2019-2021)".
"Secondo i dati riportati nel recentissimo Rapporto del segretario generale delle Nazioni Unite sull'attuazione della Dichiarazione di Pechino sui diritti delle donne e della relativa Piattaforma d'Azione, nell’ultimo decennio almeno 200 milioni di donne e ragazze hanno subito mutilazioni genitali". La Farnesina denuncia che "entro il 2030 più di una ragazza su tre nascerà in regioni dove questa pratica esecrabile è prevalente, con la conseguenza che almeno 68 milioni di ragazze saranno a rischio".
"Queste cifre", commenta il Ministero degli Affari Esteri italiano, "ancora allarmanti benché in calo, confermano la necessità di rafforzare ancora l’impegno globale per eliminare queste odiose forme di violenza sulle bambine e le ragazze, che hanno conseguenze gravissime, inaccettabili e irreversibili sullo sviluppo fisico e psicologico di chi le subisce. Consentendo che le giovani e giovanissime donne siano sottoposte a tale barbarie si consentono violazioni dei loro diritti più fondamentali e si pregiudicano le possibilità di sviluppo e di affermazione di una parte vitale e preziosa delle società in cui vengono praticate. Le mutilazioni genitali femminili sono un grave ostacolo all’empowerment femminile e quindi anche allo sviluppo sostenibile e alla crescita economia delle società in cui vengono permesse, o anche solo tollerate".
"L’Italia è in primissima linea nella campagna internazionale per l’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili", ricorda la nota della Farnesina, "ed è attiva nelle organizzazioni internazionali, nelle relazioni bilaterali con i Paesi interessati e sul campo, con i progetti della Cooperazione Italiana.
Partecipiamo attivamente ai negoziati in sede ONU – sia in Assemblea Generale a New York che in Consiglio Diritti Umani a Ginevra – per le risoluzioni sulle mutilazioni genitali femminili, anche assumendo la funzione di negoziatore per conto dell'Unione Europea. La legislazione italiana sulla prevenzione ed il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile è considerata a livello internazionale un esempio di buona prassi nella lotta a questo tipo di pratiche e siamo tra i maggiori Paesi donatori maggiormente impegnati su questo fronte".
Il MAECI condivide il proprio "impegno con la società civile e con tutte le Istituzioni interessate, nella convinzione che l’approccio vincente per combattere questo fenomeno sia un approccio onnicomprensivo e multidisciplinare che includa tutti gli attori coinvolti e tenga conto del legame intercorrente tra mutilazioni genitali femminili, disuguaglianza di genere e violenza sulle donne. Nella ferma convinzione che non sia sufficiente vietare e penalizzare certe pratiche fintanto che vengono accettate o anche solo tollerate a livello sociale", conclude la nota, "promuoviamo politiche integrate che includono anche la sensibilizzazione e la responsabilizzazione dei Paesi e delle comunità locali maggiormente interessati".
fonte aise