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Guerra del gas: Grecia e Italia dicono si alla TAP | M.Cazzulani

| Scritto da Redazione
Guerra del gas: Grecia e Italia dicono si alla TAP | M.Cazzulani

Atene e Roma esprimono sostegno politico al Gasdotto Transadriatico nella concorrenza con il Nabucco per il trasporto del gas Azero in Europa. L'ambiguità della posizione dei Governi greco e italiano, che accanto ai progetti UE continuano a sostenere i piani energetici della Russia nel Vecchio Continente 
Per Grecia e Italia la politica energetica può essere il vettore per restare aggrappati all'Europa. Nella giornata di lunedì, 7 Agosto, il Governo greco e quello italiano hanno emanato una nota congiunta per esprimere il loro appoggio politico al Gasdotto Transadriatico - TAP: infrastruttura progettata per trasportare gas di provenienza azera dal confine turco-greco fino alla Puglia.
Con la dichiarazione, Grecia e Italia hanno presentato anche l'avvio di una stretta collaborazione orientata alla realizzazione della TAP e a favorire con un'attività di lobby a livello politico la scelta del Gasdotto Transadriatico come infrastruttura principale deputata al trasporto del gas estratto in Azerbajdzhan in Europa.
Nei prossimi tempi, il consorzio deputato al prelievo di gas presso il ricco giacimento azero Shakh Deniz - per il cui sfruttamento l'Unione Europea ha già firmato accordi con Baku - e chiamato a scegliere il gasdotto da utilizzare per esportare il gas in Europa. Oltre alla TAP, in corsa per l'ambita nomination c'e il Nabucco: infrastruttura sostenuta dalla Commissione Europea progettata per trasportare l'oro blu attraverso la Turchia, la Bulgaria, la Romania, l'Ungheria e l'Austria.
"Atene e Roma hanno scelto di sostenere la TAP dopo che il progetto e stato scelto ufficialmente dal consorzio Shakh Deniz come possibile alternativa per il trasporto del gas azero in Europa - riporta una nota della Farnesina - Il Nabucco resta una soluzione alternativa valida che propone l'importazione del carburante lungo la penisola balcanica".
Il sostegno politico alla TAP di Grecia e Italia e un atto di notevole importanza che potrebbe condizionare gli equilibri energetici in Europa e che, sopratutto, ricopre un importante valore tattico. A rischio di uscita dall'Euro, Grecia e Italia hanno visto nella questione energetica una possibilità per restare aggrappati all'Europa, e, per questo, hanno scelto di presentarsi all'opinione pubblica continentale come i due principali sponsor di un progetto di importanza strategica per la sicurezza energetica dell'UE.
Il Gasdotto Transadriatico, compartecipato dalla compagnia norvegese Statoil, da quella elvetica EGL, e da quella tedesca E.On, finora e stato considerato un progetto molto valido sul piano economico, ma privo dell'appoggio politico necessario per ottenere l'appalto per il trasporto del gas azero nel Vecchio Continente.
Al contrario, Il Nabucco ha dimostrato di avere le carte il regola già da tempo. Oltre al supporto della Commissione Europea - che ha visto nel gasdotto dalla verdiana denominazione un'infrastruttura indispensabile per diminuire la dipendenza del Vecchio Continente dal gas della Russia - il Nabucco e sostenuto dalla compagnia austriaca OMV, da quella ungherese MOL, dalla romena Transgaz, e dalla tedesca RWE. Sul piano politico, esso e supportato dal Quartetto di Vysehrad - Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia.
Nonostante la dichiarazione di intenti, la posizione di Grecia e Italia sul piano energetico resta molto ambigua. Atene e Roma sono infatti tra i principali sostenitori del Southstream: gasdotto sottomarino progettato sul fondale del Mar Nero dalla Russia per rifornire di gas russo l'Europa Sud-Occidentale, bypassare Paesi politicamente osteggiati dal Cremlino come Polonia, Romania, Ucraina e Moldova, e affossare i progetti di diversificazione delle forniture messi a punto dalla Commissione Europea.
Il Southstream cambia sede legale
Il Gasdotto Ortodosso - come e altrimenti noto il Southstream - e compartecipato dal monopolista russo Gazprom, dal colosso italiano ENI, dalle compagnie tedesca, francese e greca Wintershall, EDF e DEPA e da quelle nazionali di Slovenia, Serbia, Macedonia e Montenegro. Nella giornata di lunedì, 6 Agosto, il Consiglio di Amministrazione del Southstream ha approvato il trasferimento della sede legale del gasdotto dal cantone svizzero Zug ai Paesi Bassi.
Secondo quanto riportato dal Kommersant", la motivazione del trasferimento sarebbe dovuta dallo svantaggioso regime fiscale imposto dalla Svizzera alle compagnie italiane. Secondo la fonte russa, l'Olanda - Paese che similmente a Germania, Italia e Francia sostiene la politica energetica della Russia, anche a discapito di quella comune europea - garantirebbe al Southstream condizioni nettamente migliori come, ad esempio, un minor numero di imposte.

Matteo Cazzulani
Freelance Journalist
m.cazzulani@gazeta.pl
http://matteocazzulani.wordpress.com
http://matteocazzulaniinternational.wordpress.com

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