Sabato, 04 maggio 2024 - ore 06.39

Il liberismo berlusconiano. RAR

L’allora cavaliere Berlusconi comprò due cavalli per la sua tenuta di Arcore; senza cavalli che cavaliere sarebbe stato ??!!

| Scritto da Redazione
Il liberismo berlusconiano.  RAR

Dire che il berlusconismo ha distorto i concetti del liberalismo democratico e sociale, facendolo diventare la sua contrapposizione nel liberismo, non basta a chiarire e capire  i marchingegni  che hanno permesso ad denaro di generare se stesso, senza l’incombenza del lavoro e della dilatazione dei posti di lavoro.

Per capire e tentare di far capire, mi servo di un esempio, che potrebbe apparire ironico, ma basta modificare i termini descritti, per avere una credibile dinamica partorita dalla fertile mente di Berlusconi e dei suoi consigliOri.

Assunse Vittorio Mangano, noto mafioso, condannato successivamente all’ergastolo, e, dallo stesso Berlusconi, elevato al rango di “eroe” per aver taciuto sulle informazioni che la magistratura gli chiedeva sugli affari di Berlusconi, che lui era chiamato alla difesa armata: quindi eroe dell’omertà mafiosa.

Assunto come stalliere, il capo  dovette fargli spiegare cos’è un cavallo, che non aveva mai visto in vita sua: “….un cavallo è un animale quadrupede, ha quattro lati, destra, sinistra, sopra e sotto; quando si sente belare non è il cavallo che bela, ma la pecora di quel comunista del vicino… etc.etc. “

Con quei due cavalli ne vendette 4 a mediaset utilizzando lettere di credito aperte dal fratello, detto Berluschino,  presso la banca Rasini della quale era AD  il padre dei due pargoli.

Disponendo di una lettera di credito per 4 cavalli, fece uno scambio di lettere con una società soggetta a OPA, nello scambio di lettere guadagnò 6 cavalli (che sarebbero stati 8, ma 2 servirono per corrompere l’addetto alla conta dei cavalli !), così  divenne possibile godere del finanziamento europeo riservato agli allevamenti con almeno 10 cavalli.

I diritti sportivi dei 10 cavalli, per partecipazione a gare, vennero trasferiti, da un intermediario panamense, sul conto di una società cinese con sede nelle isole Cayman, posseduta clandestinamente da un finanziere che rivendette alla società iniziale ad Arcore i diritti sportivi di ben 18 cavalli.

Nei libri contabili di questa società figurarono 18 cavalli, con una opzione al 50% per l’acquisto di altri 18 cavalli. Ottenendo ulteriori finanziamenti europei riservati agli allevamenti con “almeno” 35 cavalli.

Intanto Vittorio Mangano scambiò i due cavalli iniziali per delfini e li catapultò nella piscina olimpionica della reggia di Arcore, impedendo loro di uscire da quello che “eroicamente” riteneva fosse il loro habitat naturale.

I cavalli morirono barbaramente annegati, con grande stupore di Vittorio Mangano, che giornalmente portava loro il pesce fresco.

Quando la Guardia di Finanza scoprì  la truffa e  già si udiva il tintinnare delle manette, Berlusconi investì in politica tutto quello che gli rimaneva dei vari fidi bancari che la P2 gli aveva fatto ottenere; fu la ben nota “discesa in politica”; si trattò di una vera e propria discesa, in quanto da allora la politica è giunta così in basso, come neanche si poteva immaginare pochi anni prima, quelli conclusi con “mani pulite”. 

Divenne presidente del consiglio e le carte della Guardia di Finanza riguardanti Berlusconi Silvio, divennero carta straccia, in quanto il novello capo del governo Silvio Berlusconi, si premurò a depenalizzare il reato di falso in bilancio, per cui gli agenti della Finanza e i loro superiori, si ritirarono in buon ordine, sconfitti senza avere combattuto.

Così è iniziata la “finanza creativa”, figlia legittima del liberismo berlusconiano.

Rosario Amico Roxas

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