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IL MONUMENTO | M.Superti

| Scritto da Redazione
IL MONUMENTO | M.Superti

Come si sa la radice della parola è latina e sta a significare “ricordo”: “ monimentum”. Nella storia tutti i grandi o presunti tali hanno fatto ricorso alla edificazione monumentale: a perenne memoria. La storia poi ci insegna che di perenne, spesso ,c’è poco o punto.

L’edificazione monumentale , per quanto riferito al medio oriente( le civiltà più vicine a noi ) è iniziata  con  i Sumeri, gli Assiri , i Babilonesi , i Persiani, gli Ittiti e altri che sfuggono alla memoria ma non alla storia.

Per noi assume valore, ancora più simbolico, il significato dato alla costruzione monumentale dagli Egizi in oltre tremila anni di storia.

Ed anche qui , per brevità, bisogna scegliere: il regno di Ramesses secondo( circa 1300  A.C.).

E’ senza dubbio il più grande edificatore  , dopo Cheope ( circa 2500 A.C. ),  e lui, come pochi altri ,diede impulso alle costruzioni “faraoniche” : basta ricordare Abu Simbel ( non iniziato da Ramesses ma talmente ampliato e ristrutturato sotto il suo regno da segnare per sempre la sua attribuzione).

I monumenti sono  sempre in funzione della rappresentazione del potere e della memoria.

Lo stesso fece anche Akhenaton ( circa  1300 A.C.) che edificò la città di Amarna in pieno deserto.

Ma con un solo scopo: dare corpo al culto di un dio unico ( il sole) in totale dissenso e distacco dalle culture politeiste di sempre.

Ed alla sua morte , non ben definita di come e quando, venne tutto distrutto dalle fondamenta.

Con un solo scopo: distruggere la memoria e la nuova religione.

Come dire :  i monumenti servono per ricordare o farsi ricordare, per  far dimenticare basta distruggere.

Nella storia umana quindi sono tanti i riferimenti alla memoria o all’esistente.

A Roma sono rimaste tracce significative della storia e dei personaggi , e ,anche se  i monumenti sono nello stato che sappiamo , lasciano intendere bene  lo scopo ed il significato della loro esistenza.

Con un bel balzo temporale veniamo ai giorni nostri  e ricordiamo quello che ha fatto la dittatura hitleriana per dare corpo alle idee ed alle fantasie di potere e di dominio sui popoli.

Il dittatore per accogliere gli atleti di tutto il mondo fece costruire uno stadio olimpico di proporzioni gigantesche,per quei tempi.

Lo scopo : impressionare il mondo intero e dare rappresentanza della potenza sottostante.

E Berlino doveva cambiare nome: GHERMANIA ( questa la pronuncia).

Berlino forse , come denominazione ,non ispirava molto Hitler , posto che significa più o meno “guado” o “palude”, se si fa ricorso alle sue origini:  è sorta su antichi guadi dello Sprea.

La posizione territoriale della città fu determinante per gli sviluppi mancati delle costruzioni “faraoniche” della dittatura.

Vani furono i tentativi e le prove per edificare in grande, molto in grande.

Le prove per  innalzare il più grande edificio del nazismo, una costruzione simile al pantheon ,ma  di dimensioni colossali , fallirono miseramente quando le prime fondazioni sprofondarono del terreno instabile.

Albert Speer non riuscì subito a far capire al “capo” che il progetto non era realizzabile.

Ma ,visto come sono andate le cose , solo l’andamento disastroso della guerra fermò il progetto demenziale.

E non ci sarà la memoria affidata alla “ parola della pietra” come Hitler  amava tratteggiare nei suoi sproloqui ripetuti.

Noi non siamo ancora fuori pericolo.

Cordialità e buon lavoro.

MARIO SUPERTI

CREMONA

2013-09-15

 

 

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