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IL PADRE ASSENTE |M.Superti

| Scritto da Redazione
IL PADRE ASSENTE |M.Superti

Tutti noi abbiamo letto e forse scritto su questo argomento , non facile, e che si presta ad una serie infinita di pensieri , propositi , considerazioni.
Ognuno , consciamente o no si deve essere fatta una opinione in  proposito.
La società moderna presenta tutta una serie di problematiche che nessuno si può permettere di tralasciare.
Come si sa la figura del padre è ,ed è sempre stata, centrale in qualsiasi tipo di società.

In passato , ma anche ora, detta figura ha assunto aspetti preminenti e spesso ingombranti :  non è un buon motivo per rendere vana la presenza e la figura del padre.

Detta figura non si dissocia per nessun motivo dalla figura e dalla presenza della madre.

Non ci si addentra quindi nel concetto di famiglia e delle sue

configurazioni : non è questa la sede e si lascia allo stato legislatore ed alle convinzioni confessionali  la responsabilità di assumere gli atteggiamenti  connessi al vivere in una società organizzata.

Tutti noi, in questi tempi , tuttavia abbiamo riscontrato la “debolezza” della figura del padre.

Non tanto perché avrebbe perso centralità nella vita famigliare e sociale,ma perché il padre si è trovato a dover gestire un ruolo che spesso non è in grado di gestire.

I  motivi sono tanti: incapacità di adeguarsi alla bisogna, difetto di cultura adeguata, incapacità decisionale, “incapacità economica”, atteggiamento inadeguato verso le nuove forme di comunicazione, mancanza o difetto di punti di riferimento ambientale sia sociali che religiosi.

E non è il caso di distribuire colpe o meriti: c’è chi lavora molto e si impegna anche con mezzi scarsi, cioè con il volontariato.

Ne sono esempio i vari oratori , spesso molto attivi, e qualche sparuto punto di aggregazione, non sempre ben definibile o di provata serietà.

La fotografia della società moderna  registra un padre ,quindi, che spesso  non è in grado di esercitare la sua funzione.

Forse già erano così i loro padri ( ora nonni) che presi dalla frenesia del successo economico, o anche da problemi impellenti, si sono lasciati andare e prendere dalla  necessità di stare “alla pari”.

Ed in questo contesto non hanno potuto rispettare il loro dovere di educatori, con tutto ciò che consegue in tema di responsabilità civile, morale ed anche religiosa.

Il tutto non deve intendersi  in forma generalizzata, ma sembra che la maggioranza  si sia comportata così.

E’ evidente che questo tipo di società ha avuto una ricaduta  pesante sulla scuola e sugli educatori che ivi  operano, spesso con tanto impegno  , ma con poche soddisfazioni, almeno morali.

Anzi, questi si sono trovati spesso a dover fronteggiare padri a madri , pronti solo a difendere “male” i diritti dei loro figli , senza che possano aver spiegato ai loro figli che avevano dei doveri sacrosanti e rispetto per la società.

L’inadeguatezza  dei padri ( ora nonni) si è trasmessa pari pari ai loro figli, ora genitori.

Il tutto avviene in un ambiente in cui la comunicazione moderna, nelle sua varie forme, si è trasformata con una rapidità tale che il genitore non è in grado  di gestire.

E spesso non lo sono neppure i punti di aggregazione che sono stati sopra menzionati.

I risultati ,li vediamo , anche perché sono scesi in campo personaggi che sanno bene come muoversi  nella “giungla dei mass-media” : ne hanno i mezzi e  ne approfittano per    portare a termine i loro disegni che poco hanno a che fare con un normale ed ordinato sviluppo sociale.

Siamo quindi una società “esposta”.

Senza, come ovvio, particolari responsabilità soggettive: non mancano esempi validi ed incoraggianti.

Sono escluse le famiglie dove si inneggia alla carriera nel mondo del “calcio”  e delle “veline” di vario formato.

Cordialità e buon lavoro.

MARIO SUPERTI

Cremona 31 maggio 2103

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