Giovedì, 02 maggio 2024 - ore 10.48

Il Pd non è più un partito di sinistra. Serve un altro soggetto| E.Abeni

La salvaguardia dei diritti lo sviluppo della democrazia non possono non vedere il protagonismo, in Italia, di un forte partito della sinistra.

| Scritto da Redazione
Il Pd non è più un partito di sinistra. Serve un altro soggetto| E.Abeni

Signor direttore, quando — nel 2007 — si tenne il congresso conclusosi con la nascita del Partito Democratico, l’area politica che si oppose a tale scelta sostenne che con essa si dava corpo ad un partito neocentrista. Poi —pur partendo da tale considerazione — i compagni aderenti a quell’area presero strade diverse. Vi fu chi ritenne si potesse ancora condurre una lotta politica all’interno del nuovo partito per salvaguardare una fisionomia di sinistra e chi —ritenendo non si potesse affermare, dall’interno, tale ipotesi — scelse di non aderire per affermare in altri luoghi una politica di sinistra. Io non aderii al Pd e avviai un altro mio percorso nella sinistra. Nato il nuovo partito, non tardarono a delinearsi i connotati neocentristi, che però incontrarono via via (con un alternarsi di intensità) il contrasto di chi era riluttante ad assecondare tale linea. Faticavano, soprattutto, a conciliarsi la storia e le peculiarità delle due componenti (Democratici di Sinistra e Margherita) che dovevano essere i pilastri sui quali reggere la nuova costruzione politica. Tanto è vero che Massimo D’Alema parlò di «un amalgama non riuscito». Tralascio di ripercorre le vicende del Pd negli anni successivi alla sua nascita. Voglio, invece, rimarcare come — con l’assunzione delle cariche sia di Segretario del partito che di Presidente del Consiglio — Renzi abbia risolto, a modo suo, contraddizioni e ambiguità, inverando nel modo più deciso la scelta neocentrista, che parrebbe destinata ad identificarsi in un cosiddetto ‘Partito della nazione ’. Non mi addentrerò nel mondo delle manovre e contromanovre interne al Pd (difficili da comprendere nel loro manifestarsi). Voglio, invece, pormi e porre un interrogativo, alla luce di quanto sta accadendo nel Pd: non vi è più spazio in Italia per la presenza del partito della sinistra? Può ridursi, questa, in piccole formazioni politiche autoreferenziali, impegnate —con concezioni minoritarie — a conservare semplicemente un profilo identitario? Sento tutta la difficoltà di dare risposte risolutive a tali interrogativi. Sento albergare —nel popolo di sinistra — atteggiamenti di scoramento, di delusione, di disaffezione dalla politica: stati d’animo, comportamenti destinati ad immettere, in gran parte, acqua nel serbatoio dell’astensionismo elettorale. Ma vedo anche il persistere di volontà di lotta per la difesa e l’affermazione di diritti, al fine di conseguire veri (e non gattopardeschi) cambiamenti di una società dove emergono sempre più squilibri e ingiustizie, a scapito dell’uguaglianza. Vedo ancora, in sostanza, un terreno esteso sul quale può svilupparsi una forte iniziativa della sinistra, che non deve manifestarsi solo sul piano sociale ma ha bisogno di identificarsi e concretizzarsi in un soggetto politico. Io sono iscritto a Sinistra Ecologia Libertà con l’orgoglio di appartenere ad un partito di sinistra, ma so bene che non è il partito della sinistra italiana: può essere soggetto importante, in un’iniziativa costituente, per dar corpo al partito della sinistra italiana. Se si crede che questo sia l’obiettivo da raggiungere, dovrebbero impegnarsi per conseguirlo — oltre a Sel — altre componenti della sinistra (esterne ed interne al Pd), superando reticenze, ambiguità o semplici accomodamenti funzionali a mere difese di posizione. La salvaguardia dei diritti (quelli del mondo del lavoro, in particolare), lo sviluppo della democrazia (i cui spazi e qualità mi appaiono ridursi, in ragione di recenti scelte in materia di riforme istituzionali) non possono non vedere il protagonismo, in Italia, di un forte partito della sinistra.

Evelino Abeni (Cremona)

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