Venerdì, 03 maggio 2024 - ore 12.32

In provincia di Cremona, a Rivolta ‘Arretratezza culturale e degrado specista’?

Pubblichiamo ampi stralci della lunga lettera giuntaci da Paola Re, in merito all’imminente Fiera di Sant’Apollonia di Rivolta d’Adda

| Scritto da Redazione
In provincia di Cremona, a Rivolta ‘Arretratezza culturale e degrado specista’?

Gentilissim*,

ho appreso dai mezzi di informazione che nei giorni 8 e 9 febbraio a Rivolta d’Adda si svolgerà la 187ª edizione della Fiera di Sant’Apollonia. Sul programma (http://www.comune.rivoltadadda.cr.it/allegati/Comunicazioni/Fiera_2015/Programma_Fiera_S_Apollonia_2015.pdf) ho letto l’introduzione del Sindaco, che si avvale dell’aiuto di Wikipedia per dare una definizione dell’oggetto “fiera”. Purtroppo la definizione non è esaustiva, perché illustra l’esposizione e la vendita di prodotti, ma non di animali. Forse Wikipedia e il Sindaco considerano gli animali inclusi nei “prodotti”, il che non mi meraviglia, vista l’arretratezza culturale di certe enciclopedie e certe istituzioni. Ci si consola vedendo che il sentimento della maggior parte della gente va in un’altra direzione: quella della sensibilità nei confronti dei diritti animali, considerati esseri senzienti anziché “prodotti”.

Questa fiera è indubbiamente un appuntamento sentito: lo si avverte dalla considerevole presenza di sponsor e partnership, e dalla varietà di appuntamenti che essa propone, coinvolgendo la cittadinanza di Rivolta d’Adda. C’è l’immancabile Santa Messa di apertura della fiera con la corale polifonica, l’inaugurazione con la banda cittadina. […] La punta di diamante della fiera è l’industria zootecnica che trionfa coi suoi convegni […]. Ovviamente non mancano gli animali in mostra: ci sono i cavalli spagnoli e i pony, ma la vera attrazione è quella della mostra delle bovine di razza frisona, categoria vacche da latte, valutate e premiate come è d’uso fare in queste fiere.

Dal punto di vista gastronomico, tra le golosità previste vi sono le salamelle e la “tipica trippa”. La sempre più diffusa consapevolezza dei problemi salutari e ambientali legati all’allevamento per la produzione di carne e di latte, la vita degli animali negli allevamenti, il loro trasporto verso i macelli e l’orrore della macellazione, ignota a molti consumatori di carne, ci pone di fronte a rilevanti problemi di ordine etico. Incentivare il consumo di carne, così come sostenere l’allevamento, anche attraverso fiere come questa, è una scelta da discutere a da rivedere: dovrebbe saperlo il Sindaco, che è pure medico di famiglia. Ciò che mi colpisce ulteriormente in questa iniziativa è il culto della “razza pura” che considero estraneo a una cultura di rispetto degli animali, anche se esso non fosse causa diretta di concreti maltrattamenti. Spesso si promuovono queste fiere come occasioni che servono a far conoscere e tutelare il mondo degli animali, nelle loro “razze pure”, ma ciò è contraddittorio, poiché questo non rappresenta affatto il mondo naturale degli animali: in natura non esistono le razze pure, che invece sono il frutto di una selezione operata dall’uomo nel tempo per soddisfare i propri interessi, che siano ornamentali o economici.

Forse siamo ancora lontani da una presa di coscienza che rispetti la vita animale in ogni sua forma, ma qualcosa sta cambiando, perché sempre più persone, pur affermando il piacere del palato come un diritto, sanno che esso non deve contrastare col diritto fondamentale alla vita di qualsiasi essere senziente, compresi i bovini della Fiera di Sant’Apollonia.

Come se non bastasse, lo sfruttamento animale, alla fiera di Sant’Apollonia ci sarà la gara di tiro sportivo con carabine per ragazzi e ragazze dai 7 ai 12 anni, XIII edizione, a cura della Federazione Italiana Caccia, sezione di Rivolta d’Adda. L’evento in sé sarà indubbiamente soggetto a severi controlli che tutelino l’incolumità di chi parteciperà e del pubblico, ma il problema sta a monte. Chi ha avuto l’idea di invitare il mondo dell’infanzia a maneggiare le armi, forse non fa i conti con la realtà quotidiana e soprattutto non ha la minima idea di che cosa sia uno spettacolo davvero educativo e didattico. Non mi stupisce che la FIC si faccia carico di tali iniziative: l’esigenza di avvicinare la popolazione più giovane al massacro legalizzato della fauna selvatica testimonia la crisi che sta attraversando il settore della caccia e soprattutto evidenzia che si vuole difendere un’usanza che la maggior parte della popolazione italiana ripudia. Dalle ricerche EURISPES, relativamente al 2014 (http://www.eurispes.eu/content/comunicato-stampa-rapporto-italia-2014), emerge che «Anche per quanto riguarda la caccia il numero di contrari raggiunge livelli elevati (74,3%)». Forse gli istruttori della FIC vogliono creare un vivaio di piccoli cacciatori e piccole cacciatrici, trasmettendo loro l’emozione che si prova a sparare. Bisogna anche fare i conti con le vittime umane che la caccia provoca: www.vittimedellacaccia.org.

Invito Elisabetta Rosa Nava, Assessore a Turismo, Ambiente ed Ecologia, a valutare il valore turistico e soprattutto ecologico dell’attività zootecnica. Invito Angelo Cirtoli, Assessore a Scuola e Istruzione, a non promuovere tale gara presso gli istituti scolastici di Rivolta d’Adda, proprio per il valore diseducativo che essa reca in sé. Invito la Consigliera Fiorella Boschetti, che è stata anche insegnante elementare e che immagino conosca bene il mondo dell’infanzia, a opporsi all’uso delle armi, qualunque sia il loro scopo, da parte dei bambini. Invito il Consigliere Mauro Carlo Bonazzoli, con un curriculum che vanta svariate esperienze culturali e artistiche, a proporre qualcosa di innovativo per questa fiera obsoleta, simbolo di arretratezza culturale e degrado specista. Infine invito il Sindaco Fabio Maria Martino Calvi a dare una svolta a questa fiera, imprimendole un carattere etico, culturale, solidale, che unisca davvero in un grande appuntamento tutti gli esseri umani e non umani.

Cordiali saluti.

Paola Re, Tortona (AL)

1375 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria