Sabato, 27 aprile 2024 - ore 13.52

In Turchia 4 milioni di bambini hanno ancora bisogno di aiuti umanitari

| Scritto da Redazione
In Turchia 4 milioni di bambini hanno ancora bisogno di aiuti umanitari

A sei mesi dai terremoti che hanno devastato la Turchia meridionale e la Siria settentrionale, le regioni colpite continuano ad affrontare molteplici sfide. "Sebbene sia passato mezzo anno, la ripresa non è ancora completa. Azione contro la Fame continua a lavorare in entrambi i Paesi per fornire assistenza umanitaria, programmi di recupero precoce e di riabilitazione a lungo termine", spiega il direttore regionale di Azione contro la Fame per il Medio Oriente, Chiara Saccardi.

In Turchia, il terremoto ha colpito 11 province del sud e del sud-est, uccidendo 50.000 persone, ferendone più di 100.000 e distruggendo quasi 300.000 edifici. Quasi tre milioni di persone sono state costrette a fuggire dalle loro case e più di 1,5 milioni vivono ancora in insediamenti informali, che rappresentano un'ulteriore sfida a causa delle condizioni meteorologiche.

Inoltre, molte di queste persone non hanno accesso ai beni di prima necessità e non hanno fonti di reddito stabili. Attualmente, circa 4 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza umanitaria nel Paese.

Per quanto riguarda la Siria – riporta l’organizzazione umanitaria – i devastanti terremoti hanno ucciso più di 6.000 persone e ne hanno ferite 12.000, causando gravi danni alle infrastrutture e alle aree residenziali e colpendo un totale di 8,8 milioni di siriani.

Oggi la popolazione continua ad avere problemi di alloggio a causa dei gravi danni agli edifici che hanno lasciato molte famiglie senza casa. L'accesso a servizi essenziali come acqua potabile, servizi igienici, alimentazione adeguata e assistenza sanitaria rimane una delle principali preoccupazioni in entrambi i Paesi. Inoltre, i mezzi di sussistenza e la sicurezza alimentare della popolazione sono stati gravemente colpiti, così come il benessere mentale, a causa dei disturbi da stress post-traumatico.

In Siria, infatti, i terremoti hanno esercitato una pressione ancora maggiore sui servizi pubblici e su settori specifici come la sanità, gli alloggi, i mezzi di sussistenza, l'acqua e i servizi igienici, aggiungendosi alle molteplici crisi che il Paese stava già affrontando: il conflitto in corso da oltre dodici anni, la pandemia di Covid, la carenza di carburante, la recessione economica, l'epidemia di colera e la prolungata siccità. Secondo le Nazioni Unite, più di 15 milioni di siriani hanno bisogno di assistenza umanitaria.

In questi sei mesi, l'organizzazione, insieme ai suoi partner locali, ha sostenuto un totale di 265.166 persone in Turchia e Siria. Più di 48.000 persone hanno ricevuto assistenza per l'acqua, i servizi sanitari e l'igiene; più di 20.000 sono state assistite nell'area della salute e della nutrizione e 100.000 persone sono state aiutate attraverso programmi di sicurezza alimentare e mezzi di sussistenza.

“Dopo un disastro naturale come questo, i genitori non possono più nutrire adeguatamente i propri figli, ma nei bambini la mancanza di un'alimentazione adeguata può influire negativamente, provocando anche danni a lungo termine”, riporta Azione contro la Fame che ha messo a disposizione spazi a misura di bambino negli insediamenti in cui opera in Turchia, dove ogni madre può accedere a una serie di servizi nutrizionali e di sostegno.

In Siria, Azione contro la Fame ha in programma anche la riabilitazione di infrastrutture chiave a Lattakia, Aleppo e Hama, con la formazione di ingegneri. L'organizzazione sta inoltre fornendo assistenza nel settore sanitario, riparando centri sanitari e fornendo medicinali, attrezzature e formazione agli operatori sanitari sia a Hama che a Lattakia. L'organizzazione sta inoltre attuando un programma per affrontare l'insicurezza alimentare nelle comunità rurali di questa regione.

Negli ultimi sei mesi, Azione contro la Fame si è inoltre concentrata sul sostegno al sistema sanitario di Aleppo, fornendo farmaci essenziali agli ospedali, distribuendo pasti caldi, alloggi e materiali igienici e assistenza psicologica. Ha anche migliorato i servizi igienici nei rifugi collettivi. Infine, con l'aiuto di ingegneri che ha formato direttamente, l'organizzazione ha anche valutato i danni strutturali di oltre 100.000 edifici. (aise)

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