Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 01.12

Insediamento Conad ha problemi Supermercati in crisi in tutto il mondo di Paolo Carletti (Cremona)

Insomma, il modello di distribuzione che ha violentato la nostra qualità della vita per anni sta andando in macerie

| Scritto da Redazione
Insediamento Conad ha problemi Supermercati in crisi in tutto il mondo di Paolo Carletti (Cremona)

Insediamento Conad ha problemi Supermercati in crisi in tutto il mondo di Paolo Carletti (Cremona)

Signor direttore, abbiamo letto che l’insediamento Conad ha incontrato problemi dal punto di vista della tutela paesaggistica; beh la cosa né mi stupisce né mi dispiace dacché sono profondamente convinto che quei modelli di distribuzione e di invasione urbanistica siano ormai fortunatamente al capolinea.

Non solo, la realtà degli Stati Uniti ci insegna che oltreoceano non solo i supermercati, ma anche i centri commerciali vivono una crisi irreversibile, tenuta addirittura monitorata da un sito web il cui nome è emblematico: ‘deadmalls ’ che pubblica e documenta le chiusure dei malls che lasciano in eredità al paesaggio urbanistico dei monumenti di consumo vuoti simili a città zoombie.

Pensare che, come per i supermercati, anche il modello centro commerciale nasce negli Stati Uniti, non solo come modello di distribuzione ma anche come modello di aggregazione, come non luogo di socializzazione urbana, divenuto oggetto di molti studi e trattati di sociologia urbana come ‘Bowling Alone’.

Negli Stati Uniti è il modello di distribuzione standardizzato impersonale e mediocre ad essere arrivato al capolinea, a fronte di una ripresa dei piccoli negozi, dei farm-shop o dei mercati rionali.

Anche in Italia la grande distribuzione sta cercando di aggiustare il tiro per restare ancorata ala fiducia della clientela mirando alla ricerca di qualità, ma è pseudoqualità con trovate molto d’immagine: pensate che UniCoopTirreno ha appena speso oltre 2,5 milioni di euro per rinnovare i locali di un ipercoop di Roma al cui interno ha trovato sede addirittura un caseificio, dal canto loro le griffe, da un'indagine pubblicata da ‘mffas hion’, stanno scappando dai centri commerciali a gambe levate.

E’ovvio che trovate come quella del caseificio cercano di infondere nel consumatore una certa sensazione di cura per le produzioni locali sebbene sia ovvio, provato ed innegabile che la grande, media distribuzione (o come la si vuol chiamare) ha prodotto uno dei mali del nostro tempo: la commercializzazione delle nostre abitudini alimentari e la sottomissione dell’agricoltura e dell’alimentazione alla logica del capitale e del mercato; d’altronde il modello di distribuzione massificato opera un controllo strutturale con influenze negative su tutte le categorie, dai produttori ai distributori, dai lavoratori ai consumatori.

Insomma, il modello di distribuzione che ha violentato la nostra qualità della vita per anni sta andando in macerie, cerchiamo allora di essere lungimiranti studiando interventi amministrativi che valorizzino la qualità della produzione e della distribuzione a beneficio di un consumo consapevole.

 Paolo Carletti (Cremona)

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