Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 12.35

Intervista a Deo Fogliazza

| Scritto da Redazione
Intervista a Deo Fogliazza

Incontriamo Deo Fogliazza e come prima cosa gli chiediamo "Come va? E' un po' che non la si sente?"

Dopo la sconfitta del 2009 [quella della tentata riconferma di Corada, di cui per 17 anni sono stato il più vicino collaboratore] ho deciso di ripartire da zero. Non avendo voluto "farmi riciclare" in qualche ente pubblico, ho deciso di ripartire "ex novo", sia con il lavoro che in politica. E' stato pesante (ritrovarsi disoccupato a 60 anni non è semplice!) ma ce l'ho fatta. Sono tornato alla consulenza di carattere commericiale, cosa che facevo fino a 15 anni fa, e nello stesso tempo ho aperto una piccola realtà editoriale. Politicamente ho deciso di non candidarmi a nessuna carica di rilievo nel PD. Sono iscritto e partecipo alla vita del Circolo "Cittanova" di Cremona".

Si, però è portavoce nazionale del "Cantiere dell'Ulivo". Non le sembra una contraddizione?

Tutt'altro. Mi pare invece molto coerente. Il "Cantiere dell'Ulivo" è un'Associazione nazionale che vuole parlare al PD, ad IDV, a SEL affinché finalmente decidano di dar vita ad una Federazione che possa diventare vero e proprio "soggetto politico"; ma che soprattutto si rivolge alla ricchissima galassia di associazioni e movimenti che animano il nostro mondo ed ai milioni di elettori dell'Ulivo che, in questi ultimi anni, hanno scelto la strada dell'astensione. E' un'Associazione basata sulla assoluta parità di genere (l'altro portavoce nazionale é Rosalba Bonacchi, di Pistoia), composta da "cittadini volontari della politica". Uno come me, arrivato sulla sessantina con la passionaccia della politica dentro, mica può cancellarla del tutto. Ma lì c'é solo da lavorare, non ci sono prebende e - a dire il vero - é anche una posizione un po' difficile, proprio perché va in controtendenza. Una scomodità a me abbastanza abituale. Per saperne di più vi invito a visitare il sito: cantieredellulivo.it

Il PD di Cremona sembra dilaniato da scontri interni, cosa ne pensa?

Quello che penso, lo penso come militante di base del PD cremonese, non certo come portavoce del "Cantiere dell'Ulivo". Quando c'é discussione non la considero quasi mai una cosa negativa. La discussione aperta, senza rete - certo, che sappia comunque mantenersi sul piano della correttezza - é il sale della democrazia. Semmai il problema è se il confronto avviene nelle sedi opportune oppure no. C'é stato, a Cremona, un lungo periodo (troppo lungo) nel quale gli organismi del Partito vivevano come "estraneo" chi promuoveva confronti e discussioni. E' un bene che con la segreteria Magnoli il PD si sia lasciato alle spalle il clima da "signorsì" per troppo tempo praticato.

Ma, localmente, lei si schiera con Torchio o con Pizzetti?

Innanzitutto, come sempre, mi schiero con me stesso e con le mie idee. Non ho mai amato le cordate. Ho sempre detto quello che pensavo a viso aperto e schiena diritta. Oggi apprezzo molto il lavoro svolto da Magnoli, le linee di trasparenza, di chiarezza e di responsabilità che ha adottato. Semmai gli ho sommessamente rimproverato di tenerle un po' troppo in sordina. La sua relazione alla segreteria del gennaio scorso l'avrei fatta conoscere prima.... ma é un dettaglio. Ciò che conta, almeno per me, é che la condivido.

Possibile che non ne trovi anche qualche limite?

Beh, se mi provoca .... allora posso dire questo. Che, in linea generale ed esulando dal contesto cremonese, non condivido la contrapposizione tra giovani e vecchi. Non mi appassionano i "rottamatori". Il ricambio, che è cosa necessaria ed ineludibile, va fatto tra chi ha ricoperto per tanti (troppi) anni, cariche dirigenziali nel Partito o nelle Istituzioni, e chi - al contrario - lì non ha avuto mai la possibilità di esprimersi. Giovane o vecchio che sia. Tutte le esperienze possono ancora risultare utili al Partito. Vale anche per chi, al contrario, dopo anni di gestione del potere interno ed esterno al Partito, potrebbe utilmente tornare alla militanza di base, gratuita, dalla quale si possono avere tantissime soddisfazioni. La vera differenza, comunque, é tra innovatori e conservatori. Devo dire che sono caratteristiche trasversali, tra le generazioni. Ho conosciuto troppi giovani venuti su "in batteria", signorsì pronti a nascondersi all'ombra del leader o leaderino di turno. Abbiamo invece bisogno di gente che sappia avere idee, sappia difenderle a viso aperto ed a schiena dritta, senza troppi calcoli di piccola o grande carriera.

Cosa vuol dire innovazione a Cremona? E perché avete perso nel 2009?

Abbiamo perso perché per troppo lungo tempo abbiamo lavorato per perdere. Troppo a lungo la politica del PD (e, prima, dei partiti che lo avrebbero, poi, costituito) si è ridotta ad una cosa di vertice. La struttura territoriale del Partito è andata via via rarefacendosi.... fino a quasi scomparire. Si é basato quasi tutto sulla speranza di ripetere l'esperienza dei primi anni '90. Quando a fianco di una candidatura Corada, consolidata e con forte esperienza politica, venne pescato il "jolly" di Paolo Bodini, che ci fece vincere nelle Comunali. Ma rispetto ad allora, tutto è cambiato. E le candidature non possono più essere frutto dei marchingegni di vertice (che a volte riescono, ma spesso falliscono). Fu nel tentativo di riesumare quel marchingegno che l'anatra vincente (Corada) venne azzoppata. Fu per la presunzione e per la miopia politica del gruppo di vertice del 2007/2009 che il centrosinistra uscì sconfitto dal confronto elettorale. E fu anche perché si volle a tutti i costi "scimmiottare" la linea nazionale - quella veltroniana della autosufficienza maggioritaria - sull'altare della quale si fece di tutto per far "saltare" l'alleanza con la sinistra che, pur tra alti e bassi, aveva comunque dato buona prova di sè. Scommettendo tutto su un'ipotetica alleanza verso il centro, dimostratasi poi, alla prova dei fatti, una sirena impalpabile.

C'é chi invece imputa quella sconfitta alla mancanza di innovazione....

La vera innovazione sta nel saper riformare. Domando: non rispondeva forse alla voglia di "riformare" la decisione di riaprire la questione "Piazza Marconi" (che ormai sembrava, nel 2004, morta e sepolta)? O quella dei sensi unici nella viabilità a nord della città (di cui si parlava a vuoto da almeno 20 anni)? Qui, certo, ci sono stati limiti, soprattutto nei tempi e nella comunicazione. Ma non posso dimenticare come, ad iniziare dalla seconda metà del mandato, dal PD non venne alcuna azione di sostegno. La Giunta Corada venne praticamente lasciata sola. Di più: la si incrinò al suo interno. Potrei portare numerose esperienze dirette, documentate ed inequivocabili al riguardo. Giustamente c'é chi, poi, ha dovuto rispondere di quelle gravi e cervellotiche decisioni. Ma non tutti... non tutti! Si é parlato tanto di innovazione, ma l'unica vera innovazione - quella dei sistemi di decisione, quella dei metodi di lavoro trasparenti e partecipati - è stata rarissimamente praticata. Anzi, qui é invalsa la più grigia tradizione dei ristretti giochi di palazzo. Non tutti hanno ancora capito che é finito il periodo di quando c'erano tanti portatori d'acqua e pochi se la potevano bere. Oggi portatori d'acqua ce n'é ancora, per fortuna! Ma vogliono decidere loro se e quando portarla. E chi sarà incaricato di berla. E per quanto tempo.

Quale idea ha dei rapporti tra maggioranza ed opposizione in questi ultimi due anni?

Abbiamo perso. Di poco, almeno in Comune. Ma abbiamo perso. Occorreva immediatamente prenderne atto. Ed innovare. Ponendo un freno al consociativismo, ad esempio. Cremona aveva scelto la destra? La destra amministrasse! Ed invece, mentre una parte del Partito cercava generosamente di imbastire un'immediata azione di opposizione, nei fatti nostri uomini dirigevano le più importanti istanze pubbliche a nome della maggioranza. Fui tra i pochissimi a chiedere chiarezza fin da subito, e lo feci sempre nelle sedi appropriate. Si preferì non rispondere. Il muro di gomma del 2007/2009 ha continuato a sopravvivere. Ora la segreteria Magnoli ha deciso di porre con chiarezza la questione. Benissimo. Non posso che condividere.

E sulla questione dei programmi?

Bah, non è tanto questione del testo dei programmi. E' questione di credibilità e di essere conseguenti tra le parole ed i fatti. E di partecipazione. Per tornare al "Cantiere": stiamo lanciando il progetto "150 idee" per i nostri territori. Vorremmo coinvolgere cittadini, associazioni, partiti che - in omaggio ai 150 anni di unità del nostro Paese - propongano idee innovative sulle quali lavorare. Ci piacerebbe che il variegato mondo del centrosinistra cremonese potesse far propria questa iniziativa, costruendo con essa una ricca partecipazione democratica, con modalità di approccio aperte, generose, accoglienti.

In relazione alla proposta di legge Sposetti, Pizzetti - che l'ha firmata - le ha chiesto di scendere da Marte e di andare a vedere cosa succede in Germania ed in Francia.

Mi basta guardare cosa sta succedendo in Italia. Il rapporto tra politica e cittadini è al minimo storico. Ci sono 4-5 milioni di elettori che fino a pochi anni fa votavano per il centrosinistra e che oggi hanno rifugiato la propria delusione nel non voto. I partiti, per me, rimangono la base della democrazia. Ma devono riformarsi. Lo devono fare da anni. Da troppi anni! Il PD ci ha provato, ma non ha portato ancora a termine la propria evoluzione. Lo facciano, si autoriformino davvero. Venga finalmente applicato l'art. 49 della Costituzione. Trasparenza, partecipazione, democrazia interna, primarie, questione morale, soggettività politica: sono cose che si possono fare a costo zero o quasi. Si facciano! Solo così la politica recupererà credibilità. E solo ad una politica tornata credibile i cittadini torneranno a concedere fiducia, insieme anche al necessario finanziamento pubblico, in assenza del quale la politica rischia di diventare "cosa da ricchi". Chiedere però adesso il raddoppio dei contributi elettorali - lo ripeto davvero senza nessuna acrimonia personale versa l'amico Luciano - è da "marziani". Occorre, al contrario, al più presto, assumere misure precise ed evidenti, di taglio delle spese della politica. Iniziando, ad esempio, dalla riduzione drastica del numero dei parlamentari e dei consiglieri comunali, provinciali e regionali. Tagliando, ad esempio, i doppi incarichi. O, seguendo i suggerimenti recentemente avanzati da Bersani, fissando una media delle spese elettorali e della politica che invalgono in Europa, e posizionare a quel livello la spesa della politica italiana. Fino a che si preferirà fare la caricatura a queste richieste (ed queste sensibilità) definendole tout-court "antipolitica" si continuerà a non cogliere nella sua assoluta gravità la crisi che la politica italiana sta attraversando.

red/welcr/gcst

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