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ISRAELE CONTIENE PIÙ GAS

| Scritto da Redazione
ISRAELE CONTIENE PIÙ GAS

Il Governo israeliano stima la capienza del giacimento Kadish a 1 Trilione di piedi cubi di gas che, sommata ai 33 Trilioni di Piedi Cubi contenuti nel Tamar e nel Leviathan, rendono Tel Aviv un importante esportatore di oro blu. L'opportunità per l'Unione Europea per diminuire la dipendenza dalle forniture dall'estero.

Costretto ad importare energia da scomodi vicini, ora Paese esportatore di gas, ricco di giacimenti di carburante. Nella giornata di lunedì, 15 Luglio, Israele ha appurato la presenza di almeno un Trilione di Piedi Cubi di gas presso il giacimento Karish, ubicato nelle acque territoriali israeliane del Mar Nero.

Ancor più ampia è la stima della compagnia statunitense Noble Energy, che ha preventivato la presenza nel giacimento marittimo di 3 Trilioni di Piedi Cubi di oro blu, mentre l'ente israeliano Delek ha parlato della presenza di una quantità di gas pari al 10% del giacimento Tamar.

Il Tamar, che contiene 10 Trilioni di Piedi Cubi, è uno dei due giacimenti di gas scoperti da Israele nel 2009 nel Mar Mediterraneo insieme al Leviathan, che contiene Circa 18 Trilioni di Piedi Cubi.

L'abbondanza di gas in territorio israeliano ha reso lo Stato ebraico un Paese esportatore di energia, come sancito da una delibera del Governo, che ha disposto l'utilizzo del 40% delle riserve di oro blu nazionali per l'esportazione verso l'estero.

A beneficiare della scoperta della capienza del Karish può essere l'Unione Europea, che è considerata da Israele uno dei principali mercati energetici ove collocare il gas israeliano.

Israele ha già avviato trattative con Grecia e Cipro per la creazione di un consorzio per il trasporto del gas israeliano in Europa via nave, oppure attraverso un gasdotto ancora da realizzare.

La seconda ipotesi riguarda la realizzazione di un gasdotto per veicolare il gas israeliano in Turchia, da dove l'oro blu di Israele raggiungerà l'Europa attraverso il Gasdotto Trans Anatolico -TANAP- ed il Gasdotto Trans Adriatico -TAP.

Tel Aviv pensa anche alla soluzione orientale

L'Europa non rappresenta tuttavia l'unica soluzione per le esportazioni del gas israeliano, in quando Tel Aviv sta valutando l'ipotesi di rifornire di oro blu il Golfo Persico e più in avanti l'Asia, per entrare in concorrenza con potenze energetiche dell'Area Mediorientale come Qatar ed Egitto.

Seppur più ardito, il vettore orientale potrebbe essere favorito dall'azione di disturbo effettuata da Giordania e Libano al progetto di realizzazione del gasdotto tra Israele e la Turchia.

La via turca, oltre ad essere ben vista dall'Unione Europea, è anche sostenuta dall'Amministrazione Presidenziale del Presidente degli Stati Uniti d'America, Barack Obama.

Il Presidente democratico ha voluto con forza il superamento di una crisi diplomatica tra Turchia ed Israele -entrambi Paesi amici dell'Occidente- ed ha invitato i due Paesi a cooperare in alcuni progetti regionali di interesse comune, tra cui quelli in campo energetico.

Matteo Cazzulani

Freelance Journalist

m.cazzulani@gazeta.pl

http://matteocazzulani.wordpress.com

http://matteocazzulaniinternational.wordpress.com

2013-07-16

 

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