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Italiani all’estero, erano 5.652.080 a fine 2020, 109mila partenze nell’ultimo anno

Italiani all’estero, erano 5.652.080 a fine 2020, 109mila partenze nell’ultimo anno

| Scritto da Redazione
Italiani all’estero, erano 5.652.080 a fine 2020, 109mila partenze nell’ultimo anno

Si è tenuta ieri a Roma la presentazione della XVI edizione del Rapporto Italiani nel Mondo realizzato dalla Fondazione Migrantes. Leggendo i dati sulla mobilità – da e verso l’Italia – emerge come la pandemia abbia avuto importanti ripercussioni sulla popolazione italiana e su quella straniera presente nel nostro Paese. Secondo l’Istat a inizio 2021 gli stranieri residenti in Italia ammontano a poco più di 5 milioni, un numero in flessione dopo un ventennio di crescita ininterrotta. La popolazione straniera non riesce più a compensare l’inesorabile ‘inverno demografico’ italiano.

L’unica Italia a crescere è quella che mette radici fuori dai confini nazionali in modo ufficiale – quindi iscrivendosi all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE) – o in modo ufficioso non ottemperando all’obbligo di iscrizione.

Al 1° gennaio 2021 la comunità strutturale dei connazionali residenti all’estero è costituita da 5.652.080 unità (il 9,5% degli oltre 59,2 milioni di italiani residenti in Italia). Mentre quasi 384 mila residenti hanno cancellato la residenza in Italia (dato Istat), la presenza all’estero è aumentata del 3% nell’ultimo anno.

La Sicilia con oltre 798 mila iscrizioni è la regione con la comunità più numerosa di residenti all’estero; a distanza, seguono Lombardia (+561 mila), Campania (quasi 531 mila), Lazio (quasi 489 mila), Veneto (+479 mila) e Calabria (+430 mila).

Le più grandi comunità di cittadini italiani iscritti all’AIRE sono in Argentina (884.187), Germania (801.082) e Svizzera (639.508). Seguono a distanza le comunità residenti in Brasile (poco più di 500 mila), Francia (circa 444 mila), Regno Unito (oltre 412 mila) e Stati Uniti (quasi 290 mila).

Per quanto riguarda la situazione in Slovacchia e negli altri paesi limitrofi, vedere questo articolo.

Dunque la mobilità degli italiani non si è arrestata ma con la pandemia ha subito un ridimensionamento, che riguarda in particolare le nuove partenze (-16,3% rispetto all’anno precedente). 109.528 connazionali hanno materialmente lasciato l’Italia nel 2020 recandosi all’estero: oltre 21 mila persone in meno rispetto all’anno precedente. Il 54,4% (59.536) sono maschi, il 66,5% (72.879) celibi o nubili, il 28,5% (31.268) coniugati, il 2,2% divorziati (2.431).

Nel generale calo delle partenze, le diminuzioni maggiori si riscontrano per gli anziani (-27,8% nella classe di età 65-74 anni e -24,7% in quella 75-84 anni) e per i minori al di sotto dei 10 anni (-20,3%). Crescono invece i giovani tra i 18 e i 34 anni (42,8%): nell’anno della pandemia, il protagonismo dei giovani italiani in mobilità aumenta, ma il rischio di uno spostamento è stato volutamente evitato dai profili più fragili, anziani e bambini.

Maggiori dettagli e statistiche sul sito Migrantes.it.

(Inform)

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