Domenica, 12 maggio 2024 - ore 06.51

L’Aquila che non vola di RAR

Il dramma del post-terremoto

| Scritto da Redazione
 L’Aquila che non vola di RAR

Il terremoto a L’Aquila ci offrì il più penoso spettacolo di esibizionismo che si potesse immaginare.

Una città distrutta, oltre 30 morti, devastazione ovunque, lutti, cittadini che persero tutto, ma la ribalta divenne ghiotta per utilizzare quel tragico palcoscenico come passerella esibizionistica.

Giornalmente un elicottero portava Berlusconi, presidente del consiglio, sul teatro di quella tragedia vera; si esibiva anche nelle sue melense battute, sostenendo che servivano a risollevare il morale, mentre la gente piangeva i propri morti e la loro rovina.

Quindi il colpo del genio famelico: ricostruire altrove la città, in tempi rapidissimi, con sistemi antisismici, che avrebbero dovuto sbalordire il mondo; per ottenere ciò si rivolse ai più screditati imprenditori italiani, disponibili, però, a condividere il malloppo che puntualmente veniva erogato.

Dietro l’angolo imprenditori privi di umanità e di scrupoli se la ridevano in vista dei ricchi appalti  senza gare, senza controlli, senza limiti, tutto affidato all’ “amico” Bertolaso che assegnava, da capo della Protezione civile, appalti, senza badare a spese. Sono trascorsi pochi anni e quelle case, realizzate realmente in tempi rapidissimi, stanno dimostrando la loro fragilità; sono diventate fatiscenti, mentre i balconi, non trattenuti da cemento armato, che avrebbe tardato i tempi di definizione, ma semplicemente ancorati da un collante, cadono con gravi rischi per l’incolumità.

Al danno le beffe; gli scandali affiorati non sono che la punta di un iceberg che nessuno vuole scoprire.

Imprenditori in galera, costruttori inquisiti, faccendieri denunciati, ma non accade nulla: la casta difende se stessa, cadono solamente i pesciolini e le iene ridens, ma nessuno del club dei politici, tutti coinvolti e tutti sulla difensiva.

In quella città martoriata fu voluta la riunione dei G8, malgrado le spese folli già effettuale alla Maddalena; ma l’Aquila avrebbe fornito maggiore visibilità al megalomane esibizionista. Ora Berlusconi non ha il coraggio di recarsi a l’Aquila per verificare o danni che ha finanziato lautamente con i soldi dei contribuenti.

Un uomo, quando è veramente Uomo, si assume le sue responsabilità, anche per difendere il suo operato, ma lui NO, lui non va a l’Aquila, sa bene di avere tenuto un comportamento osceno…. altro che bunga bunga, finirebbe con il fare la fine dei pupazzi che nelle feste strapaesane diventano oggetto di lancio di uova marce.

L’Aquila è ferita, non vive e non vola, prima sfruttata per l’arricchimento dei soliti noti, poi abbandonata quando non c’era più nulla da spremere; il centro storico medievale è Berlusconi, invece è sempre sulla scena che lo ha visto prim’attore della tragedia de l’Aquila e dello sperpero della Maddalena; è lì che detta l’agenda di governo a Renzi, preparando un rientro trionfale, in attesa di altre disgrazie da manipolare. on c’è limite alla mancanza di pudore!



Rosario Amico Roxas

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