Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 09.40

La guerra del Gas in Europa | M.Cazzulani

| Scritto da Redazione
La guerra del Gas in Europa | M.Cazzulani

GUERRA DEL GAS: L'EUROPA AVANTI CON I PROGETTI DI SICUREZZA ENERGETICA DALLA RUSSIA
L'Estonia da il via alla costruzione di un rigassificatore, mentre la Romania sostiene la realizzazione del Nabucco e del progetto AGRI. Ambigua la posizione della Bulgaria nei confronti della Commissione Europea.
Si alla politica energetica europea, alla costruzione di rigassificatori nel Baltico e alla messa a punto di progetti di approvvigionamento alternativi a quelli legati al gas russo. A seguito dell'avvio dell'inchiesta ufficiale da parte della Commissione Europea nei confronti del monopolista russo, Gazprom, per condotta monopolistica ed anti-concorrenziale, la sicurezza energetica dell'Europa ha raccolto importanti sostegni politici ed economici.
Nella giornata di venerdì, 7 Settembre, l'Estonia ha dato il via libera alla costruzione sul proprio territorio di un rigassificatore in grado di soddisfare il fabbisogno energetico anche degli altri due Stati Baltici - Lituania e Lettonia - e della Finlandia. Come riportato dall'autorevole Bloomberg, l'infrastruttura, compartecipata dalle compagnie Elering AS, Tallina Sadam e Vopak LNG Holding, sarà costruita a pochi chilometri dalla Capitale, Tallinn.
Con tutta probabilità, un terzo dei 221 Milioni di Euro necessari per la sua realizzazione saranno erogati dall'Unione Europea. Essa, giudicando la portata dell'operazione, potrebbe inserire il rigassificatore estone tra i progetti di importanza continentale.
L'iniziativa dell'Estonia va di pari passo con quanto approntato in Lituania, dove, entro il 2014, è prevista la costruzione di un rigassificatore presso il porto di Klaipeda. Simile progetto è stato varato anche in Polonia, che sta ultimando la realizzazione di un terminale LNG a Swinoujscie, in Pomerania.
Tallinn, Vilna e Varsavia sono fortemente dipendenti dalle importazioni di gas russo, e per questo hanno deciso di sostenere le indicazioni della Commissione Europea in merito alla diversificazione delle forniture di oro blu. Presso i terminali marittimi sarà infatti importato gas proveniente da Norvegia e Qatar, utile per garantire a Polonia, Estonia e Lituania l'approvvigionamento energetico in caso di interruzione delle forniture da parte di Gazprom.
A sostegno dei piani di indipendenza energetica della Commissione Europea si sono schierati anche due Paesi della penisola balcanica. Come riportato dall'agenzia FOCUS, il Premier bulgaro, Boyko Borysov, ha appoggiato l'iniziativa di Bruxelles in quanto volta ad eliminare i monopoli dal mercanti interno all'UE.
La posizione della Bulgaria è tuttavia molto ambigua. Sofia, pochi giorni prima dall'apertura dell'inchiesta UE su Gazprom, ha firmato con il monopolista russo l'accordo per la costruzione in territorio bulgaro del Southstream: gasdotto progettato da Mosca per rifornire direttamente di proprio gas l'Europa Sud-Occidentale ed impedire all'Unione Europea l'importazione diretta di gas azero nel Vecchio Continente.
Importante è anche la dichiarazione emessa dall'ambasciata della Romania in Azerbajdzhan, con la quale Bucarest ha auspicato il rapido varo del progetto AGRI. Esso prevede l'invio costante di gas e greggio azero via terra in Georgia e, dal porto di Poti, via mare fino alla città romena di Costanza.
Proprio il Presidente della Romania, Traian Basescu, a più riprese ha sostenuto le iniziative orientate alla diversificazione energetica varate dalla Commissione Europea come il gasdotto Nabucco: infrastruttura progettata per importare in Romania, Ungheria e Austria oro blu di provenienza azera dalla Turchia, dove la conduttura dalla verdiana denominazione si collegherà con la TANAP.
Per l'Europa anche il gas turkmeno
Proprio quest'ultima infrastruttura, nota anche come Gasdotto Transanatolico, ha visto le sue quotazioni impennare in seguito ad un vertice tra il Commissario Europeo all'Energia, Gunther Oettinger, ed i Ministri dell'Energia di Azerbajdzhan e Turkmenistan, Natig Aliev e Murat Artikov.
Dai colloqui, come riportato dall'agenzia Europolitics, è emersa la volontà da parte di Ashgabat di rifornire di proprio gas la TANAP e, una volta costruito, il Nabucco, per contribuire, assieme a Baku, alla realizzazione dei progetti di diversificazione energetica dell'UE.
Per garantire l'effettiva manutenzione delle infrastrutture deputate al trasporto di gas centro-asiatico in Europa, la compagnia azera SOCAR ha dichiarato la messa in vendita del 29% delle azioni della TANAP a potenziali partner europei, come il colosso norvegese Statoil, quello britannico British Petroleum, e la compagnia francese Total.
Secondo le stime, la SOCAR manterrà il 51% del Gasdotto Transanatolico, mentre alla compagnia turca BOTAS resterà il 20% delle azioni dell'infrastruttura.

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Matteo Cazzulani
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