Giovedì, 02 maggio 2024 - ore 04.18

La mentalità mafiosa di RAR

| Scritto da Redazione
La mentalità mafiosa di RAR

Da siciliano conosco la mentalità mafiosa, difficile da sradicare se non partendo da una base culturale; la mentalità mafiosa, peraltro, è fondamentalmente vile, vigliacca e paurosa. Le estorsioni si fanno con le minacce e con rappresaglie, fermo restando che gli autori, se identificati, versano lacrime e si dichiarano innocenti. Il "senso dell'onore" è solo frutto di una dialettica radicata nel tempo ma che nulla ha a che vedere con il concetto sociale e umano dell'onore. Solo i pentiti si autoaccusano  svelando misteri che sarebbero rimasti sepolti nelle cantine dell'oblio; ma lo fanno per tornaconto, per evitare a se stessi i rigori della legge , al contrario recuperando riconoscimenti, facilitazioni, e quanto altro le attuali leggi concedono a questi "collaboratori di giustizia". Ci sarebbe molto da dire su questo argomento che coinvolge la sociologia, l'antropologia, la criminologia, ma non è questa la sede per farlo con dovizia di particolari, ma ci serve per valutare gli odierni accadimenti. In un mio commento di ieri, su questo stesso argomento, anticipai che la fuga di Dell'Utri aveva qualcosa di non trasparente, anche perchè sarebbe stato trovato facilmente. E' accaduto quanto previsto, perchè  deve essere stato lo stesso Dell'Utri  a rendere nota la sua  residenza, dalla quale non deve essersi mosso neanche per un'ora d'aria, in attesa del salvifico arresto con annessa estradizione. Dell'Utri deve essere pronto a "passare il Rubicone" e schierarsi con la qualifica di collaboratore di Giustizia ottenendo i primi benefici consistenti in una protezione "a vista".

Qui si aprono due vie operative:

1) Dirà o direbbe "TUTTO quello che sa" ?

2) Dirà TUTTO quello che è stato autorizzato a dire ?

Nel primo caso, si profila uno tzunami che travolgerebbe 20 anni si storia d'Italia, ma è altamente improbabile che accada, non per "senso dell'onore e dell'omertà" ma per legittima difesa, di caffè tossico in giro ce n'è tanto. Nel secondo caso, forte della credibilità di collaboratore di giustizia, spenderà il suo credito per depistare quanto faticosamente raggiunto dagli inquirenti, rendendo un servizio fasullo alla magistratura a alle forze dell'ordine, ma un servizio attivo e produttivo ai "servitori di caffè". Certamente la magistratura si aspetta un simile comportamento, che sarà divulgato dai media di parte come l'unica verità in grado di assolvere i vertici, selezionando i più inutili da sacrificare. Intanto il primo risultato è giunto; lo stesso Angelino Alfano, accusato di aver favorito tale fuga, ora appare come un giustiziere senza macchia e senza paura. Dell'Utri e Berlusconi, i due co-fondatori di FI, oggi hanno una sorte diversa, malgrado coinvolti entrambi nelle medesima storia di mafia, protezione, denaro di dubbia provenienza, voti di scambio, corruzioni, turbative d'asta, omertà,  diritto di avvalersi della facoltà di non rispondere esercitato dai due in occasione di precise domande dei magistrati. Analoga storia, analogo circuito di denaro, tanto denaro, analogo esercizio di potere tramite FI e tramite la presidenza del consiglio, il governo  (ricordiamo i tanti ministri nominati da Berlusconi, con Cesare Previti in testa), ma una conclusione assai diversa. Dell'Utri in disperata fuga rintracciato in meno di 24h., Berlusconi, pur condannato assegnato aio servizi sociali per mezza giornata, una volta la settimana a sua discrezione e suo piacimento. Berlusconi ha goduto di 3 anni di condono, che per Dell'Utri non potrà esserci trattandosi di reati di mafia che escludono il godimento del condono. Eppure la stretta vicinanza di Berlusconi con la mafia e le mafie di tutta Italia, appare chiara, fin dall'inizio, quando Arcore divenne il rifugio dei mafiosi e la banca Rasini, (amministratore delegato il padre di Silvio Berlusconi) la cassaforte dei mafiosi del calibro di Riina, Provenzano, Calò  & C.

Rosario Amico Roxas

 

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