Egregio direttore, la lettera (…) dell’onorevole Pizzetti sulla riforma del catasto merita qualche precisazione; e cercherò di essere più stringente di quanto sia stato lui. Il sottosegretario nostro concittadino osserva che la riforma del catasto, annunciata da parecchi governi, compreso quello attuale (viva l’onestà!), è stata rimandata per il caos normativo che si sarebbe prodotto con la revisione delle rendite catastali che variano moltissimo da zona a zona; egli propone di rimandare tutto ad una riforma complessiva del settore che non è chiaro quando potrà essere varata (ma preferibilmente dopo il 2018, data non ovviamente scelta a caso). La verità (e questo Pizzetti lo sa benissimo) è che una riforma del genere darebbe una scossa a tanti compromessi consolidati, soprattutto nelle amministrazioni comunali del Sud, di ogni colore politico, dove il consenso elettorale è basato anche sulle omissioni volute degli uffici tecnici relativamente all’aggiornamento catastale per favorire gli amici degli amici o la speculazione abusiva in mano alla criminalità organizzata; con il risultato che ville megagalattiche vengono accatastate come abitazioni rustiche e case vecchie, ma grandi, ubicate nei centri storici vengono catalogate come appartamenti signorili. Oggi, per individuare queste situazioni e regolarizzarle basterebbero le rilevazioni aeree fatte con la fotografia satellitare e con gli strumenti di Google Maps; ciò permetterebbe di aggiornare le mappe e, quindi, registrare rendite catastali credibili. In quanto alla sospensione dei pagamenti, Pizzetti è troppo intelligente per non capire che un tale provvedimento potrebbe essere interpretato come un’ulteriore sanatoria, di cui non si sente proprio il bisogno. Per quanto mi riguarda, contrariamente a quanto pensa il governo Renzi, credo che la tassa sulla casa la debbano pagare proprio tutti, a seconda della loro capacità contributiva, a norma dell’art. 53 della Costituzione, che Pizzetti dovrebbe conoscere meglio di me.
Vincenzo Montuori (Cremona)