Mercoledì, 24 aprile 2024 - ore 08.27

L'Arcobaleno di Rebecca: un libro per battere l'intolleranza

| Scritto da Redazione
L'Arcobaleno di Rebecca: un libro per battere l'intolleranza

Il diario di Rebecca Covaciu apre una finestra sul mondo Rom: cultura sconosciuta e vituperata, colpevolmente inascoltata. Disegni e parole per raccontare un’esperienza di vita

Vivere come un alieno in una società in cui la maggior parte della gente ti ritiene un ladro, ed ha paura persino a guardarti negli occhi. La vita di un Rom non è per nulla semplice, anche se desideri integrarti.  Sopratutto in Italia e, in Lombardia, in una città come Milano.

A raccontarcelo è Rebecca Covaciu, giovane ragazza Rom, autrice del libro "L'Arcobaleno di Rebecca", edito da UR editore.

La decisione della piccola casa editrice di pubblicare il diario della giovane Rom, in cui, prima di una breve narrazione, sono pubblicati alcuni dei suoi disegni, non è affatto azzardata.

"L'Arcobaleno di Rebecca" è una gamma di tinte, spesso fosche, che immortalano in tutte le sue sfaccettature l'esperienza di una ragazza Rom per l'Italia, l'Europa e il Mondo.

Rebecca parte con la sua famiglia dalla Romania per andare in Spagna, poi in Brasile, Argentina, ancora Spagna, e Francia. Segue il ritorno in Romania, e lo spostamento in Italia, dove Rebecca, prima di recarsi a Milano, nel 2008 è testimone celebre attentato ai campi Rom di Napoli.

Nel capoluogo meneghino, Rebecca costruisce la sua vita secondo lo stile Rom: un budget di denaro da raggiungere ogni mese per aiutare la famiglia a pagare l'affitto della casa in prefabbricato dove vive.

Tuttavia, Rebecca ha un suo stile. A differenza che gli altri rom, ella decide di non chiedere l'elemosina, ma di vendere presso i mercatini sui Navigli i disegni che sa comporre con una vena artistica di inevitabile spessore.

Ad accorgersi del talento di Rebecca è il Preside del Liceo Artistico Boccioni, uno dei più prestigiosi di Milano. Egli, con ammirevole tenacia, permette alla giovane Rom l'iscrizione alla scuola, nonostante Rebecca non abbia nemmeno potuto terminare le elementari.

Oltre al Preside del Boccioni, un altro colore chiaro dell'Arcobaleno di Rebecca e quello della persona che le regala un astuccio di matite colorate: l'unico strumento di cui Rebecca si avvale per comunicare i suoi pensieri, e descrivere la realtà che vede.

Contraltare a queste storie è l'episodio avvenuto in un famoso centro commerciale di Milano, nei pressi del Duomo, dove Rebecca si rifugia un giorno di un freddo inverno per scaldarsi.

La giovane Rom, per via della sua etnia, è strattonata da un addetto della security, che strappa i suoi disegni e manda così in fumo il guadagno giornaliero che Rebecca, in maniera pacifica, si sarebbe presto meritata.

L'episodio, uno dei tanti contenuti nel libro, ci testimoniano quanto amaro sia il mondo di Rebecca, e quanto esso sia ben lontano dall'essere compreso dalla società italiana.

La legalità e il rispetto della legge sono principi inviolabili, che occorre rispettare senza se e senza ma. Tuttavia, ritenere i Rom a priori dei ladri o dei malfattori è un atteggiamento ignobile che riporta la nostra società al Medioevo.

Con il suo Arcobaleno, Rebecca ci testimonia che i Rom sono innanzitutto persone, e che un'integrazione è possibile. Occorre "solo" sapere ascoltare e dialogare, per cercare di comprendere come integrare nella nostra società sedentaria un popolo per cultura e tradizione nomade.

Il Santo Natale potrebbe essere un'occasione per aiutare Rebecca e, nel contempo, abbattere il muro di ignoranza che ancora ci divide dalla cultura Rom, e da persone eccezionali come Rebecca.

Acquistare il libro, leggere le parole di Rebecca, e apprezzare i suoi disegni, è un’azione concreta, e responsabile, in tale passo.

Rebecca Covaciu, “L’Arcobaleno di Rebecca – taccuino di viaggio di una giovane rom”, UR Editore

Matteo Cazzulani

2359 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria