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LE CATTEDRALI " LAICHE" | M. Superti

| Scritto da Redazione
LE  CATTEDRALI

LE  CATTEDRALI  " LAICHE" | M. Superti
Come  si sa , quando ci si riferisce alla cattedrale, il pensiero va subito alla “chiesa  cattedrale” : essa ospita la  cattedra del vescovo. Un altro modo di intendersi è la definizione  :  “chiesa madre” della diocesi. Il suo ruolo principale è anche richiamato dalla definizione di “Domus Dei” da cui deriva poi il termine “Duomo” in italiano e “Dom” in tedesco. Ed ora  sappiamo di che  cosa si parla o si scrive.

Ma nel corso della nostra vita, quante volte abbiamo sentito parlare di cattedrale  nel deserto o di cattedrali del consumo o di cattedrali della comunicazione ? Tante volte, ed  a sproposito. A sproposito, certo, perché se si va al significato dell’origine la Cattedrale è la sede della Cattedra da dove scendono gli insegnamenti del Vescovo. Non mi sembra ,tuttavia, che quando si fa riferimento ad altro tipo di cattedrale  ne  possa discendere    una     qualsiasi    forma   di “autorità” anche nel senso di “ authoritas”.

Se ben ricordo il termine “authoriras”  ha la sua radice nel verbo “augere” che sta ad  indicare “crescere” “aumentare”  e più liberamente “ aiuto alla crescita”. Ora, non mi sembra proprio che quando ci si riferisce a qualsiasi altro tipo di cattedrale ci si possa riferire a questi significati.

E veniamo al dunque. Quando sorgono le cosiddette “cattedrali della distribuzione” , alias  super/ipermercati, di tutto si può parlare , meno che nella “iniziativa commerciale” sorgano anche propositi di “aiuto o incremento”  alla vita delle persone  e delle famiglie.

Queste iniziative commerciali sorgono dopo uno scrupoloso ed attento esame del territorio, dei suoi contorni, delle sue  componenti, della sua estensione e della composizione dettagliata della tipologia dei suoi abitanti.

Spesso queste iniziative o imprese riscuotono successo ed attraggono le persone per motivi ovvi e contingenti:  l’acquisto a buon mercato , forse, di quanto serve al mantenimento della famiglia.

Ne consegue che questi ambienti sono meta di intere famiglie o anche  di gruppi  occasionali per le provviste settimanali.

Va notato che questi ambienti , prettamente di natura commerciale, sono attorniati anche di tutta una serie di botteghe, servizi, esposizioni che a maggior ragione attraggono l’attenzione di grandi e piccini.

Non è raro vedere appositi “box” dedicati ai più piccoli . Spesso i genitori  hanno un bel da fare a trattenere i bambini dall’ambiente dedicato al gioco. Ma lo scopo dell’ambiente dedicato alla vendita è quello di predisporre il cliente all’acquisto ed al consumo.

E spesso ci riescono.

Posto che, come  si sa , la struttura dell’impianto commerciale assume la forma del “villaggio medioevale” , non vi sembra che manchi qualcosa ? In tempo di crisi  o di festività prolungate spesso le famiglia intere , ma  anche le compagnie  occasionali  si recano al “tempio del commercio” con sempre maggior frequenza.

E con l’intento di passare il tempo anche in forma relazionale.

Non ci rimane che una ultima considerazione : la “cattedrale laica”  attrae il popolo  che ivi trova  anche una  forma di aggregazione.

Aggregazione che non  riflette  certo una  comunità  dedita  alla ricerca dell’insegnamento  morale, civile  ed a maggior ragione religioso.

Sarà anche una valvola di sfogo  dopo una giornata o una settimana di lavoro, ma il fenomeno riflette la natura del comportamento  della società in cui viviamo : la cultura , laica o religiosa che sia ,viene in seconda istanza.

E’ ovvio che non è la generalità  delle persone  che così si esprime ma è  sempre una parte consistente della società.

Ciò detto, ognuno, per maggior comprensione del vivere moderno , può dedurre  anche altre considerazioni , se vuole.

Cordialità e buon lavoro.

MARIO SUPERTI

CREMONA

2014-03-10

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