Milano, 21 febbraio 2104. Si è tenuta mercoledì 19 febbraio, in Consiglio Regionale, l’audizione convocata dalla Commissione Agricoltura per la modifica della legge regionale 26 del 1993 che disciplina l’attività venatoria sul territorio lombardo. Presente anche Confagricoltura Lombardia, che è intervenuta attivamente alla discussione. Dopo la presentazione di emendamenti puntuali sui progetti di legge di modifica della l.r. 26, Confagricoltura ha ribadito i punti cardine che dovrebbero regolare il rapporto tra attività agricola e attività venatoria. In particolare, Confagricoltura ha insistito sulla necessità di contenimento delle specie selvatiche che arrecano danni alle colture e non solo. E in questo senso l’elenco è piuttosto lungo: nutrie, cinghiali, volpi, storni, piccioni abbondano, come del resto hanno dimostrato le cronache di questo inverno. Il che comporta un ingente danno economico derivante non solo (e si fa per dire) dal danneggiamento delle colture ma anche dall’instabilità di manufatti di contenimento dei corsi d’acqua. Questo espone a rischio idrogeologico centinaia di migliaia di persone ogni qualvolta si ripropone un evento meteo relativamente critico.
Conseguentemente, sono stati evidenziati i danni provocati alle colture dalle specie selvatiche per i quali risultano fondamentali sia la disponibilità di risorse per l’erogazione degli indennizzi alle aziende agricole sia la tempestività di tale erogazione che deve essere regolata da adempimenti amministrativi di semplice attuazione.
Decisamente delicato risulta infine il rapporto cacciatori, territorio e colture in essere attraversate durante lo svolgimento della attività venatoria. Si tratta prima di tutto di una questione di educazione civica ma un significativo contributo può arrivare anche da una adeguata attività di controllo e vigilanza.
Fonte: Confagricoltura Lombardia
2014-02-21