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Lettera aperta al cittadino Gino Ruggeri | P.Carletti

| Scritto da Redazione
Lettera aperta al cittadino Gino Ruggeri | P.Carletti

Lettera aperta al cittadino Gino Ruggeri | P.Carletti
Caro Gino, ho seguito con vivo interesse la tua iniziativa politico giudiziaria di costituirti parte civile nel processo contro i vertici Tamoil ed appoggio pienamente la tua difficile scelta di sostituirti ad istituzioni quantomeno sonnacchiose, per la tutela degli interessi della municipalità cremonese.

L'andamento del processo di cui sei parte sta svelando in tutta la sua crudezza la vicenda Tamoil, che per decenni pare aver inzuppato il terreno di sostanze inquinanti senza preoccuparsi di adottare quelle misure necessarie ad evitare quello che sembra delinearsi come un disastro.

Lasciami dire che è triste vedere la politica impegnata a parlare di ambiente ad ogni livello e non dire una parola sul caso Tamoil, questione che dovrebbe essere affrontata immediatamente ed anteposta a qualsivoglia progetto ambientale degno di questo nome,  così come è triste  vedere ancora una volta la giustizia  doversi sostituire alla politica per la tutela degli interessi della comunità.

Vedi, io non sono uno di quelli che respingono gli accordi, ritengo infatti che trovare un accordo che possa mediare una situazione critica sia un compito della politica, ma l'accordo dev'essere tra galantuomini ed i vantaggi dell'accordo non possono che essere per entrambe le parti.

L'accordo siglato nel 2011 che ha impedito al Comune di costituirsi parte civile nel processo e che impegnava Tamoil alla bonifica della zona ed alla ricollocazione delle maestranze, avrebbe avuto un senso se Tamoil si fosse sempre comportata correttamente, ma visti i comportamenti di Tamoil precedenti e successivi all'accordo e considerate le risultanze processuali, ci sorge il legittimo dubbio riguardo la buona fede di Tamoil all'atto della firma dell'accordo ed ancor prima, all'atto delle autodenuncie del 2001.

Si consideri anzitutto che al di là dell'accordo, ovviamente, Tamoil sarebbe stata obbligata per legge a bonificare quanto  inquinato dai suoi impianti e che all'oggi, non è praticamente stato fatto nulla per bonificare la zona interessata, se non operazioni che riguardano la zona canottieri, per cui in data 25/11/13 l'assessore Bordi riferisce che saranno necessari almeno altri 10 anni di lavori, si noti poi che le risultanze processuali trapelate dalla camera di consiglio, svelerebbero una situazione in cui vertici della raffineria erano perfettamente al corrente dei disastri che gli impianti stavano causando e non vi avrebbero posto alcun rimedio.

Non mi pare nemmeno che dal punto di vista dei lavoratori tutto sia andato liscio, dal momento che 90 dipendenti sono finiti in cassa integrazione, al termine della quale sarebbero dovuti essere reimpiegati o al deposito Tamoil, o per garantire la sicurezza della zona o attraverso un piano di reindustrializzazione e modernizzazione dei locali mai avvenuto; di fatti, per quel che ne so, i 90 dipendenti stanno scivolando in mobilità, in barba alla ricollocazione.

Che dire allora di questa brutta vicenda, se non che il Sindaco Perri dovrebbe con onestà intellettuale riferire di aver commesso un errore con la stipula di quell'accordo che ha portato vantaggi solo a Tamoil e fare quanto in suo potere per porvi rimedio.

Paolo Carletti (psi)

2014-02-18

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