In particolare Coldiretti Lombardia reputa grave che la base associativa di Prosus non sia stata coinvolta in questa decisione che rischia di creare frizioni tra i produttori di un settore che già sconta una situazione di forte crisi economica e finanziaria. “In un momento economico difficile – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia - non servono tensioni inutili all’interno del mondo cooperativo. Le cooperative che ragionano con scarsa lungimiranza non possono poi pretendere di essere aiutate ad aprire i mercati dell’Asia se non c’è una condivisione di intenti, Da parte nostra daremo appoggio solo a chi persegue la volontà di valorizzare la carne suina nata, allevata e macellata in Italia perché è l’unico modo per dare un futuro alle scrofaie che sono quelle che oggi sono in maggiore difficoltà. Il progetto Coldiretti è l’unico serio e percorribile per il settore suinicolo nazionale. Per valorizzare i prodotti italiani anche sui mercati esteri serve una condivisione di intenti senza speculazioni che vanno a discapito degli allevatori. Senza entrare nel merito della validità dell’offerta avanzata da Prosus, riteniamo però che la soluzione migliore non siano atti ostili all’interno del mondo della cooperazione, ma progetti condivisi in grado di portare valore aggiunto e possibilità di sviluppo e reddito a tutte le aziende, senza dispersione di forze e risorse”.