Sabato, 27 aprile 2024 - ore 00.32

Ma davvero quella di oggi in Italia è una ‘buona’ scuola?| F.Verdi

Ha davvero senso affermare: ‘la Buona Scuola siamo noi’?

| Scritto da Redazione
Ma davvero quella di oggi in Italia è una ‘buona’ scuola?| F.Verdi

Signor direttore, il risiko della ‘Buona Scuol’a sembra essere arrivato a un appuntamento decisivo: quello in cui gli schieramenti in campo, per altro tutt’altro che compatti, giocheranno le loro carte per tentare di (ab)battere l’avversario. Già, ma chi è l’avversario? Nel caso del Ddl ‘Buona Scuola’ si vede bene che dietro il logo della riforma si staglia la figura non certo del ministro competente (come fu per Berlinguer o Moratti, e perfino con Gelmini) ma direttamente quella del capo del Governo, il Matteo Renzi che sulla priorità della scuola ha costruito immagine, percorso e progetto. Dunque, nel risiko in corso, colpire e affondare la Buona Scuola in qualche punto vitale significherebbe infliggere una sconfitta all’Avversario, che non è il Preside-Sceriffo ma l’uomo solo al comando, come gli antirenziani definiscono il decisionista Renzi riferendo a lui, con spirito malevolo, la celebre espressione inventata dal giornalista Mario Ferretti per celebrare un’epica vittoria del grande Fausto Coppi nel Giro d’Italia del 1949. È evidente che sulla pelle della scuola si sta combattendo una battaglia politica con armi improprie! A proposito di Buona Scuola, uno degli slogan più diffusi contro il ddl di riforma è quello che rifiutando la bontà della scuola prevista dal progetto innovatore, rivendica all’attuale scuola l’attributo di ‘buona’. La Buona scuola, insomma, non è quella che verrà, ma quella che c’è già oggi. Però, a forza di affermare che ‘la buona scuola siamo noi’, molti docenti sono convinti di essere nel giusto e, proprio per questo, ritengono di essere vittime di una riforma che penalizzerà la qualità della docenza e della scuola. Ma davvero quella di oggi in Italia è una ‘buona’ scuola? C'è un misuratore oggettivo e condiviso che rileva il livello complessivo della Buona scuola, e non si tratta di un misuratore sindacale, politico o amministrativo. È la rilevazione complessiva degli obiettivi di Lisbona, fissati dalla Commissione europea, per i quali tutti i Paesi dell’Unione sono impegnati al loro conseguimento per il 2020. Nell'ultima rilevazione intermedia relativa al 2013 la situazione della scuola italiana è risultata come di seguito indicata. Per la competenza linguistica dei nostri 15enni l’Italia è sotto la media europea, al 16° posto; dietro ha 11 Paesi. Per la competenza matematica dei nostri 15enni l’Italia è sotto la media europea, al 17° posto; dietro ha 10 Paesi. Per le competenze scientifiche dei nostri 15enni l’Italia è sotto la media europea, al 19° posto; dietro ha 8 Paesi. Per gli abbandoni precoci (18-24enni che si sono fermati al massimo alla licenza media) l’Italia è sotto la media europea, al 26° posto; dietro ha 5 Paesi. Per i ragazzi che hanno completato il percorso di studi conseguendo il diploma, l’Italia è sotto la media europea, al 23° posto; dietro ha 8 Paesi. Nell'istruzione degli adulti (25-64 anni di età) l’Italia è sotto la media europea, al 20° posto; dietro ha 11 Paesi. Per il possesso della laurea della fascia di età tra i 30 e i 34 anni l’Italia è sotto la media europea, al 27° posto; dietro ha 4 Paesi. Nella partecipazione dei bambini ai servizi educativi per l’infanzia l’Italia è sopra la media europea, al 3° posto; dietro ha 27 Paesi. 

Franco Verdi (già Dirigente Scolastico)

Cremona

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