Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 14.51

Ma quanti aspiranti premier abbiamo? Troppi di sicuro di Giorgino Carnevali (Cremona)

Caro direttore, breve e a braccio, tuttavia cum tantam di quella ‘sancta simplicitas’ che basta e ne avanza. Ma ‘sti benedetti aspiranti presidenti del consiglio, dai variopinti colori di partito, mannaggia!... col loro inossidabile buonumore, riusciranno nell’impresa di addivenire ad un mite accordo?

| Scritto da Redazione
Ma quanti aspiranti premier abbiamo? Troppi di sicuro di Giorgino Carnevali (Cremona)

Ma quanti aspiranti premier abbiamo? Troppi di sicuro di Giorgino Carnevali (Cremona)

Caro direttore, breve e a braccio, tuttavia cum tantam di quella ‘sancta simplicitas’ che basta e ne avanza. Ma ‘sti benedetti aspiranti presidenti del consiglio, dai variopinti colori di partito, mannaggia!... col loro inossidabile buonumore, riusciranno nell’impresa di addivenire ad un mite accordo?

Guarda direttore, in fiducia li definirò cowboy, non già nel nobile lavoro di guardiani di mandrie nelle sconfinate praterie nordamericane, piuttosto come venivano definiti nel cinema, protagonisti di storie avventurose ambientate all’epoca della conquista del West, eccioè autentici cowboy.

Ed allora mi piacqua sottolineare, con rigorosa matita blu la loro postura, tipo alquanto confusi, disorientati, smarriti, sconvolti, emozionati, lucidi quel tanto che basta per provare imbarazzo, meglio, incapaci di sapere quale corretto comportamentoadottare. A tal punto che

spontanea mi sorge la domanda: ‘Aspiranti presidenti, chi’? Gioco forza trarne allora una personale conclusione, mi appaiono sempre di più simiglianti a tanti Marchesi del Grillo, la cui unica prerogativa sembra dunque essere: ‘Io sono io, e voi non siete un c….’! E quant’anche il cielo si illuminasse di finte stelle le loro cicatrici non faranno più male, mai più.

A patto che abbandonino senza indugio la loro condizione di cowboy. Mi fanno impazzire talvolta ‘certi’ cowboy! Fine della pellicola?

Assolutamente no, ne vedremo ancora delle belle, e non poche, tipo ritornare a nuove elezioni, con tanto di 60, peggio di 70 per cento di astensioni al voto. Perché dal loro breviario il partito delle astensioni ha già attinto che vinceranno le lezioni. Lasciamoli dunque piangersi addosso quei cowboy. Chissà quando avverrà quel giorno in cui la ‘festa’ si squarcerà proprio come una stoffa che si strappa. Chissà! Tutto qua.

Giorgino Carnevali (Cremona)

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