"Mario Bozzoli non è stato bruciato nel forno della sua azienda". Lo ha detto dal banco dei testimoni Cesare Cibaldi, consulente metallurgico che ha lavorato sui forni della fonderia di Marcheno, nel Bresciano, dove l'8 ottobre 2015 è svanito nel nulla l'imprenditore Mario Bozzoli.
Nel corso della nuova udienza del processo a carico di Giacomo Bozzoli, nipote della vittima, Cibaldi ha specificato: "Nel forno più piccolo non ci sarebbe stato fisicamente, nemmeno sdraiato o legato. Nel forno più grande - ha aggiunto Cibaldi - sarebbe stato comunque problematico gettarlo. Mettendo un corpo in 900 gradi avremmo assistito ad un esplosione con 540 metri cubi di gas che si sarebbero sprigionati in poco tempo. E poi si sarebbe avvertito un forte odore di carne bruciata, non per un giorno ma per settimane". (ANSA).