Gentile direttore, condivido la lettera di Elia Sciacca (…) settembre. Infatti vado dichiarando da sempre che se non si arriverà al licenziamento in tronco dei lavativi della P.A. coi i relativi dirigenti che sono responsabili del personale sottoposto, l’Italia continuerà ad avere grossi problemi. Questo avviene già nel privato per cui non si capisce il trattamento privilegiato nel pubblico impiego. Qui si arriva addirittura a ‘perdonare’ chi ruba. Abbiamo esempi eclatanti in merito. A cominciare da quell’assenteista di professione che invece di lavorare nel suo ufficio, si recava ad aiutare la mamma nel suo negozio. Sorpreso, e stato condannato in tre gradi di giudizio Al pagamento di una penale di circa 30 milioni delle vecchie lire. Il nostro si è poi dedicato alla politica con successo. Nella nostra città desidero segnalare il caso, tra gli altri, di un alto dirigente che si è reso protagonista di un odioso reato sconfinante nel penale. Sottoposte le prove alla magistratura locale, prove riscontrate puntualmente dalla Guardia di Finanza di via Zara, ho visto ignorato il mio esposto per ben tre volte. Ho dichiarato sul suo quotidiano, caro direttore, che la mia fiducia nella magistratura è incondizionata, senza se e senza ma. Io sono stato sempre dalla parte delle guardie e non quella dei ladri. Ma questo episodio mi ha procurato una grande amarezza.
Licio D’Avossa (Cremona)