Sabato, 27 aprile 2024 - ore 05.55

Nuova diagnostica Covid-19 dalle feci, studio congiunto Spallanzani e Casa Sollievo

Dallo Spallanzani di Roma e dalla Casa Sollievo di San Giovanni Rotondo un nuovo approccio diagnostico rapido

| Scritto da Redazione
Nuova diagnostica Covid-19 dalle feci, studio congiunto Spallanzani e Casa Sollievo

Il primo anno dalla data di inizio ufficiale della pandemia è già trascorso, con tanto che si è imparato e tanto ancora da scoprire. Come è naturale che sia si comincia a tirare le somme dei tanti risvolti di questa esperienza, anche raccontandola nero su bianco con il libro "La Storia del Coronavirus a Bergamo e Brescia" come ha fatto il giornalista Giuseppe Spatola.

 

Ora che lo sviluppo dei vaccini ha trovato una sua strada, indubbiamente a scorrimento molto più veloce di quelle imboccate nel passato, gli uomini di scienza sono sempre più concentrati sull'individuazione di metodi affidabili ed in grado di permettere un risparmio di risorse sull'individuazione del contagio. Ecco quindi arrivare la notizia di un nuovo approccio sistematico per la diagnosi e la cura del Covid-19, partendo dall'analisi genetica delle alterazioni della flora batterica intestinale.

 

Infatti è risaputo essere una patologia multisistemica, che fin dalle prime osservazioni ha dimostrato di attaccare l'apparato gastrointestinale causando il disequilibrio del microbiota. Quest'ultimo non è altro che l'insieme di microrganismi presenti all'interno della nostra pancia, che si occupano della digestione, dell'assorbimento delle sostanze nutritive e di conseguenza del benessere generale.

 

Per chi non sapesse cosa sono i probiotici, sono prodotti idonei a farci introdurre microrganismi vivi (come funghi e batteri) per ripopolare le colonie di microscopici alleati che compongono la flora intestinale, i quali devono nutrirsi di particolari cibi o integratori per restituire armonia al corpo. Lo scarto, ovverosia le feci, proprio per il fatto di essere il risultato di un'attività di creature dotate di un genoma, sono un ottimo coadiuvante per individuare la positività al SARS-CoV-2 e classificare i malati per categorie di rischio.

 

Questo è ciò su cui si è focalizzata la ricerca condotta congiuntamente dall’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma e dall’IRCCS “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo (FG), appena pubblicata dalla rivista scientifica PLOS ONE. Sfruttando l'esistenza di un “asse polmoni-intestino” e i prodotti microbici rilasciati dalle cellule immunitarie intestinali quando individuano patogeni estranei, gli scienziati hanno deciso di analizzare lo spettro genomico delle feci per andare dei marcatori diagnostici rappresentativi della malattia anche a livello respiratorio quindi.

 

L'osservazione è avvenuta tramite uno speciale analisi del patrimonio genetico del microbiota presente nei tamponi rettali di tre categorie di pazienti: quelli ricoverati in degenza ordinaria e in terapia intensiva affetti da Covid-19, quelli ricoverati senza essere affetti da Covid-19. I differenti gruppi presi in esame hanno dimostrato le differenze nella composizione della flora batterica intestinale, rendendo chiaro che si possa procedere ad una distinzione non solo basata sulla infezione ma anche sul livello di severità dei sintomi provocati dalla malattia: una scoperta che può anticipare l'evoluzione sintomatica, permettendo di anticipare quelli che potranno essere i naturali aggravamenti del quadro clinico del paziente.

 

Un’ulteriore conferma dell’importanza delle tecniche innovative del sequenziamento dell’RNA in diagnostica. 

 

 

Foto: Mufid Majnun / unsplash

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