Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 14.12

Onu condanna Iran su diritti umani

| Scritto da Redazione
Onu condanna Iran su diritti umani

Le Nazioni Unite condannano la situazione dei diritti umani in Iran
L'Assemblea Spirituale Nazionale dei Baha’i d’Italia apprende con
soddisfazione che le Nazioni Unite hanno nuovamente votato una forte
condanna dell’Iran per la sua violazione dei criteri internazionali dei
diritti umani.
Con 78 voti su 45 e 59 astensioni, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite
ha confermato una risoluzione che esprime «profonde preoccupazione per le
gravi e continue violazioni dei diritti umani». In oltre 20 anni di
risoluzioni di questo genere contro l’Iran, questa delibera è stata
approvata con la più alta percentuale di voti.
La risoluzione esprime specificamente preoccupazione per «l’intensifi-cato
attacco contro i difensori dei diritti umani e menziona un eccessivo uso
della forza e della tortura», nonché «la diffusa disparità di genere e la
violenza contro le donne» e la discriminazione contro le minoranze, compresi
i membri della Fede baha’i.
La comunità mondiale ha parlato chiaramente. È oltraggiata dalle continue e
crescenti violazioni dei diritti umani in Iran», ha detto Bani Dugal, il
rappresentante principale della Baha’i International Community presso le
Nazioni Unite.
Soddisfatta del risultato, la signora Dugal ha notato che la risoluzione
documenta molti tipi di violazioni, dalla tortura all’oppres-sione delle
donne, alla persecuzione delle minoranze. «Tutto questo continua da troppo
tempo ed è arrivato il momento che l’Iran dia ascolto all’appello della
comunità internazionale e si adegui ai criteri della legge internazionale»
ha detto.
La risoluzione dedica un intero paragrafo al modo in cui l’Iran tratta i
membri della Fede baha’i, producendo un lungo elenco di recenti attività
anti-baha’i. Queste attività includono «crescenti prove del fatto che lo
Stato sta tentando di identificare, controllare e imprigionare
arbitrariamente i baha’i, che impedisce ai membri della fede baha’i di
frequentare l’università e di mantenersi economicamente, che confisca e
distrugge le loro proprietà e profana i suoi cimiteri . . .».
La risoluzione esprime inoltre preoccupazione sul processo e sulla recente
condanna dei sette dirigenti baha’i dicendo che il governo iraniano «ha
ripetutamente negato loro un giusto procedimento legale».
Condanne in tutto il mondo
Il voto delle Nazioni Unite è coinciso con nuove proteste contro la
persecuzione dei baha’i da parte di un gran numero di governi,
organizzazioni e personaggi eminenti.
In una dichiarazione del 17 dicembre, il Ministro degli affari esteri
canadese, l’onorevole Lawrence Cannon, ha ribadito la profonda
preoccupazione del suo paese perché «le autorità iraniane continuano a
sottrarsi ai loro obblighi legali nazionali e internazionali».
«Il Governo del Canada è fermamente solidale con il popolo iraniano contro
le violazioni dei diritti umani e le discriminazioni, nonché contro il
maltrattamento delle donne e delle minoranze», ha detto il signor Cannon.
Numerosi eminenti cittadini indiani hanno recentemente invitato l’Iran a
rispettare le proprie minoranze. Fra questi, l’ex vice primo ministro, L. K.
Advani, ha chiesto giustizia per i sette dirigenti baha’i. «L’atteggiamento
di un paese e di una nazione verso le religioni minoritarie è la cartina di
tornasole della sua civiltà», ha detto il 17 dicembre.
In un dibattito sulla libertà di religione nel Parlamento tedesco, che si è
svolto il 17 dicembre, alcuni membri del Parlamento hanno illustrato la
situazione dei baha’i in Iran. Il membro del Parlamento Christoph Strässer,
portavoce per i diritti umani dei socialdemocratici, ha notato che la
comunità baha’i «si è dedicata alla pace e alla tolleranza, sin dal momento
in cui è nata...».
Dimostrazioni di piazza sulla situazione dei diritti umani in Iran si sono
rivolte nelle città tedesche di Francoforte, Wiesbaden, Mainz e Taunusstein.
«Ci siamo qui riuniti per denunciare l’allarmante situazione dei baha’i, dei
diritti umani in generale e il clima di timore in cui vivono i baha’i, le
donne, i giovani, i blogger e i giornalisti», ha detto Omid Nouripour,
membro del parlamento per Francoforte, parlando durante le dimostrazioni
nella città, «e protestiamo per dire al mondo che il popolo iraniano ha
bisogno del nostro aiuto».
Christian Solidarity Worldwide (CSW) ha anche chiesto la liberazione dei
prigionieri Baha’i. «È chiaro che i sette dirigenti baha’i sono in prigione
soltanto per la loro fede»», ha detto Andrew Johnston, advocacy director del
CSW, il 10 dicembre, «e questo contravviene agli obblighi internazionali
dell’Iran».
Il mese scorso nel parlamento australiano, alcuni membri hanno
specificamente menzionato le discriminazioni contro le minoranze in Iran e
le violazioni dei loro diritti, compresi le comunità baha’i, sufi, baluch e
curde, nonché il processo e la condanna dei sette dirigenti baha’i.
In precedenza la notizia della condanna a dieci anni di carcere ha suscitato
un coro di condanne da parte di governi di tutto il mondo, come l’Australia,
il Canada, la Francia, la Germania, la Nuova Zelanda, l’Olanda, il Regno
Unito, gli Stati Uniti e l’Ungheria. Anche l’Unione Europea e il Presidente
del Parlamento Europeo si sono uniti alla proteste, accanto a numerose
organizzazioni per i diritti umani, ad altri gruppi e a moltissime persone.
Nel suo rapporto annuale sulla liberà religiosa internazionale, pubblicato
in novembre, il Dipartimento di stato americano ha detto che il rispetto del
governo iraniano per la libertà religiosa ha continuato a deteriorarsi
creando «un’atmosfera intimidatoria per quasi tutti i gruppi religiosi non
sciiti, specialmente i baha'i.”
«Il governo degli Stati Uniti ha pubblicamente condannato il trattamento dei
baha’i nelle risoluzione dell’ONU», dice il rapporto.
La recente risoluzione delle Nazioni Unite è stata presentata da 42
co-sponsor e approvata in forma preliminare in novembre da un comitato
dell’Assemblea generale, con una schiacciante maggioranza di voti contro
l’Iran.

Fonte: Ufficio stampa baha'i <ufficiostampa@notiziebahai.it>

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