Lunedì, 06 maggio 2024 - ore 14.53

Pietro Mennea collaborò con la Cgil

| Scritto da Redazione
Pietro Mennea collaborò con la Cgil

Il ricordo dell'uomo bianco più veloce di tutti i tempi, e di quella volta che collaborò con la Cgil. Un campione anche fuori dalla pista, sempre dalla parte dello sport DI PIETRO SOLDINI
di Pietro Soldini
Ho conosciuto Pietro Mennea, l'uomo bianco più veloce di tutti i tempi nel 1997, prima di allora, avevo seguito in televisione e mi ero entusiasmato per le sue gesta, una volta l'ho anche visto correre dal vivo, allo Stadio Olimpico nel 1987 ai campionati italiani di atletica leggera, lui era ritornato per la seconda volta alle gare, in età eccezionalmente avanzata per un atleta della velocità.
In quel tempo il più veloce degli italiani era Stefano Tilli, ma lui aveva ancora forza, volontà e carisma ed infatti l'anno dopo (1988) fu il portabandiera della nazionale azzurra ai giochi olimpici di Seul dove corse, passando il turno, la batteria dei 200 metri, poi si ritirò, aveva 36 anni e nessun velocista ha mai corso fino a quell'età. Se ti capita nella vita di conoscere un campione come lui, non puoi non vantartene e raccontarlo, soprattutto nel momento dell'ultimo saluto.
Nel 1997 la Cgil mi aveva affidato l'incarico dell'Ufficio "Sport e Tempo Libero", un nuovo settore di lavoro della Confederazione Nazionale che nasceva sotto la mia responsabilità. Lavorai alla composizione di una consulta nazionale dello Sport nella Cgil e contattai Pietro Mennea per chiedergli di farne parte. Lui dopo il ritiro aveva iniziato la sua professione di avvocato ed aveva continuato ovviamente ad occuparsi di sport, con inchieste e prese di posizione, contro il doping e contro la corruzione del mondo sportivo. Pietro Mennea avrebbe potuto essere una grande risorsa per rinnovare la classe dirigente dello sport italiano, ma proprio per questo i poteri forti lo hanno sempre osteggiato. Infatti, mi fa un po' male saperlo oggi nel salone d'onore del Coni, dove, da vivo, hanno fatto di tutto per tenerlo lontano.
Mi concesse un appuntamento, nel suo studio in Via Silla, mi aprì una signora e mi fece accomodare in una sala con immagini ingrandite delle imprese di Pietro, poi arrivò il mio turno, emozionato ed un po' intimidito, gli proposi di far parte della Consulta della Cgil, lui mi disse di sì. Ero felice, come raramente capita nella vita quotidiana di un sindacalista. La consulta cominciò a lavorare, con lui e con altri grandi (Sandro Donati, il tecnico e dirigente sportivo più rappresentativo in Italia e nel mondo per la lotta al doping ed alla corruzione e Massimo Di Marzio dirigente della Fidal lungimirante ed innovativo purtroppo anche lui prematuramente scomparso). Elaborò proposte di riforma del sistema sportivo, del Coni e dello sport per tutti ed affrontò il tema del lavoro e delle professioni nello sport.
In particolare, con Mennea progettammo un'ipotesi di Convegno Internazionale per il cinquantenario della Carta dei Diritti dell'uomo al quale avrebbero dovuto partecipare grandi campioni dello sport e di battaglie storiche per i diritti dell'uomo: Mohamed Alì, Tommy Smith, Jon Carlos, ma l'ipotesi non incontrò il favore del Coni e purtroppo non riuscimmo a realizzarla. Ricordo con il riso sulle labbra l'episodio della prima riunione della Consulta alla quale partecipò Pietro Mennea, prese la parola, come spesso accade in riunioni di lavoro con tempi sempre stretti, lui esordì dicendo "sarò velocissimo" ed io gli risposi di getto: "non abbiamo dubbi" e ridemmo tutti insieme.
E' stato veloce anche andandosene, l'avevo visto l'autunno scorso alla presentazione del suo ultimo libro "Inseguendo Bolt" stava bene, non sapevo della sua malattia, veloce come in pista ed il ricordo rimane indelebile come i suoi primati.

fonte:
http://www.rassegna.it/articoli/2013/03/22/98334/pietro-mennea-una-vita-per-lo-sport

 

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