Sabato, 04 maggio 2024 - ore 01.14

Questo 25 Aprile è tragicamente segnato dalla strage di oltre mille vite nel nostro mare| Gigi Rossetti

È la più grande delle infinite tragedie di cui è corresponsabile questa assurda Europa-fortezza.

| Scritto da Redazione
Questo 25 Aprile è tragicamente segnato dalla  strage di oltre mille vite nel nostro mare| Gigi Rossetti

Si aprano immediatamente corridoi umanitari di sopravvivenza, si ripristini Mare Nostrum per il soccorso in mare, venga garantita a profughi, rifugiati e migranti una accoglienza degna. E poi si sospenda il Regolamento di Dublino e si abroghi la Legge Bossi-Fini, definendo vie d'accesso legali in Italia e in Europa.

L'Italia e l'Europa, i nostri governi, le leggi promulgate e le scelte politiche compiute e non compiute in questi anni - dentro le vicende storiche dei popoli e le nuove dinamiche migratorie nell'area mediterranea, in Africa e nel Medioriente, nello scenario globale - hanno concorso a fare del Canale di Sicilia il tratto di mare più mortale al mondo. Ci fa orrore questa Unione Europea che fa affogare le persone che fuggono dalle guerre, dalle persecuzioni e dalle carestie che si moltiplicano anche in conseguenza dalla guerra globale, militare, economica e sociale ingaggiata dai potenti del mondo contro l'umanità.

Non è questa l'Italia che si fonda sulla Resistenza dei nostri Partigiani.

Non è questa l'Europa che si fonda sulla lotta di Liberazione dal nazi-fascismo.

Un'Europa-fortezza rinchiusa su sé stessa a difesa dei propri privilegi, cieca e sorda di fronte al grido di speranza che si leva da milioni di persone dalle altre rive del Mediterraneo è tutto il contrario di quella a cui si ispirava Altiero Spinelli nel Manifesto di Ventotene.

Un'Europa-fortezza ossessionata da visioni securitarie e tecnocratiche che restringono gli spazi di cittadinanza e di libertà, desertificando la possibilità di autorganizzazione della società civile.

Un'Europa-fortezza dominata da èlite politico-economiche diretta espressione degli interessi di un establishment finanziario e affaristico ligio solo ai dogmi del neoliberismo imposto dalla globalizzazione capitalistica, teso ad una pervasiva mercificazione delle stesse relazioni umane.

Dentro la quale si riducono gli spazi di partecipazione e di democrazia e si svuotano le sovranità popolari fino a modificare le Costituzioni in senso plebiscitario.

E così si generalizza la passivizzazione dei cittadini, si allarga il divario tra governanti e governati.

Dentro la quale si riducono i diritti individuali e collettivi e si distrugge progressivamente quel “modello sociale europeo” fondato proprio sui principi di libertà eguaglianza solidarietà cresciuti nel nostro continente e riconquistati con la Liberazione 70 anni fa.

E così si generalizza la precarietà e si smantella il welfare, mentre si allargano le diseguaglianze e si diffondono vecchie e nuove forme di povertà.

In Italia, la torsione autoritaria del “populismo dall'alto” del Governo Renzi svela passo dopo passo - dall'attacco allo Statuto dei Lavoratori fino a quello alla Costituzione - i suoi caratteri neoliberisti e ademocratici di esecutore dei diktat della Trojka.

E' in questa non-Europa dell'ingiustizia e dell'insicurezza sociale che trovano terreno fertile le speculazioni e le strumentalizzazioni di un populismo nazionalista e xenofobo che facendo leva sul disagio delle classi popolari e del ceto medio impoverito, con la maschera della xenofobia e del razzismo indica il facile bersaglio del migrante e del diverso. E' di questo clima che si alimentano i mostri del risorgente neofascismo e neonazismo per promuovere la loro lugubre ideologia e praticare il loro violento squadrismo.

Così, in Europa e in Italia, nella colpevole sottovalutazione e nella conseguente assenza di contrasto da parte delle stesse autorità, assistiamo - tra illegalità e realtà di fatto - ad una programmata riorganizzazione e ad un crescente proselitismo di gruppi, reti, partiti di dichiarata impostazione nazi-fascista.

Anche a Cremona negli ultimi anni queste organizzazioni si stanno radicando, anche grazie alla compiacenza di una parte del sistema informativo/comunicativo locale, senza un'adeguata consapevolezza nell'insieme del movimento democratico e nelle stesse istituzioni locali della necessità di una azione determinata di monitoraggio, isolamento e contrasto capace di produrre e diffondere gli indispensabili anticorpi civili, culturali, sociali e politici.

Da ultimo, con l'apertura della sede locale di CasaPound si sono moltiplicate nel nostro territorio attività e manifestazioni pubbliche di esplicita propaganda nazi-fascista a cui si sono accompagnati crescenti episodi di intimidazione, minaccia, aggressione per lo più passati sotto silenzio.

In questo contesto si è purtroppo arrivati al drammatico scontro del 18 gennaio, nel quale un uomo è stato ridotto in coma, riuscendo fortunatamente a sopravvivere ma rimanendone pesantemente segnato.

E alla conseguente grande manifestazione nazionale di protesta dell'area antagonista - inizialmente partecipata anche da diverse realtà e tanti cittadini cremonesi con intenzioni assolutamente pacifiche - nella quale alcuni gruppi si sono poi voluti imporre inscenando atteggiamenti paramilitari e ingaggiando lunghe schermaglie con le forze dell'ordine, in seguito alle quali altri si sono abbandonati ad atti di vandalismo: col solo risultato di generare paura tra i cittadini e colpire in negativo l'immaginario di una città che non assisteva da decenni a scene di tale gravità, rischiando così di compromettere la stessa causa dell'antifascismo e di pregiudicare lo spazio per qualsiasi futura mobilitazione sociale.

Non ci compete né ci appassiona la speculazione dietrologica sulle dinamiche contingenti di logiche e pratiche violente che ripudiamo a priori.

Ci preoccupa, invece, la diffusione pervasiva di aggressività e violenza nella nostra comunità. E ci interroga il fatto che oggi molti ragazzi rischino di vedersi rovinata la vita.

Chiediamo che venga accertata tutta la verità, ma che tutte le posizioni vengano valutate con equilibrio, responsabilità e umanità. Al proposito, ci permettiamo di esprimere perplessità su alcune “esternazioni” di carattere sociologico e politologico avanzate da Questura e Procura, che non ci sono parse opportune.

A tutti i rappresentanti degli enti e delle istituzioni - con riferimento a molte affermazioni sentite in queste settimane - ci permettiamo di chiedere di evitare qualsiasi semplificazione e qualsiasi generalizzazione, scongiurando quella tentazione di equiparare in modo indistinto ogni imprecisato “estremismo” che rischierebbe di criminalizzare impropriamente qualsiasi forma di diversità esistenziale e controculturale, qualsiasi espressione pubblica di criticità, alterità, antagonismo dell'esistente, qualsiasi lotta popolare di opposizione civile e sociale, qualsiasi progetto collettivo di alternativa politica democratica.

Piuttosto, richiamiamo l'attenzione delle autorità sul fatto che - come dimostra l'evidenza delle cose avvenute in questi due anni nella nostra città - la dinamica perversa che ci ha portato a dover vivere questa inaccettabile escalation di violenza sia indubitabilmente connessa alla nascita e all'organizzazione di un gruppo e innescata dall'apertura di una sede che della barbarie dell'ideologia nazi-fascista e della sua affermazione attraverso l'uso addestrato e programmato della violenza fanno la propria ragion d'essere.

In evidente violazione del dettato della Costituzione della Repubblica che vieta la riorganizzazione del partito fascista sotto qualsiasi forma e delle Leggi dello Stato che sanciscono il reato di apologia del fascismo; e contro i principi basilari del patto democratico su cui si fonda la nostra pacifica convivenza civile.

Per queste ragioni, continueremo a chiedere agli enti e alle istituzioni locali la fermezza nella negazione di qualsiasi spazio pubblico e di qualsiasi interlocuzione politica con CasaPound; e continueremo a sostenere tutte le iniziative volte a chiedere al Ministero dell'Interno la messa al bando di tale organizzazione.

CREMONA RIPUDIA IL FASCISMO E LA VIOLENZA

ORA E SEMPRE, RESISTENZA!

Per parte nostra, fondati come siamo sulla nettezza e sul rigore di una radicale scelta di Nonviolenza, rinnoviamo anche in questo 25 Aprile il nostro appello a ciascuno/a e a tutti/e affinchè con l'attivismo personale e con l'azione collettiva si operi per interrompere immediatamente e disinnescare definitivamente questa pericolosa spirale di violenza, la cui esistenza e la cui alimentazione sono nei fatti esclusivo interesse del risorgente neofascismo, ché di quella esso è l'espressione e di quella esso vive.

“La Nonviolenza non è occultamento o negazione del conflitto, ma sua umanizzazione: critica del potere e dei meccanismi del dominio”.

Con questa determinazione viviamo la nostra nuova Resistenza, il nostro impegno operoso contro ogni fascismo e contro ogni razzismo, contro ogni forma di nazionalismo e di populismo, contro ogni integralismo e totalitarismo: per un'altra Europa delle Persone e dei Popoli, sociale e democratica, aperta e inclusiva, delle libertà civili e dei diritti umani; per un altro mondo possibile di sorelle e fratelli liberi ed eguali.

Gigi Rossetti (Cremona)

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