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Resoconto CONSIGLIO COMUNALE DEL 22 OTTOBRE 2012

| Scritto da Redazione
Resoconto CONSIGLIO COMUNALE DEL 22 OTTOBRE 2012

Interrogazione presentata in data 22 giugno 2012 da consiglieri comunali vari del gruppo consiliare Partito Democratico (primo firmatario Alessia Manfredini) con cui si chiede che venga costituito un tavolo tra i Comuni e le Province di Cremona, Mantova e Lodi per elaborare strategie rivolte al miglioramento del servizio a favore dei pendolari.

Premesso che il Consiglio comunale in data 27 febbraio 2012 ha votato all'unanimità un ordine del giorno che impegna la Giunta: ad attivarsi con urgenza presso Trenord affinché garantisca la continuità del servizio, garantisca l'affidabilità e l'efficienza del materiale rotabile e ripensi Ia programmazione degli orari e le fermate dei treni in modo da evitare il sovraffollamento e garantire la velocizzazione dei treni verso Milano; ad istituire un tavolo tra i Sindaci e Presidenti delle province interessate alla tratta in questione (Milano Cremona-Mantova) per elaborare strategie rivolte al miglioramento del servizio a favore dei pendolari. Rilevato che la situazione dei treni sulla Milano-Cremona-Mantova, nonostante l'arrivo di treni "ristrutturati" resta carente per la qualità del servizio offerto (mancanza di aria condizionata, porte e finestrini bloccati e sovraffollamento). Considerato che i Comuni di Varese e Bergamo attraverso una sinergia stretta con Trenord e Regione Lombardia hanno implementato la loro offerta di treni per arrivare a Milano con i treni diretti, si interroga la Giunta: per sapere la motivazione della mancata costituzione del tavolo sopra citato; per sapere se non intende recuperare il tempo perduto e istituire prima dell'estate il tavolo istituzionale; se non intende elaborare una proposta migliorativa con i pendolari in vista del cambio orario di dicembre 2012.

 

All’interrogazione ha risposto il vice sindaco Carlo Malvezzi (in sostituzione dell’assessore Francesco Zanibelli impossibilitato a partecipare alla seduta consiliare): L’Amministrazione Comunale di Cremona segue da tempo con attenzione le tematiche legate al trasporto ferroviario, in particolare per quanto riguarda la linea Milano - Mantova. Questo pur non avendo competenze dirette in tema di trasporto ferroviario regionale, ma svolgendo comunque il ruolo di interlocutore tra i cittadini pendolari che giustamente rivolgono le loro istanze e l’amministrazione regionale e il gestore del servizio. Le tappe principali del rapporto intercorso con Regione Lombardia sono state: nel febbraio 2011, a seguito del cambio orario sulla tratta Milano Cremona Mantova, è stato promosso dal Comune di Cremona un incontro congiunto con Provincia di Cremona, Comune e Provincia di Mantova, nonché con i comitati pendolari delle due città per sintetizzare in maniera organica le osservazioni emerse relativamente al nuovo orario e di trasmetterle univocamente a Regione Lombardia. Successivamente si sono manifestati diversi problemi che i comitati pendolari hanno diverse volte segnalato e che riguardano soprattutto l’inadeguatezza del materiale rotabile e il mancato rispetto degli orari. In data 10 novembre 2011 si è svolto presso la sede cremonese di Spazio Regione un incontro con l’assessore Cattaneo sul servizio ferroviario regionale del territorio cremonese. Per questo motivo, con la lettera del 23 gennaio 2012 all’Assessore Cattaneo e al Presidente della Provincia Salini, sono state posti nuovamente i problemi di cui sopra presentando uno stato della situazione del tutto insoddisfacente e chiedendo un nuovo incontro al fine di dare ascolto alle richieste dei comitati ed individuare soluzioni migliorative. Su questi aspetti si sono tenuti i contatti con Regione Lombardia partecipando a tutti i tavoli di discussione promossi tra i quali l’incontro del 14 febbraio 2012 e del 16 marzo 2012 presso la sede di Regione Lombardia (Regione Lombardia e Trenord convocano periodicamente incontri per valutare, anche con i comitati pendolari, la situazione del servizio regionale di trasporto su ferro). Nell’incontro che si è svolto in data 14 febbraio 2012 presso la sede di Regione Lombardia, i comitati dei pendolari hanno potuto rappresentare le loro legittime istanze di fronte ai rappresentanti di Regione Lombardia, Trenord e RFI. In quella sede sono state avanzate delle proposte migliorative del servizio da parte di Trenord che hanno parzialmente soddisfatto anche i comitati pendolari (restyling del materiale rotabile, progressiva eliminazione e sostituzione dei treni Vivalto giudicati inadeguati, personale viaggiante dedicato alla linea). A seguito delle novità introdotte in particolare sul materiale rotabile, l’Amministrazione ha continuato a tenere la situazione monitorata facendosi carico di sollecitare Regione Lombardia e TreNord laddove ha riscontrato l’inadeguatezza del servizio come manifestato dai viaggiatori. In particolare è stata inviata una nota congiunta Comune-Provincia volta a manifestare le criticità emerse riguardanti il sovraffollamento delle carrozze, il mancato funzionamento dell’aria condizionata, servizi igienici inadeguati, mancato rispetto degli orari e la difficoltà di approntare, in casi di emergenza, un adeguato servizio sostitutivo. A seguito di ulteriori incontri anche tra i comitati pendolari e Trenord nel mese di luglio, quest’ultima aveva individuato alcune soluzioni da attuare a partire dal mese di settembre per il problema del sovraffollamento in particolare del treno in partenza alle 7.33 da Cremona anticipando il passaggio di un altro treno da Codogno e inserendo un altro treno “link” che avrebbe effettuato tutte le fermate da Codogno a Lodi. Sono in questi giorni sotto osservazione i disagi che si stanno manifestando sia sulla linea Mantova-Cremona-Milano sia sulla linea Cremona-Brescia e si è pronti a rappresentare e Regione Lombardia e Trenord le problematiche e le proposte che i comitati pendolari vorranno esprimere.

 

La consigliera Alessia Manfredini si è detta non soddisfatta della risposta ottenuta: il sindaco Oreste Perri, intervenendo brevemente, l’ha però rassicurata che le istanze presentate verranno tenute in debita considerazione e ci si attiverà senza alcun dubbio.

Interrogazione presentata in data 6 agosto 2012 dal capogruppo del gruppo consiliare Partito Democratico Maura Ruggeri con cui si chiede quali siano le valutazioni e gli indirizzi che l’Amministrazione comunale esprime riguardo ai rapporti tra Fondazione Stradivari e CremonaFiere nella gestione della manifestazione Mondomusica alla luce del protocollo di accordo esistente.

 

Considerato che il presidente della Fondazione Stradivari, in una lettera inviata ai membri del consiglio di amministrazione di Fondazione Stradivari, ai membri del consiglio di amministrazione di CremonaFiere S.p.A. e all’imprenditore Giovanni Arvedi, presidente della Fondazione Arvedi Buschini, avente per oggetto “Cremona Mondomusica”, lamenta la sostanziale estromissione della Fondazione Stradivari dalle scelte operate in autonomia da CremonaFiere e dal suo presidente in relazione al Salone Cremona Mondomusica ed in particolare alla manifestazione Mondomusica a New York e lamenta altresì il mancato coinvolgimento nella organizzazione della manifestazione delle realtà della musica e della liuteria cremonese; preso atto che a seguito alla pubblicazione di tale lettera si è aperto un vivace dibattito sul tema di Mondomusica e in particolare sulla esportazione della manifestazione a New York secondo il modello di CremonaFiere, con prese di posizione di personalità e soggetti a vario titolo interessati, che hanno fatto emergere il disagio crescente degli operatori; tale disagio è stato rappresentato anche nell'intervento della CNA (Confederazione Nazionale dell'Artigianato), che mette in dubbio la scelta del mercato americano quale obiettivo della internazionalizzazione della manifestazione rispetto ad altri e più attrattivi mercati dei paesi emergenti e lamenta il mancato coinvolgimento del mondo della liuteria nei processi decisionali che riguardano il sistema liutario locale e il suo futuro; considerato che il Comune di Cremona è autorevolmente rappresentato sia in CremonaFiere che nella Fondazione Stradivari nella persona del Sindaco, s'interroga il Sindaco per sapere quali sono le valutazioni e gli indirizzi che l'Amministrazione comunale esprime riguardo ai rapporti tra Fondazione Stradivari e CremonaFiere nella gestione della manifestazione Mondomusica alla luce del protocollo di accordo esistente, e in particolare quali siano le valutazioni per Mondomusica a New York, a seguito del dibattito apertosi e delle prese di posizione dei vari attori coinvolti; se non ritiene di farsi interprete del malessere da più parti espresso raccogliendo l'invito ad organizzare per il prossimo autunno un confronto, aperto a tutti gli attori del territorio, sulle prospettive del sistema liutario cremonese; se e come intende svolgere quel ruolo di regia che fino ad oggi è mancato, ma che diventa prioritario ed urgente anche in vista della imminente apertura del Museo del Violino.

 

All’interrogazione ha risposto il sindaco Oreste Perri: L’interrogazione presentata il 6 agosto scorso dalla consigliera Maura Ruggeri si riferisce ad una lettera inviata il 20 luglio 2012 dal presidente della Fondazione A. Stradivari, Paolo Bodini, ai membri del consiglio di amministrazione della Fondazione stessa, ai membri del consiglio di amministrazione di CremonaFiere e, per conoscenza, al presidente della Fondazione Arvedi Buschini, Giovanni Arvedi,  nella quale il presidente Bodini sostanzialmente lamenta il mancato coinvolgimento della Fondazione nel progetto Mondo Musica a New York nel marzo del prossimo anno.

L’occasione ha provocato un dibattito e sollecitato prese di posizione e valutazioni,  anche da parte del variegato mondo della liuteria cremonese, dibattito che ha registrato, come sempre, differenti e diversificate valutazioni; il sistema della liuteria cremonese, infatti, si presenta sotto sigle diverse che vanno dalla CNA alla Confartigianato, al Consorzio dei liutai presieduto dal presidente della Camera di Commercio, all’ANLAI, all’ALI, ecc.

Il confronto che ne è derivato ha fatto emergere qualche “disagio”, come lo definisce la consigliera Maura Ruggeri, ma, aggiungo io, anche significative dichiarazioni di approvazione e condivisione.

CremonaFiere è una società per azioni, per cui gode anche di una certa autonomia nelle sue scelte; da anni è impegnata a dare una valenza e visibilità internazionale al comparto della liuteria cremonese, attraverso iniziative che in Mondo Musica trovano la loro sintesi, compresa la manifestazione prevista a New York il prossimo marzo.

Fatta questa precisazione, desidero assicurare che non mi sono sottratto al dovere di svolgere il ruolo istituzionale che mi compete nelle sedi opportune, di Sindaco innanzitutto, oltre che di rappresentante nel consiglio di amministrazione di CremonaFiere e nella Fondazione Stradivari ed anche, aggiungerei, in tutte le realtà culturali che hanno attinenza, direttamente o indirettamente, con il mondo della liuteria, dalla Fondazione Stauffer, alla Fondazione del Teatro Ponchielli, solo per citarne alcune.

Quando parlo di ruolo istituzionale, intendo dire che mi sono attivato, attraverso colloqui diretti con le parti in causa, per fare in modo che, due modalità di azione, entrambe comunque tese alla promozione della liuteria cremonese nel mondo, potessero coesistere, tenuto conto che il contesto normativo al riguardo è decisamente obsoleto, non più al passo con i tempi e con i cambiamenti intervenuti. Il mio impegno è testimoniato anche dalla partecipazione, il 18 settembre, alla conferenza stampa tenutasi al Circolo della stampa a Milano per la presentazione della edizione di “Cremona Liuteria in festival”, del XIII Concorso della Triennale internazione degli strumenti ad arco, in corso, e della XXV edizione di Mondo Musica che verrà inaugurata domani 28 settembre. La conferenza stampa è stata gestita e guidata dal sottoscritto, dal presidente Bodini e dal presidente di CremonaFiere. Detto questo faccio presente che, in vista della prossima apertura del Museo del violino “Antonio Stradivari” e della futura costituzione di una nuova Fondazione che ne dovrà gestire le attività, il Comune ha realizzato un’azione coordinata, sinergica e condivisa con le varie realtà che operano a Cremona, per un’efficace promozione della città e della liuteria in generale. Al riguardo e a tale scopo è stato siglato, il 24 luglio scorso, tra il Comune di Cremona, la Fondazione Arvedi Buschini, la Camera di Commercio e CremonaFiere, un documento che contiene linee- guida comportamentali circa i ruoli e i compiti che ogni realtà che si occupa direttamente o indirettamente di liuteria a Cremona dovrà tenere.

L’accordo è stato successivamente esteso anche ad altri soggetti, individuati nel testo dell’accordo e che si occupano a vario titolo della valorizzazione ed alla diffusione della liuteria in Italia e nel mondo, compreso quindi anche la Fondazione A. Stradivari. La Giunta Comunale ne ha preso atto, con significato di approvazione, il 9 agosto. Ritengo questo un buona base di partenza per le l’impegno futuro che ci aspetta.

 

La consigliera Maura Ruggeri ha preso atto della risposta data, sollecitando un’effettiva e concreta sinergia tra tutti i soggetti coinvolti.

 

Mozione presentata in data 4 settembre 2012 dal consigliere comunale del gruppo consiliare Gruppo Misto Roberto Gandolfi in ordine all’individuazione di linee guida ed al coordinamento dell’azione politica sugli indirizzi economici locali.

 

Preso atto che la diatriba, emersa sui giornali, sull'esistenza di presunti target da raggiungere all'interno degli obiettivi del PEG (Pieno Esecutivo di Gestione) del Comune nell'erogazione di contravvenzioni costituisce sterile polemica, sulla quale il Sindaco è del tutto estraneo e sorrido quando leggo sui giornali, anche da parte di una certa minoranza, che è un grave errore politico da parte del Sindaco non conoscere tale singola situazione. Vi assicuro che i pensieri di molti cittadini cremonesi, che non arrivano a fine mese, sono ben altri e certamente non leggono tutti i giorni il PEG comunale. Rilevato peraltro che la priorità per la nostra città riguarda la grave crisi economica che colpisce le famiglie soprattutto quelle a bassi redditi e le fasce deboli della popolazione; ritenuto che occorra dare risposte incisive a dette priorità contenute nel programma di mandato del Sindaco anche attraverso una più efficace azione da parte della struttura organizzativa comunale; considerato che è urgente assumere un piano operativo il più largamente condiviso che dia riposte ad ampio respiro su temi quali il rilancio del territorio e delle infrastrutture, nuove opportunità lavorative, tutela dell'ambiente, salvaguardia degli standard nell'erogazione dei servizi alla persona; impegna il Sindaco e la Giunta entro 30 giorni dall'approvazione della presente mozione: 1. ad individuare un piano per partecipare a programmi e bandi europei anche in copartenariato allo scopo di reperire risorse per lo sviluppo del nostro territorio; 2. a redigere un business plan con indicate le scadenze per velocizzare alienazioni di immobili e quote societarie; 3. ad attivare sinergie con la regione e territori limitrofi affinché si prevedano azioni tese ad attrarre nuovi investimenti in attività economiche anche con capitali esteri con particolare riferimento all'area portuale da sempre oggetto di convegni e mai portatrice di azioni concrete di sviluppo commerciale, se non per mano di privati come l'iniziativa recente della Katoen; 4. ad investire in piani di promozione ed internazionalizzazione del made in Cremona, dalla liuteria all'agroalimentare e comparto industriale, presso Fiere europee e mondiali in stretta collaborazione con la Camera di Commercio e gli attori principali del territorio.

 

Dopo l’illustrazione della mozione, la consigliera Maura Ruggeri (Partito Democratico), ha ritenuto condivisibile, in linea di massima, il contenuto della mozione, anche se ha dichiarato non accettabile la premessa. Il consigliere Roberto Gandolfi si è dichiarato disponibile a togliere la premessa, lasciando immutato il dispositivo finale.

 

A questo punto ha preso la parola il sindaco Oreste Perri: La mozione del consigliere Gandolfi riguarda le linee guida e il coordinamento dell’azione politica su indirizzi economici locali. Al riguardo desidero fornire al consigliere Gandolfi alcuni dati di natura generale che rassicurano circa gli impegni sollecitati. Altri assessori potranno intervenire nello specifico, se lo ritengono. Come noto la programmazione europea si basa su una tempistica settennale. Il periodo attuale, iniziato nel 2007, si concluderà a fine 2013 mentre il prossimo si svilupperà tra l’inizio del 2014 e la fine del 2020. Nei prossimi mesi, perciò, andranno ad esaurimento i bandi previsti per il periodo 2007-2013 mentre quelli del nuovo periodo avranno presumibilmente un ritardo causato dalla nuova impostazione degli obiettivi. Ad oggi, per quanto riguarda la partita dei programmi europei, il Comune sta soprattutto puntando alla costituzione di partnership internazionali in vista del programma di attività previste per la Città Europea dello Sport. Nei prossimi mesi proseguirà quindi la ricerca di cordate internazionali interessate alle attività connesse con lo Sport. Prima della fine del 2014, inoltre, dovremo portare a termine i due progetti recentemente finanziati dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (superamento dei passaggi a livello e mobilità urbana sostenibile) con oltre 6.500.000,00 euro. Come noto, infatti, uno dei punti dolenti del nostro Paese riguardo la partecipazione ai programmi europei è la capacità di utilizzare tutte le risorse conseguite nei termini fissati dalla Commissione. Occorrerà perciò uno sforzo ragguardevole da parte degli uffici per rispettare termini e modalità di spesa di questo consistente contributo. Un altro aspetto particolarmente delicato legato al reperimento delle quote di cofinanziamento dei progetti presentati (in genere il 50% del costo totale) in un periodo di forte difficoltà per i bilanci pubblici. L’Ufficio Europa e Progetti Strategici  del Comune effettua comunque un costante monitoraggio dei programmi e bandi, non solo a livello europeo ma anche nazionale, regionale e locale, informando tempestivamente gli uffici delle opportunità disponibili e supportando la presentazione dei progetti e la loro rendicontazione. Inoltre la partecipazione ai tavoli di programmazione territoriale AQST (Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale – condotto dalla sede locale di Regione Lombardia) ed EXPO 2015 (condotto dalla Provincia di Cremona) può aiutare il nostro Comune a proporre progetti condivisi e facilitare l’individuazione di nuovi canali di finanziamento. Anche i progetti del Distretto Urbano del Commercio (DUC) e del Polo delle Tecnologie (CRIT) hanno aperto ulteriori possibilità di collaborazione con le realtà produttive locali per la formulazione di progetti comuni e l’accesso a finanziamenti (vedi bando regionale ASTER per il Polo delle Tecnologie e bando Distretti per il DUC). E’ nostra intenzione consolidare ed allargare questi rapporti di coprogettazione così da renderli più funzionali allo sviluppo strategico del territorio. Nei prossimi mesi, quindi, proseguirà l’esame dei Programmi europei, la ricerca di partnership e la verifica sui progetti finanziabili, supportati anche dal gruppo di lavoro sulla progettazione europea attivato da Regione Lombardia (sede di Cremona) a cui partecipano le principali istituzioni locali, in collegamento periodico (tramite videoconferenza) con la sede regionale a Bruxelles.

 

Dopo l’intervento del sindaco, la mozione è stata messa ai voti ed approvata con tre astensioni (i consiglieri Padovani, Schifano e Quinzani).

 

Ordine del giorno presentato in data 16 ottobre 2012 da consiglieri comunali vari (primo firmatario Daniele Burgazzi) con cui si impegna il Sindaco a motivare il voto favorevole espresso dal Comune di Cremona nel consiglio di amministrazione dell’ATO dell’11 ottobre 2012.

 

Nel consiglio di amministrazione dell’ATO, il Comune di Cremona è rappresentato dall’assessore Bordi e l’orientamento della Giunta Perri sulla gestione dell’acqua è sempre stato ambiguo, tanto che la posizione del capoluogo di provincia si è espressa sulla nuova società di gestione del ciclo idrico con voti di astensione, contrari, e da ultimo quello favorevole dello scorso 11 ottobre, senza dimenticare gli scenari politici ed istituzionali che stanno mutando: trasformazione dell’assetto delle Province e  la costituzione della nuova Giunta regionale che porterà la Lombardia alle elezioni nei prossimi mesi. L’11 ottobre, infatti, il consiglio dell’Azienda speciale per la pianificazione e la regolazione dei servizi idrici ha approvato con il voto favorevole anche del Comune di Cremona, rappresentato dall’assessore Bordi, un ordine del giorno con il quale vengono adottate le deliberazioni n. 6 e 7 del 10 e 15 novembre 2011 del consiglio di amministrazione dell’Ufficio d’ambito. Si ricorda che la deliberazione n. 6 del 10.11.2011, recante “Aggiornamento del Piano d’ambito: definisce la proposta di modello gestionale, da sottoporre alla conferenza dei comuni e alla Provincia”, ossia la cosiddetta “società mista pubblico privato” cosi definita: “la parte pubblica sia rappresentata da un unico soggetto giuridico al quale potranno partecipare anche le società patrimoniali pubbliche del territorio, e con l’individuazione a mezzo gara di un socio privato cui assegnare una quota di partecipazione pari al 40%. Tale adozione trova la sua pretestuosa ragione nel fatto che la Conferenza dei sindaci, nei termini dei 30 giorni statuito dall’art. 48 comma 3 della Legge Regionale n. 3/2003, non ha espresso un proprio parere in merito sia alla proposta di modello gestionale che alla proposta di aggiornamento del piano d’ambito di cui alle deliberazioni 7/2011 e 6/2011 del consiglio di amministrazione dell’Ufficio d’ambito (dall’odg cda 11.10.12 punto 4/bis – Adozione documento di aggiornamento del piano d’ambito de cui alla propria deliberazione n. 7 del 15 novembre). Tale decisione assunta a maggioranza rappresenta una evidente forzatura, visto l’andamento anche delle precedenti assemblee dei sindaci (si ricorda quella piuttosto “vivace” del 12 dicembre 2012); contraddice la mozione del consiglio provinciale del 21 dicembre 2011 dove è stata approvato all’unanimità un ordine del giorno che rimette pienamente in gioco l’opzione della gestione pubblica ed in house del ciclo idrico, nel quale viene richiamato il valore politico ed istituzionale della Conferenza dei sindaci del 12 dicembre, che proponeva di ritirare il piano d’ambito contenente il modello  gestionale della società mista; determina uno strappo quasi irreparabile nel territorio e tra i sindaci e i cittadini; è una assurda presa di posizione ideologica in un momento di grande incertezza sul quadro politico sia provinciale che regionale. Considerato che: il territorio stava procedendo, come affermano vari sindaci, in maniera coesa, pure all’interno di un confronto vivace e anche carico di preoccupazione, verso la costituzione della nuova “società unica provinciale” dell’acqua; il tavolo dei sindaci si è confrontato con il presidente e il vicepresidente di Padania Acque in più occasioni e mai, in tale tavolo, sono stati fatti riferimenti anche impliciti alla scelta di un modello gestionale; lo studio affidato alla società KPMG non è ancora stato portato a compimento né, per come sinora è stato illustrato all’interno del tavolo politico dei Sindaci e pure in sede assembleare, risulta che operi scelte rispetto ad uno specifico modello gestionale; lo stesso piano industriale non è ancora stato completato né illustrato compiutamente né approvato dai sindaci del nostro territorio. Ricordato il responso di un referendum popolare che ha sancito in maniera inequivocabile come l’acqua sia un bene comune e in quanto tale essa debba rimanere pubblica anche nella gestione. Preoccupati per l’enorme forzatura di cui si è fatto complice il Comune di Cremona e viste le giustificazioni rilasciate a caldo dall’assessore Bordi: “il voto è stato deciso in Giunta. Dovevamo decidere urgentemente, i tempi sono stretti, si rischiano sanzioni europee. I Comuni non possono avere finanziamenti dalle banche. L’acqua pubblica? Tutte le ideologie sono opinabili”. Il Consiglio comunale impegna il Sindaco: a motivare le ragioni di questa accelerazione e a spiegare perché il voto del comune di Cremona è diventato improvvisamente favorevole; a chiedere la convocazione dell’assemblea dei sindaci e a garantire che ci sia una reale espressione del parere da parte dei rappresentanti eletti dai cittadini; a rivedere, in virtù del percorso attuato e condiviso con i sindaci verso la creazione di una società unica dell’acqua, il parere espresso nel consiglio di amministrazione dell’11 ottobre.

 

Dopo l’illustrazione dell’ordine del giorno da parte del consigliere Daniele Burgazzi, ha preso la parola il sindaco Oreste Perri:

 

Premesso che ciò che sta a cuore mio e dell’intera Amministrazione sono la salvaguardia del territorio e dei cittadini per cui qualsiasi scelta è determinata dall’interesse della gente, mi corre l’obbligo di intervenire in apertura del dibattito prendendo le mosse da alcuni passaggi istituzionali che credo consentano di evidenziare un preciso orientamento del Comune di Cremona non caratterizzato da alcun profilo ideologico: e, per questo, ricordo che se fosse stato adottato un simile criterio di comportamento, la definizione della società mista avrebbe visto la realizzazione già dal novembre o dicembre scorso, grazie invece ai comportamenti ed alle posizioni sempre responsabili assunte dal rappresentante del Comune di Cremona in seno alla Conferenza dei Sindaci così non è stato.

 

La Giunta Comunale nella seduta del 10 novembre 2011, formulava in maniera trasparente il proprio orientamento per la costituzione di una società mista pubblico-privato. Si trattava, in sostanza, di un orientamento di massima, da perfezionare nel tempo, che teneva ben conto dei risultati del referendum del 12-13 giugno 2011 che, se ben ricordate, non riguardava solo l’acqua, ma tutti i servizi pubblici locali. L’esito del referendum ha infatti reintrodotto l’opzione, ma non l’obbligo della gestione interamente pubblica dell’acqua in affidamento diretto: sul piano procedurale, cioè, quello che il referendum ha fatto è stato di abrogare la norma che obbligava, anche per il ciclo idrico, alla gestione esclusivamente a mezzo di gara ad evidenza pubblica o tramite società miste pubblico-private.

 

La Giunta del 10 novembre 2011, dunque, coerentemente e sulla base di un’analisi tecnica, ha evidenziato i possibili limiti di una gestione diretta del ciclo idrico integrato (che è acqua-fognatura-depuratore), soprattutto da un punto di vista di vincoli giuridici riferiti, ad esempio, alla rigidità di gestione del personale in una società pubblica, ai vincoli generati dal patto di stabilità, ed altro. Questo perché le vigenti regole sul patto di stabilità limitano fortemente le possibilità di realizzare investimenti. In un servizio come quello idrico integrato la capacità di realizzare investimenti è fondamentale per evitare di avere reti colabrodo, con problemi anche di carattere igienico sanitario e un cattivo funzionamento dei depuratori.

 

Queste difficoltà sono ben conosciute anche dal PD. Leggo infatti: “I consiglieri regionali del gruppo consiliare PD in data 23 aprile 2012,  hanno presentato al presidente della Commissione VIII richiesta di audizione delle aziende speciali e delle società che operano nel settore ‘in house’, affinché possano esporre le criticità e quantificare le preoccupanti ripercussioni sugli investimenti, di quanto previsto dalle recenti normative. Sarà inoltre cura del Gruppo Consiliare PD promuovere con atto formale l’impegno di Regione Lombardia, in sede di Conferenza Stato-Regioni, al fine di richiedere l’annullamento dell’applicazione della norma che prevede l’applicazione del patto di stabilità interno, in relazione al servizio idrico integrato”.

 

Pertanto, in termini di coerenza, la Giunta ha anche esaminato i risvolti economico-finanziari del problema, prendendo atto delle difficoltà del contesto pubblico e, ancor di più, del contesto economico finanziario che stiamo vivendo, di offrire idonee garanzie per l’acquisizione dei finanziamenti necessari alla realizzazione del Piano d’ambito, aspetti che risultano decisivi per la scelta definitiva della forma di gestione. Confermo che tali osservazioni, unitamente alla necessità di definire le regole di governance, il profilo ed i compiti dell’operatore privato in un eventuale bando, sono sempre stati gli elementi di sostegno del pensiero del Comune di Cremona, tramite l’assessore Bordi, in tutti i confronti pubblici.

 

Nella Conferenza dei Comuni del 12 dicembre 2011, l’assessore Bordi, in rappresentanza del Comune di Cremona, in un articolato intervento, acquisito agli atti, rappresentava la necessità di un ulteriore momento di riflessione e approvava  il rinvio della seduta della conferenza e la proposta al consiglio di amministrazione dell’ATO di revocare le proprie delibere n. 6 del 10 novembre e n. 7 del 15 novembre 2011 relative all’aggiornamento del Piano d’ambito e al modello di gestione.

 

Il 14 dicembre il consiglio di amministrazione d’Ambito deliberava (con la coerente astensione dell’assessore Bordi) di non accogliere la proposta della Conferenza, astensione non dovuta al modello gestionale, ma al fatto che gli allegati al modello stesso che il Comune di Cremona voleva far aggiungere, erano stati cassati.

 

Nella Conferenza del 16 dicembre veniva nuovamente posta in votazione la proposta del modello gestionale: il Comune di Cremona, come noto, non partecipava alla seduta, ritenendo ancora valide le motivazioni espresse, proprio in considerazione della necessità di ulteriori approfondimenti e dell’assenza di un confronto sereno.

 

Il 19 dicembre 2011, coerentemente con l’orientamento dato dalla Giunta che ho citato all’inizio, intervenendo in Consiglio Comunale in occasione del dibattito sul ‘rispetto dell’esito del referendum sulla gestione del ciclo idrico a livello locale’  richiesto dal gruppo consiliare del PD, facevo una analisi dettagliata – alla quale rinvio – della situazione chiarendo la assoluta necessità di costruire un gestore unico del ciclo idrico integrato a livello provinciale – che integrasse le sette società operanti distintamente sul territorio, ancor prima di definire la forma di gestione della società, anche a salvaguardia del patrimonio tecnologico ed organizzativo maturati dalle medesime negli anni  e ribadivo, in coerenza con l’orientamento dato dalla Giunta del 10 novembre, la non esclusione dell’ipotesi di società mista pubblico/privato. Sottolineavo quindi la necessità di approfondire il modello gestionale.

 

Ancora, nel Consiglio Comunale del 30 gennaio 2012, rispondendo ad una interrogazione presentata sempre dal PD sulla gestione del ciclo idrico integrato, testimoniavo con dati oggettivi l’impegno - che continuava, e che continua ancor oggi -  a proseguire in un percorso comunemente delineato, di integrazione dei rami gestionali delle nostre aziende che, grazie alla forte convinzione del Comune di Cremona, unitamente agli altri rappresentanti territoriali, sta finalmente giungendo al traguardo della costituzione di un soggetto gestore unico a livello provinciale, risultato mai conseguito prima. A quell’intervento faccio rinvio.

 

Il 6 febbraio 2012 si teneva in Provincia il ‘Tavolo idrico’ in occasione del quale veniva deciso di procedere alla realizzazione del gestore idrico unico d’ambito – facendo confluire i rami d’azienda delle sette società operanti sul territorio in Padania Acque. Di tale iniziativa posso dire che il Comune di Cremona è stato il primo convinto sostenitore.

 

Nella più recente assemblea di Padania Acque, è stata data comunicazione della criticità relativa alla sostenibilità finanziaria degli investimenti necessari nel ciclo idrico: si ipotizza infatti la necessità di una prima tranche di circa 25 milioni di euro (sappiamo che ci sono situazioni nei Comuni della provincia che richiedono interventi urgenti), importo che è meno del 10% dell’intera complessiva necessità di 370 milioni di euro, stimata ad oggi, per l’intero Piano d’ambito.

 

Capite bene, a fronte di questo quadro, l’impossibilità di sopportare tale impegno all’interno di una gestione solo pubblica. A questo riguardo, quindi, l’orientamento della Giunta per una società pubblica/privata, cui facevo riferimento in apertura del mio intervento, viene ancor di più avvalorato dalle difficoltà evidenziate, prima fra tutte la sostenibilità del Piano senza il supporto di capitale privato.

 

Tale analisi è stata confermata nel consiglio di amministrazione dell’ATO dell’11 ottobre nel corso del quale, attraverso un percorso che riguarda più il metodo che il merito, è stato deliberato il Piano d’ambito contenente l’individuazione del sistema gestionale.

 

Il Comune di Cremona non intende intervenire in aspetti procedurali/temporali che fanno capo all’ufficio d’Ambito e alla Provincia di Cremona, pur tuttavia ritiene opportuno mantenere quella coesione di fondo sugli obiettivi che deve vedere i rappresentanti delle comunità locali operare con impegno condiviso per il raggiungimento della migliore soddisfazione dei bisogni della gente. La ormai prossima costituzione del gestore unico provinciale rappresenta in prospettiva una tappa fondamentale, a garanzia del controllo pubblico rappresentativo di tutto il territorio provinciale rispetto ad un partner privato che manterrebbe una posizione minoritaria.

 

Do’ ora la parola all’assessore alle Politiche Ambientali Francesco Bordi, rappresentante del Comune nel consiglio di amministrazione dell’ATO, che illustrerà le tappe che hanno segnato il tema della gestione del ciclo idrico integrato che ha seguito passo passo. Di questo lo ringrazio anticipatamente.

 

L’assessore Francesco Bordi, ribadendo che il Comune di Cremona ha agito sempre in modo coerente, si è soffermato sugli aspetti di carattere tecnico attraverso l’ausilio di alcune slide di sintesi si veda al seguente link: http://www.comune.cremona.it/Web_Links+index-req-viewlink-cid-4-orderby-dateD.phtml.

 

 

E quindi seguito il dibattito che ha visto intervenire i consiglieri Daniele Burgazzi (Partito Democratico), che ha chiesto perché è stata presa adesso questa decisione, Gian Carlo Corada (Partito Democratico), Giancarlo Schifano (Italia dei Valori), Roberto Gandolfi (Gruppo Misto), Italico Maffini (Lega Nord), Maura Ruggeri (Partito Democratico), Giovanni Gagliardi (Partito Democratico), Ferdinando Quinzani (Cremona per la Libertà), Caterina Ruggeri (Partito Democratico), Luca Grignani (Popolo della Libertà), Mauro Fanti (Partito Democratico), Alessia Manfredini (Partito Democratico), Giorgio Everet (Popolo della Libertà), Daniele Soregaroli (Partito Democratico).

 

Terminato il dibattito, per la Giunta hanno replicato l’assessore Francesco Bordi, per cui la posizione del Comune di Cremona è sempre stata chiara e coerente, senza dimenticare che l’ordine del giorno dell’ATO viene stabilito dal presidente e dal direttore di questo organismo. Dal canto suo l’assessore Luigi Amore ha detto come mai, in passato, quando si sarebbe potuto scegliere perché le risorse c’erano, questo non sia stato fatto, augurandosi in ogni caso che il consiglio di amministrazione dell’ATO illustri chiaramente la decisione presa all’assemblea dei sindaci.

 

Dopo le dichiarazioni di voto da parte dei rappresentanti dei gruppi consiliari, l’ordine del giorno è stato posto in votazione e respinto (25 i voti a favore e 16 i contrari). La minoranza a questo punto ha abbandonato l’aula (fatta eccezione per i consiglieri della Lega Nord Italico Maffini e Giovanni Ferraroni ed il consigliere dell’Italia dei Valori Giancarlo Schifano).

 

 

Modifica del regolamento comunale per la tutela e la valorizzazione delle attività agro-alimentari tradizionali locali, istitutivo della  denominazione comunale  di  origine di Cremona (De.C.O.).

 

Il Consiglio comunale ha modificato, come segue, il regolamento  comunale per la tutela e la valorizzazione delle attività agro-alimentari locali, istitutivo della De.C.O. (denominazione comunale di origine), approvato dal Consiglio Comunale il 18 dicembre 2006:

- Sia nel titolo che nel corpo del regolamento, ovunque sia utilizzata la dizione “Denominazione Comunale di Origine”, la stessa si intende sostituita da  “Denominazione comunale”, mentre l’acronimo che ne costituisce la sigla abbreviata è modificato  da “De.C.O.”, in de.co.;

- all’art. 3,  il 1° comma è così sostituito:

“1. Agli effetti del presente regolamento, per “prodotto tipico locale” si intende il prodotto agro-alimentare, derivante da attività agricola e zootecnica, o  dalla lavorazione e trasformazione di prodotti derivanti da attività agricola e zootecnica, ottenuto o realizzato, sul territorio del Comune di Cremona -  nonchè, entro i limiti  di cui al successivo art. 5, comma 6 bis, sul territorio della Provincia di Cremona - secondo modalità che si sono consolidate nei costumi e nelle consuetudini a livello locale, o che ad esse si rifanno, anche tenendo conto di tecniche innovative che ne costituiscono il naturale sviluppo e aggiornamento”.

- all’art. 5,  è introdotto, dopo il comma 6, il seguente comma 6 bis:

- In deroga a quanto previsto dal precedente comma 6, la Giunta comunale può consentire, per singoli prodotti, e con provvedimento motivato, che l’iscrizione nel registro de.co. sia estesa anche ad imprese di produzione operanti al di fuori del territorio comunale, e comunque entro i confini della   Provincia di Cremona, e, quindi, a prodotti coltivati e/o realizzati in   ambito territoriale provinciale, con esclusione delle attività di vendita al dettaglio e di ristorazione,  purché sia garantito lo stretto legame con le tradizioni  e la realtà produttiva della Città e  i relativi  prodotti siano  facilmente reperibili nel Capoluogo;  la concessione della deroga deve risultare dal   disciplinare di produzione;

- il comma 2 dell’art. 7 è sostituito dal seguente:

- il logo è composto dal marchio promozionale della Città di Cremona, che raffigura un violino stilizzato, in cui la “C” posta sul lato destro fa da iniziale  alla parola “Cremona”, con l’aggiunta, subito sotto alla stessa parola, della scritta “prodotti de.co.”;

- all’art. 8, comma 1,  dopo “i prodotti che si fregiano della de.co. devono essere prodotti e confezionati nell’ambito del territorio del Comune di Cremona”, sono aggiunte le parole “fatti salvi i casi di deroga di cui all’art. 5 comma 6 bis”;

- all’art. 9, comma 5, il secondo punto dell’elenco è così sostituito:

- l’area geografica di produzione (che  dovrà comprendere il territorio del Comune di Cremona, salvi i casi di deroga di cui  all’art. 5 comma 6 bis);

- all’art. 11, 1° comma, dopo le parole “nel rispetto delle disposizioni che seguono” sono aggiunte le parole “e del manuale d’uso del logo”.

Inoltre ha adottato il nuovo logo identificativo della de.co. di Cremona.

Il Consiglio ha dato atto che il titolo del regolamento è modificato in “regolamento per la tutela e la valorizzazione delle attività agro-alimentari tradizionali locali – istitutivo della de.co. di Cremona (“denominazione comunale”).

 

Il Comune e le associazioni di categoria hanno collaborato alla predisposizione di un progetto di rilancio della denominazione comunale (de.co.) istituita dal Comune di Cremona per i prodotti agro-alimentari del territorio comunale, al fine di rafforzarne l’efficacia come strumento di marketing urbano e di attrattività turistica. Il progetto, che è stato approvato dalla Commissione comunale per la de.co., prevede la revisione e ricostituzione  del paniere di prodotti a denominazione comunale di Cremona già riconosciuti, conservando solo quelli effettivamente reperibili in commercio e modificando, ove necessario, i disciplinari di produzione, per adeguarli al gusto e alle esigenze attuali.

 

In tale ambito, si è anche constatato, che, per alcuni prodotti, pur fortemente legati alle tradizioni di Cremona, risulta difficile trovare un numero sufficiente di produttori nell’ambito del solo territorio  comunale, in quanto, a causa delle vicende storiche e/o delle esigenze produttive, l’attività produttiva si è localizzata prevalentemente in altri Comuni della provincia. Si è reso quindi opportuno modificare il regolamento comunale che ha istituito e disciplinato la de.co.,  introducendo la possibilità di derogare al principio secondo cui possono ottenere la relativa attestazione solo le imprese che svolgono l’attività inerente la produzione entro l’ambito territoriale del Comune di Cremona.

 

Inoltre, per rafforzare il valore identitario  della denominazione comunale, si è ritenuto di sostituire il logo originario, che utilizza la medesima immagine grafica adottata da altri Comuni e che è quindi  poco riconoscibile,  con il nuovo logo che raffigura il marchio promozionale della Città di Cremona, personalizzato con la scritta “prodotti de.co.”.

 

La modifica alla  dizione “denominazione comunale di origine” in “denominazione comunale” e la relativa sigla da “De.C.O.”, in “de.co.”, è stata ritenuta opportuna sia per uniformarsi alla terminologia adottata dalla maggior parte dei Comuni, sia anche in relazione alla possibilità di attribuzione del riconoscimento ai produttori della Provincia di Cremona, che fa venir meno il presupposto dell’origine strettamente comunale dei prodotti.

 

 

Valorizzazione del patrimonio immobiliare. Atto di indirizzo in merito al costituendo fondo di investimento immobiliare da parte dell’Amministrazione Provinciale di Cremona.

 

Il Consiglio Comunale, con il voto contrario dei tre consiglieri di minoranza rimasti in aula, ha formulato l’atto di indirizzo relativo alla necessità di intraprendere ogni opportuna azione volta a consentire la massimizzazione della rendita degli immobili facenti parte del patrimonio comunale, attraverso la migliore messa a reddito, in ragione delle migliori opportunità derivanti dall’andamento del mercato immobiliare, prendendo atto della deliberazione approvata dalla Giunta Comunale il 4 ottobre 2012, “Manifestazione di interesse all’adesione al fondo di investimento immobiliare in fase di costituzione da parte dell’Amministrazione Provinciale di Cremona. Approvazione Protocollo d’Intesa”, demandando alla Giunta comunale ed ai competenti uffici il compito di procedere all’istruttoria necessaria a valutare l’opportunità, nonché l’utilità di aderire formalmente al fondo di investimento immobiliare in fase di costituzione da parte dell’Amministrazione provinciale. Il Consiglio comunale ha dato atto che, terminata la fase istruttoria, sarà chiamato ad esercitare la propria potestà decisoria in ordine alla formale adesione al fondo di investimento immobiliare in fase di costituzione da parte dell’Amministrazione Provinciale di Cremona.

 

Il recente quadro normativo e le crescenti criticità di carattere economico-finanziario impongono agli Enti Locali la necessità di riconsiderare il ruolo della propria gestione patrimoniale considerando il proprio patrimonio, non più secondo una visione meramente statica, ovvero quale semplice complesso di beni di cui deve essere assicurata la conservazione, ma secondo una visione dinamica, quale strumento strategico della gestione finanziaria, ovvero quale complesso di risorse che l’Ente deve utilizzare in maniera ottimale e valorizzare per il miglior perseguimento delle proprie finalità istituzionali. In tale contesto assume fondamentale importanza esercitare una visione strategica e di insieme nella gestione del patrimonio, superando la prassi generalizzata della politica emergenziale, che consiste fondamentalmente in un atteggiamento di tipo incrementale, ovvero in un insieme di interventi d’urgenza non programmati, basati di anno in anno su specifiche esigenze economico-finanziarie. Le Amministrazioni Locali, nell’ottica dell’effetto di valorizzazione e messa a profitto del proprio patrimonio possono al momento esercitare le seguenti opzioni:  l’alienazione a privati; operazione di cartolarizzazioni; la costituzione di fondi di investimento immobiliare.

 

Tra quelle elencate, anche in considerazione delle esperienze maturate da altre realtà della Pubblica Amministrazione, l’opzione relativa alla costituzione di fondi di investimento immobiliare risulta oggi quella più innovativa e incline a dare risposte proficue e di lunga durata alle attuali esigenze delle Amministrazioni Locali. Particolare attenzione è dedicata alla valorizzazione del patrimonio immobiliare mediante la promozione di fondi comuni di investimento immobiliare dalla più recente normativa in materia di finanza pubblica, di crescita e sviluppo, da ultimo dall’art. 33 del Decreto Legge 98/2011 convertito in Legge 111/2011.

 

Le vigenti disposizioni in materia di fondi immobiliari ed in particolare il Decreto Legislativo 24 febbraio 1998 n. 58, il D.M. n. 228/1999, come modificato dal D.M. n. 197/2010 ed il D.L. n. 351/2001 convertito in Legge n. 410/2001 disciplinano la promozione di tali strumenti anche da parte degli Enti Pubblici Territoriali. Il fondo di investimento immobiliare è uno strumento finanziario che consente all’Ente che conferisce il proprio patrimonio, di poter disporre della gestione altamente specializzata e professionale di società denominate Società di Gestione del Risparmio (S.G.R.) che a seguito dell’istituzione di un fondo immobiliare gestiscono l’investimento di capitali in immobili e/o partecipazioni in società, al fine di aumentare nel tempo il valore di tali capitali e ripartirne il risultato della gestione tra i detentori delle quote del fondo. In genere i maggiori benefici che possono derivare dalla costituzione o adesione ad un fondo di investimento immobiliare, così come rilevati a seguito di esperienze già maturate da altre Pubbliche Amministrazioni sul territorio nazionale, possono essere così sintetizzati: riduzione dei costi fissi interni; massimizzazione del ritorno economico, essendo i fondi immobiliari gestiti attivamente (gestione dinamica e qualificata dei beni del fondo) da professionisti qualificati del settore che si avvalgono di strutture professionali in out sourcing per la gestione immobiliare; possibilità di prestabilire, già in sede di individuazione della Società di Gestione del Risparmio (SGR), che deve ovviamente avvenire previo esperimento di procedure di selezione ad evidenza pubblica, contenuti e modalità di investimento, obiettivi, regole, ritorni economici e tempi di uscita.

 

Ovviamente, la valutazione sui concreti benefici che possono derivare ad ogni singolo Ente dalla costituzione o adesione ad uno specifico fondo di investimento immobiliare va contestualizzata sulla base di un’approfondita istruttoria finalizzata all’analisi del proprio patrimonio, delle relative potenzialità di valorizzazione, dei più utili strumenti e modalità attraverso i quali poter perseguire il miglior percorso di valorizzazione nell’interesse dell’Ente e della collettività amministrata. La Provincia di Cremona, a seguito di ponderate e approfondite analisi in merito alla bontà dell’operazione, si accinge a costituire un fondo immobiliare di investimento avendo in programma l’emanazione di un bando di procedura ad evidenza pubblica teso alla selezione della SGR.

 

Il 4 ottobre scorso, la Giunta comunale ha manifestato preliminare formale interesse alla futura adesione al fondo di investimento immobiliare in fase di costituzione da parte della Provincia di Cremona ed approvato un protocollo d’intesa nel quale i due enti (Comune di Cremona e Provincia di Cremona) danno reciprocamente atto dei benefici che potrebbero derivare da un percorso sinergico di valorizzazione del rispettivo patrimonio immobiliare, soprattutto alla luce del fatto che parte prevalente del patrimonio dell’Amministrazione Provinciale insiste sul territorio di Cremona. Il 9 ottobre 2012 il Consiglio provinciale ha approvato la valorizzazione del patrimonio immobiliare della Provincia di Cremona, mediante promozione della costituzione di un fondo immobiliare indicando le caratteristiche essenziali del fondo da costituire.

 

 

Approvazione della controdeduzione all’osservazione presentata alla variante al Piano dei Servizi inerente il raddoppio della tratta ferroviaria Cremona - Cavatigozzi. Approvazione in via definitiva degli atti costituenti la variante.

 

Il Consiglio comunale ha approvato, con voto unanime, le contro deduzioni alle osservazioni presentate alla variante al Piano dei Servizi inerente il raddoppio della tratta ferroviaria Cremona – Cavatigozzi, adottata con deliberazione del 16 luglio 2012, ed ha approvato in via definitiva la variante al Piano dei Servizi inerente il raddoppio della tratta ferroviaria Cremona - Cavatigozzi.

 

Con deliberazione del 16 luglio 2012 il Consiglio comunale ha adottato la variante al Piano dei Servizi inerente il raddoppio della tratta ferroviaria Cremona - Cavatigozzi. Il termine per la presentazione delle osservazioni era fissato, nell’apposito avviso di deposito, per il 29 settembre 2012. Ai sensi dell’art. 13, comma 7, della legge 11 marzo 2005 n. 12 “Legge per il governo del territorio”, entro novanta giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle osservazioni, a pena di inefficacia degli atti assunti, il Consiglio comunale deve decidere sulle stesse, apportando agli atti adottati le modificazioni conseguenti al loro eventuale accoglimento.  Nei termini fissati dall’avviso di deposito è pervenuta una osservazione. La contro deduzione all’osservazione presentata non comporta alcuna modifica agli elaborati di variante così come adottati con deliberazione consiliare del 16 luglio 2012.

 

 

Approvazione della controdeduzione all’osservazione presentata alla variante al Piano delle Regole inerente il raddoppio della tratta ferroviaria Cremona - Cavatigozzi. Approvazione in via definitiva degli atti costituenti la variante.

 

Il Consiglio comunale ha approvato, con voto unanime, le contro deduzioni alle osservazioni presentate alla variante al Piano delle Regole inerente il raddoppio della tratta ferroviaria Cremona – Cavatigozzi, adottata con deliberazione del 16 luglio 2012  ed approvato in via definitiva la variante al Piano delle Regole inerente il raddoppio della tratta ferroviaria Cremona - Cavatigozzi come da elaborati adottati con propria deliberazione del 16 luglio 2012.

 

Con deliberazione del 16 luglio 2012 il Consiglio comunale ha adottato la variante al Piano delle Regole inerente il raddoppio della tratta ferroviaria Cremona - Cavatigozzi. Il termine per la presentazione delle osservazioni era fissato, nell’apposito avviso di deposito, per il 29 settembre 2012. Ai sensi dell’art. 13, comma 7, della legge 11 marzo 2005 n. 12 “Legge per il governo del territorio”, entro novanta giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle osservazioni, a pena di inefficacia degli atti assunti, il Consiglio comunale deve decidere sulle stesse, apportando agli atti adottati le modificazioni conseguenti al loro eventuale accoglimento. Nei termini fissati dall’avviso di deposito e pervenuta il 1° ottobre 2012. La contro deduzione all’osservazione presentata non comporta alcuna modifica agli elaborati di variante così come adottati con deliberazione consiliare del 16 luglio 2012.

 

 

Approvazione, in via definitiva, della variante al Piano dei Servizi inerente la soppressione dei passaggi a livello di via Brescia, via Persico e via San Felice.

 

Il Consiglio comunale, con voto unanime, ha approvato in via definitiva la variante al Piano dei Servizi inerente la soppressione dei passaggi a livello di via Brescia, via Persico e via San Felice, adottata con propria deliberazione del 16 luglio 2012.

 

Con deliberazione del 16 luglio 2012 il Consiglio comunale ha adottato la variante al Piano dei Servizi relativa alla soppressione dei passaggi a livello di via Brescia, via Persico e via San Felice. Il termine per la presentazione delle osservazioni era fissato, nell’apposito avviso di deposito, nel giorno 29 settembre 2012.  Ai sensi dell’art. 13, comma 7, della legge 11 marzo 2005 n. 12 “Legge per il governo del territorio”, entro novanta giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle osservazioni, a pena di inefficacia degli atti assunti, il Consiglio comunale deve decidere sulle stesse, apportando agli atti adottati le modificazioni conseguenti al loro eventuale accoglimento. Nei termini fissati dall’avviso di deposito non sono pervenute osservazioni alla delibera di adozione e si può, quindi, provvedere alla sua definitiva approvazione.

Gli atti della variante al Piano dei Servizi, definitivamente approvati, sono depositati presso la Segreteria Comunale e pubblicati sul sito dell’Amministrazione comunale ed inviati, in forma digitale, alla Provincia ed alla Regione ai sensi dell’articolo 13, comma 10 e comma 11, della L.R. 12/2005. Gli atti della variante al Piano dei Servizi, definitivamente approvati, acquistano efficacia con la pubblicazione dell’avviso di approvazione definitiva sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia ai sensi dell’articolo 13, comma 11, della L.R. 12/2005.

 

 

Approvazione, in via definitiva, della variante al Piano delle Regole inerente la soppressione dei passaggi a livello di via Brescia, via Persico e via San Felice.

Il Consiglio comunale, con voto unanime, ha approvato in via definitiva la variante al Piano delle Regole inerente la soppressione dei passaggi a livello di via Brescia, via Persico e via San Felice, adottata con propria deliberazione del 16 luglio 2012, come da elaborati adottati.

Con deliberazione del 16 luglio 2012 il Consiglio comunale ha adottato la variante al Piano delle Regole relativa alla soppressione dei passaggi a livello di via Brescia, via Persico e via San Felice. Il termine per la presentazione delle osservazioni era fissato, nell’apposito avviso di deposito, nel giorno 29 settembre 2012. Ai sensi dell’art. 13, comma 7, della legge 11 marzo 2005 n. 12 “Legge per il governo del territorio”, entro novanta giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle osservazioni, a pena di inefficacia degli atti assunti, il Consiglio comunale deve decidere sulle stesse, apportando agli atti adottati le modificazioni conseguenti al loro eventuale accoglimento.

 

Nei termini fissati dall’avviso di deposito non sono pervenute osservazioni alla delibera di adozione e si può, quindi, provvedere alla sua definitiva approvazione. Gli atti della variante al Piano delle Regole, definitivamente approvati, sono depositati presso la Segreteria Comunale e pubblicati sul sito informatico dell’Amministrazione comunale ed inviati, in forma digitale, alla Provincia ed alla Regione ai sensi dell’articolo 13, comma 10 e comma 11, della L.R. 12/2005. Gli atti della variante al Piano delle Regole, definitivamente approvati, acquistano efficacia con la pubblicazione dell’avviso di approvazione definitiva sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia ai sensi dell’articolo 13, comma 11, della L.R. 12/2005.

 

Approvazione della bozza di convenzione da stipularsi tra il Comune di Cremona, il Comune di Pavia e l’Associazione Incontragiovani di Pavia per la sperimentazione di una Rete Informagiovani Interprovinciale.

 

Approvata, con voto unanime, dal Consiglio comunale la bozza di convenzione da stipularsi tra il Comune di Cremona, il Comune di Pavia e l’Associazione Incontragiovani di Pavia per la sperimentazione di una Rete Informagiovani Interprovinciale.

 

L’Agenzia Servizi Informagiovani del Comune di Cremona dal 1998 al 2009 ha coordinato la Rete Provinciale Informagiovani in base ad una Convenzione stipulata con la Provincia di Cremona diventando punto di riferimento per i Comuni vi hanno aderito. Dal 2008 il servizio cremonese coordina su mandato di ANCI Lombardia il Coordinamento regionale Informagiovani: Tavolo Tecnico Regionale delle Reti territoriali Informagiovani. Inoltre l’Agenzia Servizi Informagiovani collabora con Anci Lombardia nella progettazione di iniziative e proposte.

 

Con delibera di Consiglio comunale del 28 aprile 2011 è stato approvato lo schema di convenzione da stipularsi tra il Comune di Cremona ed i Comuni del territorio provinciale per la gestione di una rete territoriale degli Informagiovani e nel corso del 2011 numerosi comuni della provincia vi hanno aderito. Considerata l’esperienza,  le competenze e le qualità dei servizi erogati dall’Agenzia servizi Informagiovani il Comune di Pavia e l’Associazione Incontragiovani di Pavia hanno espresso la volontà di attivare sul proprio territorio una rete di servizi Informagiovani e a tal proposito chiedono la collaborazione del Comune di Cremona allo scopo di condividere metodologie e strumenti che consentano al territorio pavese di sfruttare al meglio le buone prassi sperimentate nella provincia di Cremona. Il Comune di Pavia e l’Associazione Incontragiovani aderiranno alla Convenzione e verseranno un contributo economico al Comune di Cremona che sarà utilizzato per sostenere le spese relative alle banche dati e per la gestione dei servizi erogati.

 

La convenzione avrà validità dalla data di sottoscrizione fino al 31 dicembre 2015 prevedendo il versamento di un importo totale a carico dell’Associazione Incontragiovani e del Comune di Pavia di € 12.500,00 così suddiviso: un contributo pari ad € 5.000,00 da parte dell’Associazione Incontragiovani e 3 quote annuali di € 2.500,00 ciascuna da parte del Comune di Pavia per le annualità 2013, 2014 e 2015 da versarsi entro il 31 dicembre di ogni anno.

 

Modifica del regolamento dei Comitati di Quartiere.

 

Il Consiglio comunale, con voto unanime, ha modificato il Regolamento dei Comitati di Quartiere, approvato con deliberazione del Consiglio comunale del 19 luglio 2010.

 

Terminata la fase sperimentale relativa ai Comitati di Quartiere, come previsto all’art. 13, comma 2 delle “Norme transitorie” del Regolamento dei Comitati di Quartiere, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale del 19 luglio 2010, si sono rese necessarie delle modifiche al regolamento stesso.

 

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