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Ricerca di un lavoro. La disperazione di una donna.

| Scritto da Redazione
Ricerca di un lavoro. La disperazione di una donna.

Ricerca di un lavoro. La disperazione di una donna.
Ho ricevuto questa mail: "Buongiorno, mi chiamo M.R. e sono un operatore socio sanitario con 5 anni di esperienza e da una settimana sono ancora senza lavoro.
In questo periodo ho continuato con le varie collaborazioni aperte che ad oggi non mi hanno dato nulla di concreto in merito allo stipendio, ma molto a livello professionale .
Così non si puo' più andare avanti, auspico una struttura oltre che seria fissa dove io non debba più spostarmi qua e la'.
Ritengo di essere una persona seria, onesta, pulita, puntuale professionale, automunita patente B con auto di proprietà.
Chiedo a lei un aiuto concreto.
Nella speranza di una sua risposta o suggerimenti in merito, la ringrazio a priori e cordialmente la saluto, in fede M.R.".

Ho risposto così:" Salve, non posso che  fare altro di indirizzarla a presentare domanda in tutte le RSA della Provincia.
Gli indirizzi li trova sul sito della Provincia di Cremona.Auguri".

Mi vergogno della risposta ma davvero non saprei che fare. Il dramma del lavoro sta colpendo duro fasce diverse della popolazione: giovani, donne,  ultracinqunatenni che per diverse ragioni hanno perso il lavoro.

Sto seguendo un ultracinquantenne nella ricerca del lavoro ma è una disperazione.
Il CPI ( Centro per l'impiego) funziona si..anche benino ma il problema è che queste persone, spesso in depressione, non vengono seguite con la dovuta attenzione.
Vi dovrebbero essere momenti intermedi in attesa che trovino un lavoo vero. Ad esempio. I cassa integrati, i lavoratori in mobilità possono essere chiamati dagli enti locali a svolgere attività per alcuni mesi. Perchè questa possibilità non è ad esempio riservata anche  ai disoccupati?.Certo rischiamo la guerra dei poveri ma a queste persone che cercano un lavoro la società deve pur dare una prospettiva.
Ricordo che cosa dice la Costituzione all'art. 4."
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società".

Insomma siamo ancora immersi nella crisi. Le risorse sono poche. Appunto per questo sono necessarie misure di maggiore equità sociale che dividano quel poco che  c'è su una platea più ampia.
Invierò questa breve nota ai rappresentanti sindacali e politici della provincia e vi terrò informati sulle risposte che perverranno.

Gian Carlo Storti
storti@welfareitalia.it

cr 12.06.2011

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